Nella IL si trovano. in più. partiti che nella LDE non ci sono. come i radicali di sinistra francesi: i liberali e i radicali svizzeri: i liberali austriaci: i liberali danesi. sia quelli di centro sia quelli di sinistra o «radicali•; i liberali norvegesi. svedesi e finlandesi; i liberali di Israele. di centro-destra e di centrosinistra: il grande Partito liberale canadese. Vi sono inoltre. sempre nella IL. personalità e gruppi liberali asiatici. africani e latino-americani. Dirò anzi che nel corso degli ultimi dieci anni. la IL ha lavorato assiduamente ad espandersi anche fuori delle sedi tradizionali del liberalismo in Europa e che il recentissimo suo congresso di Onawa ha rappresentato in tal senso una nuova tappa mollo soddisfacente. Quanto a Giscard. ricordo bene i suoi manifesti elenorali di qualche anno fa. con •libéral• a grandi lene re. Se il suo partito ha cambiato etichetta. si chiama •repubblicano•. è da quando collaborJ coi gollisti e frequenta i congressi della ,ii:nnra Thalcher. con grande dispello dei liberali inglesi. Ricordo pure congressi dei radicali francesi classici. quelli di Piace dc Valois. di Clémenceau e di Herriol. nei quali ho parlato a lungo ed espressamente come liberale. Che poi qualche uomo che sosteneva in quei congressi ranti-comunismo sia finito. coll'etichena di •radicale di sinistra• nel •fronte comune• SFIOPCF. sono scherzi del secondo turno. maggioritario. della legge elenorale francc,c. Un'altra notuione: il programma della LDE per le elezioni europee del 1979 fu redailo con gran cura. discusso a fondo nel modo più democratico e approvato all'unanimità nel congresso di Bruxelles del 1977. con il voto positivo delle delegazioni del PLI e del PRI (guidala quest'ultima. da Ugo La Malfa). E come i miei ottimi amici •europei• del PRI sanno mollo bene. alcune delle parti più delicate. p.cs. quelle sulla politica economicae monetaria. furono redatte in si rena collaborazione fra PLI e PRI in un comitato di cui avevo l'onore di essere presidente. Conclusione: il scn. Spadolini. di tanta acribia nelle sue opere storiche vorr:i certamente prendere nota di questi incontestabili falli e tenerne conto nei suoi discorsie scritti futuri. Mi domando infani se l'interesse comune del PLI. del PRI e della democrazia italiana non sia quello di ricercare i punti di incontro. che non mancano. e non quello di esasperare o addirinura creare dei contrasti anche là dove non hanno una base reale nei fatti. senza per questo rinunciare. il PRI. a quella •solidarietà nazionale• col PCI a cui non crede il PLI. Giovanni Malagodi. Roma Onesti o capaci? Caro direttore, nel n. I del Leviatano il lettore Alberto Gioia di Milano ti scrive esprimendo l'opinione per cui uno dei 8 fattori che avrebbe contribuito ampiamente a creare la situazione in cui ci troviamo sarebbe la corruzione. Non mi sentirei di solloscrivere questa af. fermazione. anche se il recente scan• dalo del petrolio saudita sembrerebbe provare che sia più che giusta. A mio avviso dire che ciò di cui abbiamo bisogno è «uomini onesti e incomJt• tibili•. come dice l'autore della lenera. è fortemente limitativo. E' vero che l'onestù è necessaria. ma i nostri mali hanno origine più in una politica sconsiderata. che nell'aspeno corrot• lo di tale politica. Che cosa pesa di più sullo stato disastroso delle nostre fi. nanze: le centinaia di milioni o le decine di miliardi ruhati. o i 20.<XXl miliardi di debiti delle aziende IRl'/ Abbiamo dunque bisogno non tanto di governanti onesti. ma di governanti capaci di anuare una politica che ci porti fuori dalla tempesta. Quanto all'onesto Zaccagnini. torni pure a predicare in altra sede; a parte il fallo che la sua faccia «oneslai. è servita a coprire più di un episodio poco chiaro compresa la sua politica di accostamento verso i comunisti. con tulio ciò che comporta (prepotenza sindacale. salvataggi come politica di fondo. spesa allegra). Sarò un cinico, ma preferisco un ladro capace che un onesto dissipatore! Mariella Bianchi. Torino