Il Leviatano - anno II - n. 10 - 18 marzo 1980

~ndizioni il contenimento dei salari è non solo un'esigenza economica dell'impresa, ma la base di una miope politica di saldatura degli interessi dei ceti medi improduttivi a quelli della borghesia imprenditoriale, che così controlla la classe operaia. Napoleoni conserva tuttora il motivo ispiratore di fondo di questa analisi e cioè la priorità politica dell'iniziativa operaia e sindacale. La situazione è tangibilmente mutata ma si sono aggravati gli scompensi della società italiana. Di qui la difficoltà di coniugare quel principio con la necessità di fronteggiare la crisi economica, e per sciogliere la quale non si è trovato di meglio finora che escogitare «terze vie» e derivati. Secondo Napoleoni è una scelta imposta dalle cose. Risultato dell'intreccio di cause tanto diverse la situazione attuale mette comunque fine alle •regole del rapporto sociale capitalistico, senza che altre siano state messe al loro posto». Sarebbe coerente concludere che da noi un capitalismo vero e proprio non si è mai visto. Motivo di più per ridare fiato al meccanismo economico ·e mettere mano a una politica di risanamento in cui siamo coinvolte responsabilmente le forze· di governo, quelle di opposizione e quelle sindacali. Invece per Napoleoni questa contraddizione peculiare dell'economia italiana esclude in ogni caso la possibilità di ripristinare le condizioni di sviluppo nell'attuale modello produttivo attraverso un puro e semplice dimensionamento dei consumi, _cheoggi contemporaneamente sostengono la domanda, senza però che la produttività del lavoro industriale ne tragga impulso dinamico. È dal fatto quindi che una politica di questo genere contrasterebbe coi •motivi profondi, ossia di classe» dei lavoratori,che Napoleoni trae la conseguenza che sarebbe anche inutile e anzi dannosa. Questo nostro sistema patisce più che altro una crisi di legittimità perché si è sgretolata la figura stessa del lavoro ·salariato ed è quindi inevitabile «il superamento sia della condizione impli- li:.ita del lavoro salariato sia dei moduli di consumo impliciti nella produzione mercantile». Paradossalmente, per rendere credibile questa prospettiva, Napoleoni deve poi considerare que.sto sistema un sistema pieno di falle che però si compensano a vicenda. La barca è piena d"acqua e non affonda. Ma come è possibile proporsi «la sostituzione di forme di ricchezza ormai inaccettabili perché ottenute con lavoro totalmente alienato con forme di ricchezza e lavoro che si pongano già in una prospettiva di liberazione?» Giacché, mutare le tecnologie e le forme stesse del processo industriale facendo affidamento su «forme associative di lavoro fuori del rapporto capitalistico», condurrebbe purtroppo non ad un aumento della produttività senza intensificare lo sfruttamento, ma più probabilmente a uno sfruttamento sregolato e a una paralisi regressiva. Se invece alcune misure (lotta all'inflazione, politica industriale ecc.) «sono essenziali» come Napoleoni deve riconoscere, non è chiaro come possano essere la base per mettere fine ai rapporti capitalistici di produzione. Per ora si sa che l'iniziativa politica operaia è conditio sine qua non e portatrice del grande progetto di uscire dal capitalismo. Il programma lungimirante è tutto qui? Nessuna meraviglia di ritrovarsi tra le mani per questa via, emendata per decreto di ogni velleità utopistica, l'illusione che mutamenti politici e sociali possano addirittura arrivare a modificare la natura del lavoro, a instaurare «forme nuove di vita» e mettere in essere, in luogo dell'alienante consumo di •merci» con quel tanto di douceur de vie prodotto dal capitalismo. il felice godimento di solidali rapporti umani. Tutto questo sarà forse molto chiaro a «chiunque si sia in qualche modo nutrito della cultura marxista•. (e comunque la •filosofia» di Napoleoni la sopravanza di gran lunga). ma non trae purtroppo di qui garanzia di attendibilità. E soprattutto se, come poi riconosce Napoleoni, la abolizione dell'industria è •realmente utopistica e irreale», è privo di senso. Non vale ripete:'\ stancamente che questi discorsi si aggir<1;nnoelle nebbiosità ideologi- · che. E certo però che se alla fine pencolando verso l'allettante visione di una improbabile mutazione culturale dobbiamo accontentarci di un capitalismo malconcio che non muore vuol dire che la ricerca dei «motivi più profondi»della crisi non è stata di grande aiuto. Dalle oscillazioni di Napoleoni semplicemente trapela che per garantire l'autonomia operaia si deve mettere da parte l'ipotesi che si possa ricreare le basi di funzionamento dell'economia e viceversa. Quindi non una mediazione. Ma le contraddizioni che non turbano l'ideologia costano in politica un caro prezzo. Questo tentativo in extremis di catturare la «società radicale», che in Italia, sarebbe bene ricordarlo, è proliferata al riparo di un sapiente dosaggio di organicismo cattolico, clientele, utopismi vari e un profano pragmatismo, rasenta l'impotenza con cui a volte si è costretti ad assecondare i folli. A meno che non ci si affidi ali' intervento risolutore della Provvidenza (il movimento che si autoesprime in democrazia sostanziale partecipativa e infine in Stato) che convoglia le disjecta membra del soggetto rivoluzionario post-sessantottesco all'esito «buono» cui esse sono, secondo la filosofia della storia tragica e un po' alla buona esposta da Cacciari sulla stessa rivista, destinate. E siamo al punto di partenza. Pialuisa BÌalteo TRA I COLI..ABORA TORI DEI, •LEVIATANO, GIOVANNI ALOOBRANDINI • GIU·, SF.PPl: ARE • DOMI-.Nll'O BARTOI.I • lìlUSEPPE KEDF.S011 • t-.N/.0 Ut-.lìl· ZA - PAOLO RONt-. rn - Vt-.Nf.RIO CATTANI -1.uno COLLF.nl -1-RAN· Cf·.S\0 COMPAGNA • VELIO CRISA• t:ULLI • Rl:.N/.0 DE t-ELKE - PAOLO l>f.MARTIS - SIRIO l>I GIUl.lUMARIA • GIANNI .. INOCCIIIARO·AI.OOGAM.0• sn - ANTONIO MARTINO- PU-:R CAR· LO MASINI - NICOl.A MA rrt-.UCCI • RENA l"O Mlf:U • SAN URO Pt:TRIC· CJONE • Al.DO G. RICCI • ROSARIO ROMEO - Al.BER ro RONOIEY - DO· Mf.NICO st.:n·t::MHRINI - F.GIDIO STERPA - {ilUSt-.PPE l A!\-1KURRA~O • PAOl.0 U:--.GARt - GUF.1.1'0 ./A(TA.RIA Rq;struioae .,....., ;i T- cli 1tomo •· 1m1 c1e1 6 1upo 1919. Pmzo: lire ~- Amt,_, a doppòo. -..;, - lirc 20.000. _. strale lire 11.000. eskfo annuo lire J0.000. Vcnam,cmi sul conto conente polJak a. $1761«. intestalo a •.U Levialano- - viadcl•An:o di,.,_ 1) • 00186 Roma.. 5-po SO.GE.MA. srl. via cli San1a-• 21 - 00166 ltomo - Td. -74' - Sped. at,t,. post. r,. l/10II, - C~ -. p,c:a di ~ Fom -Progetto grafoco d; •FLONOO• - Edwoei coop. • r.1. •ll ~ - ..,._ pn,f. RcNrio 1tomoo - A-, 11,n. IO 16 /8 MARZO 1980

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