CACCIARI Un ideologo spregiudicato IN TEMPI DIFFICIU E CONFUSI COME QUELU che viviamo, è bene tener conto di ogni illuminante suggerimento. Un recente articolo di Massimo Cacciari («Rinascita», I I gennaio) spiega che /'alternativa dei nostri tempi è quella tra marxismo e teologia, come dal titolo. Forse suggestionato dalla condizione italiana e impressionato negativamente dalla «cultura del dialogo,, Cacciari, che rivela di non vedere molto al di là dei nostri confini, dilata questa alternativa a portata cosmica. Sempre più compenetrate tra loro, e reciprocamente affievolite, dice Cacciari, queste tradizioni hanno perso ognuna la propria autentica dimensione e, con ciò, la possibilità stessa di affrontarsi nelle «questioni massime». ,#, Si sa che da noi quanto a scetticismo, laicità ecc. si è piuttosto indietro. Bisognerebbe quindi concentrare gli sforzi in questa direzione. Ma di tutto questo, e nonostante le apparenze, nell'artico/o di Cacciari non v'è traccia. Egli si dà invece pensiero di ricostruire l'origine delle ideologie secolari moderne, le quali 11011hanno prodotto un superamento durevole ed efficace della teologia. Esse, ci spiega Cacciari, «appartengono ancora alla storia della teologia, sono teologia nella loro pùì profonda essenza». Non c'è stata dissoluzione, ma degradazione mondana dei valori teologici. Così, incapaci di venire a capo di una critica della teologia, queste ideologie, sono tanto meno in grado di evitare le indebite presunzioni di valore di cui appaiono pregne. Sappiamo tutti quanto, nella cultura moderna, lo sforzo di laicizzazione sia stato condizionato dalla sopravvivenza di idee religiose e metafisiche. Nata dall'incontro tra l'universalismo cristiano e un profano empirismo, la cultura moderna ha conservato la perenne tensione di questo originario conflitto. Tutta la cultura politica occidentale, per esempio, appare sospesa tra uno spregiudicato amoralismo e I' aspirazione e saldare etica e politica. Democrazia e liberalismo, alle origini, hanno giustificato la volontà generale, l'uguaglianza, la libertà dei moderni con il ricorso sistematico ai princip,(metafisici) del diritto naturale. L'individualismo, l'asocialità, la concorrenza son diventati la base di un sistema di intef!razinne sociale, grazie alla fede nella silenziosa saf!f!ezza del meccanismo del mercato. Senza l'etica protestante la spinta al guadagno, perversa e corrosiva per il vecchio equilibrio, non si sarebbe trasfigurata nello «spirito• del capitalismo. La certezza del progresso grazie alla quale l'uomo moderno ha potuto considerarsi il solo artefice della propria salvezza, non è, alla fine.· che una metamorfosi mondana della Provvidenza. Eppure /occorre insistere su questo eppure), insieme a questo cristianesimo paganizzato abbiamo avuto una scienza economica e una politica laica; la libertà di pensare e, . soprattutto, le istituzioni che l'hanno resa possibile. Il marxismo che, a suo modo, ha t~ntato una soluzione del problema, presentandosi co, ~e una prognosi scientifica del 'avvento della societ senza classi, si è invece caricato di tutto il finalisn della filosofia hegeliana. In questo, esso non è :he la trasposizio11e, sul teatro mondano della ,varia, della speranza biblica di scioglierne «l'e,lighla». ;e n'è abbastanza, dunque, per avvedersi di quanto poco queste che so110 le origini della nostra civiltà, abbian potuto fare a me110delle finzioni religiose. Il fatto è, però, che Cacciari non sembra avvertire alcuna sostanziale differenza tra l'anima laica e quella totalizzante della cultura moderna. Differenza senza la quale non si può né capire né apprezzare come dal medesimo crogiolo siano potuti venire fuori l'autonomia della politica e il messianismo politico; la divisione dei poteri e la sovranità etica dello Stato. C'è da sospettare perciò che egli confonda laicizzazio11ee secolarizzazione, e non sarebbe da stupirsi se per lui Voltaire e Bossuet, la Critica della ragion pura e la Fenomenologia dello spirito valessero lo stesso. Questo si dice infatti, se si dice che la cultura moderna è, tutta nient'altro che religione. Magari «11egativa», ma religione. «Il grande mito di un processo di umanistica emancipazione che coinvolgerebbe nel suo illuminato vortice politica, filosofia, scienza, lungi dal 'educare ad 111v1irile disincanto sul presunto 11onse11sedel discorso teologico - dice inequivocabilmente Cacciari - non ne esprime che la secolarizzazione». Ma non è forse sulla base di questa separazione, pur così incerta ali' inizio, che un intero filone della cultura moderna (Kelsen, Popper, Schumpeter, ecc.) ha potuto intraprendere una formidabile opera di autocorrezione? Non è così che ha potuto dileguarsi l'ottimismo immotivato col quale tutti i «valori• moderni sono stati assorbiti nella cultura occidentale come fatti certi e privi di carattere valutativo? Con quale mezzo, altrimenti, Cacciari pensa di sbarazzarsi delle teologie (mondane e 110),visto che occorre far piazza pulita della preziosa facoltà, il cui esercizio da Kant in poi si chiama critica, ma che egli considera una illusione, ahimé, inefficace? Anche senza giovarsi della dialettica, che certo sarebbe stato 1111tonico vitale, partito dalla denuncia del carattere teologico delle ideologie moderne, Cacciari, riesce afar passare,allafine, come causa di questa ambiguità, l'unico antidoto disponibile contro di essa. A questo punto non stupirà la sua clamorosa ricetta omeopatica: «necessità della teologia». E, di conseguenza, anche di una vera e propria antiteologia. Così dal guazzabuglio di una teologia senza divinità e di una mondanità carica di valori, potremo liberarci grazie a una titanica lotta di cui già si preannunciano i cupi bagliori. Più che una critica delle ideologie, Cacciari vorrebbe, insomma, mettere ordine fra le varie ideologie. Con quali conseguenze circa le basi di quella «cultura di governo,, di cui la sinistra in Italia è così carente, si può facilmente intendere. Pialuisa Bianco Regist,:azione presso il Tribu~ di Roma n. 1n37 ~I 6 lugltO1979. Prezzo: lire SOO.An-etrato:il doppio. Abbonamcnii:annuo lire 20.00>. seme-- strale hrc 11.000. es1ero annuo hrc 30.000. Versamenti sul conto corrente postale n. S876l<nl intestato a .11 Leviatano,._ via dcll'Arço di Panna 13 _ 00186 Roma-. Stampa SO.GE.MA. sri. via di Santa Seconda. 28 - 00166 Roma - Tcl. 69607◄.5 - Sped. abb. post. gy-. 2~. Collaborazione fotograftca di Beppe Forti - Progeuo grafico di Carta Volpato - ,Edizioni coop. a r.l. ..,u Leviatano»- Presiden1e pro(. Rosario Romeo _ Anno 11, n. .s 16 12 FEBBRAIO 1980
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