Una pace difficile Egregio direttore. è questa la terza lettera che le scrivo nel giro di un mese; non vorrei passare per un grafomane o. peggio. per un rompiscatole. ma la risposta secca e inequivocabile messaa mo· di titolo alla lettera pubblicata sul n. 4 del suo sellimanale. in cui la invitavo a rivedere il suo giudizio su chi propone l'abolizione degli eserciti come mezzo per evitare le guerre. mi spinge a tornare sull'argomento. Mi chiedo. infaui. come sia possibile possedere certezze assolute sulla questione succitata. dal momento che è certamente un fano che il mondo non ha più vissuto guerre mondiali dal 1945 in poi. anche o soprallullo grazie all'equilibrio atomico tra le superpotenze (tesi sostenuta da Popper in polemica con Bertrand Russell che era invece fautore del disarmo unilaterale). ma è altresì vero che il potenziale distruttivo è incredibilmente aumentato. anziché diminuito. come invece ritenevano possibile che accadesse i sostenitori del disarmo graduale. In conclusione ritengo che dare una risposta al quesito: •come preservare la pace mondiale?• sia davvero difficile; come del resto è dimostralo dalle differenti e contrastanti opinioni che in proposito hanno riferito uomini avvezzi a ragionare come gli autori summenzionati. Cionondimeno, una scelta si impone, e la mia è la stessa dei nonviolenti. continuando comunque a ri0enere su questo che è veramente un argomento di vitale importanza. Ollavio Zambardi, Fe"ara Il tesseramento sindacale Caro direttore. giustamente l'articolo pubblicato sul n. 5 del Leviatano a proposito del sindacato. sottolinea il fallo che la concorrenza Ira confederazioni porta ad uno scavalcamento a sinistra. L'articolo dimentica però di far rilevare che tale corsa alla rivendicazione non si verifica solo tra confederazioni. ma anche tra confederazioni da una parte e sindacati autonomi dall'altra. Ad esempio. lo sciopero per la trimestra· lizzazione della scala mobile degli insegnanti è stato indello dalle confederazioni onde evitare di farsi spiazzare dai sindacati autonomi. Inoltre. questo sciopero è staio un esempio di ciò che l'articolo considera una agitazione che serve a tenere mobilitala l'organizzazione. Come si spiega. infani. la conferma dello sciopero anche dopo che il governo aveva sostanzialmente accenato - con una disponibilità che non ha molti precedenti - la sostanza di tutte le rivendicazioni? Vorrei inoltre proporre. se è vero, come dice l'articolo. che il tesseramento per delega costituisce un mezzo di rafforzamento del potere della direzione sindacale e di conseguenza del cattivo uso che ne fa. una campagna perché gli iscrilli al sindacato ritirino la delega? Perché i sindacalisti. come avveniva un tempo. sia con il contano con la base. sia con una politica più seria. non si sudano l'olle· nimento del rinnovo della adesione al sindacato ogni anno? Maria Milazzo. Roma Ineccepibili e co·ntroproducenti Egregio direnore. trovo ineccepibili gli argomenti dottrinari e storici esposti dal sen. Spadolini nel n. 5 del Leviatano: ma controproducenti ai fini di una possibile intesa programmatica nell'arco dai liberali ai socialisti. Ad alcuni milioni di elenori. hen lontani dall'essere prulctari. che. col loro voto suicida. vorrebbero dimostrare di preferire. senza conoscerla. la tirannia comunista all'impotente lassismo democristiano. contro cui votano per dispeno. bisognerebbe offrire un illuminato blocco laico. unito e solidale nel respingere inganni demagogici e utopie livellatrici. anche a costo di nascondere l'identità e sa• crificare l'orgoglio di nome. di tradizione. di storia di cui sono ricchi i singoli partiti componenti il blocco. I segretari politici dei 4 partili minori. nel tentativo di salvare la democrazia. dovrebbero prendere coscienza di questo necessario sacrificio • ed unirsi nel segno della salvezza comune. prima che l'Italia si allinei alla Finlandia o ad un satellite di Mosca. Silvio Mele. Vasto 25 DICEMBRE 1979
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