in tutte le sedi internazionali appropriate (tra l'altro se ne occuperà ache la CEE). Le sue drammatiche conclusioni (che siano o meno ascoltate) sono destinate comunque a lasciare il segno sui prossimi anni. EL SALVADOR Verso ltl guerra civile j.c.l. L FRAMMENTARIE NOTIZIE CHE DA QUALche settimana giungono da El Salvador registrano nel complesso una situazione politica e militare sempre piuttosto confusa, con la possibilità che lo scontro in atto tra il Blocco popolare rivoluzionario- BRP-e la Guardia nazionale. appoggiata da bande di estremisti di destra. possa degenerare in guerra aperta nel giro di poche ore. Lo chieramento di sinistra (che comprende riformisti, forze di tendenza marxista e trotskista ed è conosciuto con la sigla Leghe popolari 28 febbraio) occupa tuttora la sede dell'ambasciata di Spagna, trattenendo cinque ostaggi che, secondo le intenzioni degli occupanti, dovrebbero essere rilasciati quando la giunta di governo, composta da civili e militari, libererà o darà notizia della scomparsa di •cinque compagni aderenti alla Lega•. Dal canto suo, la giunta sostiene di non sapere assolutamente nulla di quelle cinque persone e gira il quesito posto dagli occupanti direttamente alla Guardia nazionale. Quest'ultima sostiene di non avere mai arrestalo o trattenuto quelle cinque persone. La situazione è dunque in alto mare. Da un comunicalo, che parla di «occupazione a breve termine•, si ha l'impressione si voglia piuttosto richiamare l'attenzione della stampa internazionale sulla situazione interna di El Salvador, che non ottenere obiettivi immediati. Uno dei membri più autorevoli del BRP, Leoncio Pichinte, ha dichiarato infatti che «leoccupazioni sono uno c!ei pochi mezzi che ci rimangono per richiamare l'attenzione del mondo sulla repressione che esiste nel nostro Paese•. IL LEVIATANO La giunta centrista che ha rovesciato il 15ottobre dello scorso anno il dittatore Romero, dopo un timido tentativo di dar vita alla riforma agraria (la quasi totalità delle campagne è di proprietà di pochi latifondisti), si è trovata di fronte alla prevedibile reazione degli agrari, cui non è mancata la solidarietà politica e militare dell'esercito e soprattutto della Guardia nazionale, che nonostante il cambio al vertice dello Stato ha mantenuto intatto il suo potere e le sue strutture. Inoltre, alle forze regolari di polizia, si sono aggiunte bande organizzate dalla destra, che di certo non sono un elemento di stabilità politica. li governo legale rischia quindi di essere travolto dallo scontro fra sinistra e destra, nel generale e progressivo deterioramento della situazione politica e sociale del paese. Incontri ravvicinati SuLLE MURA DI PYONGYANG, u CAPITALE della Corea del Nord, recentemente hanno fatto la loro comparsa manifesti e tatzebao di tipo nuovo, che sono stati affiancati agli slogan e ai versi inneggianti alla persona di Kim il Sung e alle realiu.azioni del socialismo nel paese. La nuova parola d'ordine, a cui gli stessi nord-coreani guardano per ora con occhi increduli, è «riunificazione». A 35 anni dall'instaurazione dell'attuale regime, per la prima volta la Corea del Nord ha preso iniziative concrete, ne/l'ambito di quella che viene definita una strategia «di pace», in vista di un possibile riavvicinamento alla parte meridionale, «capitalistica», della penisola, abitata da una popolazione di identiche radici etniche, lingua e cultura. L'atmosfera di disgelo fra le due Coree si è infine concretizzata, nella prima settimana di questo mese, in un incontro fra due delegazioni governative nella città di Panmunjom; la riunione, che alcuni osservatori occidentali hanno definito «cordiale», potrebbe segnare l'avvio di un negoziato più serio di quello che, avvia.lo otto anni fa con molta circospezione da entrambe le parti, naufragò rapidamente in un clima di rinnovati rancori. Due elementi sembrano aver contribuito principalmente a far sì che Kim il Sung arrivasse a caldeggiare ora l'idea di una Corea unita: da una parte il vuoto di potere e quindi lo stato di relativa debolezza che nella Corea meridionale hanno fatto seguito a/l'uccisione di Park Chung Hee e, dall'altra, una comprensibile preoccupazione che l'invasione del/' Afghanistan ha determinato in merito ad altri possibili sconvolgimenti di equilibrio nel continente asiatico. Anche se non se ne hanno conferme ufficiali, sembra che l'Unione Sovietica abbia già chiesto alla Corea del Nord il permesso di usare il porto di Chungjin. sul Mar del Giappone, per le sue navi da guerra. Una richiesta del genere potrebbe essere stata. accolta con un certo malumore dal governo di Pyongyang; in quest'ottica, l'iniziativa «di pace» nei confronti di Seul potrebbe essere letta come una presa di distanza dall'URSS e un avvicinamento verso la Cina, che non è affatto contraria ali' idea di una Corea riunificata. lJ
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