di mira magistrati, poliziotti, agenti di custodia e professori? L'impressione è che il fronte garantista, che ha snobbato guerriglieri come Lo Muscio o Zicchitella, è insorto quando sono scattate le manette a professori e giornalisti, come se si fosse trattato di lesa corporazione. Ed infatti le reazioni più rabbiose sono venute dai professionisti delle interviste ai latitanti, i quali considerando la propria professione ex-lege, chiedono provocatoriamente: quali limiti alla libertà di stampa? Se il fondamento della democrazia è l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, non si capisce perché giornalisti e scrittori, come tutti gli altri cittadini, non dovrebbero avere i propri limiti nelle leggi vigenti che prevedono l'apologia di reato ed il favoreggiamento. Al momento non è dato di sapere se questa Repubblica, corsa e lacerata dai giovani si salverà o sarà travolta da qualcosa di peggio o di meglio, ma se si salverà forse lo dovrà a due vecchi, e a chi vorrà seguirne l'esempio. Guido Rilletti Liberali, non imbelli L, ONOREVOLE MANCINI NON HA DUBBI: "Dieci anni fa per la strage di piazza Fontana, toccò agli anarchici. Ora è la volta degli autonomi". C'è dunque in corso una caccia alle streghe che ha in Francesco Cossiga il suo tenebroso ispiratore, nei · partiti democratici i perfidi complici e negli intellettuali che non proclama110, se11za mezzi termini, l' in11ocenzadi Negri, Piperno e compagni, gli abietti servi del potere. Francameflte difronte a un dibattito come quello che si è svolto presso il Circolo culturale romano di "Mo11doperaio" si resta come allucinati, timorosi di vivere in un sogno popolato da tutti gli i11cubidella follia nazio11ale. ~ E invece non si tratta di incubi, ma di cose dette, co11tutta serietà, da illustri uomo11ipolitici ed autorevoli giuristi, i quali pretendono di convincerci non dell'innocenza di Negri e Piperno (il che è legittimo, anche se molto dubbioso), ma di essere l'Italia diventata un Paese dove non esistono più garanzie giuridiche e dove centinaia, forse migliaia di perseguitati politici di ''Autonomia" languiscono innocenti nei nostri terribili carceri. Tutto questo mentre i carabinieri continuano ad essere ammazzati come cani e professori, studenti, imprenditori e sindacalisti mandati senza tanti complimenti nei piacevoli reparti ortopedici degli ospedali. Si è letto sul/'" Unità" che l'anima innocente di un autonomo ha fatto al sullodato convegno la seguente pacifica dichiarazione: «Ma che cosa hanno fatto questi compagni? Avranno rapinato, avranno ucciso, ma non l'hanno fatto per scopo personale ... ». E' davvero atroce che, difronte a tanto disinteresse, lo Stato democratico badi ugualmente a difendersi. pur continuando, e i supergarantisti lo sanno benissimo, a fornire agli imputati tutte le giustissime tutele di cui dispone un Paese libero come il nostro. Quello che ormai indigna tanta parte del/'opinione pubblica non è certo la battaglia che molti va11no conducendo per impedire che, sotto l'ondata del terrorismo, il Paese scivoli verso metodi di governo autoritari. Per quanto possa sembrare molto spesso pretestuosa questa polemica, essa va accettata come un'ulteriore gara11ziache saranno comunque smascherati eve11tuali attentati alle nostre istituzioni. Quello che suscita la collera e il disgusto di tante persone oneste (che magari vivo110 il terrorismo sulla propria pelle) è l'arroganza di certi superdemocratici che accusano tutti coloro che non la pensano esattamente come loro di essere al servizio di non si sa bene quali progetti repressivi. Benedetto Croce, che aveva sulla coscienza il rimorso di aver dato un quale/te appoggio morale al fascismo nascente, disse più tardi che la colpa dei liberali sconfitti non era stata quella "di essere stati poco liberali, ma di essere imbelli, per incuranza, per imprevidenza, per momentaneo smarrimento". Ma forse, per certi supergarantisti afJlitti da paranoia politica, libera/democratico è sinonimo di imbecille. p.b. I I ed altri sono fatti per lo meno curiosi. LDE, PLI e PRI si trovano insieme. I repubblicani - dice il sen. SpadoIini - possono stare nella federazione, ma non nell'Internazionale, in quanto la prima «comprende partiti radicali e progressisti che hanno avuto una storia simile ai repubblicani italiani e nulla di comune con le forze moderate o reazionarie, spesso assorbite nei variegati fronti liberali. Aggiungete che la parola «liberale• quasi non esiste nella geografia politica francese. Il partito di Giscard si chiama "repubhlicano",,_ LETTERE Repubblicani e liberali Caro direttore, mi consenta una postilla all'intervista del sen. Spadolini. comparsa nel n. 5 del suo periodico. Lascio da parte gli excursus storici sul passato, che danno l'impressione di voler addirittura espungere le forze liberali dalla storia del Risorgimento e del post-risorgimento. Chiamare Giolitti, con la sua funzione storica di grande ammodernatore della vita italiana. nel filone_di Cavour e di Depret1s. una ~eccezione» nella rappresentanza delle istanze liberali-progressiste; escludere ogni riferimento al termine «liberale» in Amcndola: questi IL LEVIATANO Ma vengo a cose più recenti e che conosco per esperienza diretta. Esiste con sede a Londra, una Internazionale liberale (IL), fondata nel 1947 ad Oxford, riprendendo per iniziativa dei liberali italiani il filo di un· organizzazione similare di cui si ritrovano gli atti già prima della prima guerra mondiale. Di questa Internazionale fa parte il PLI ma non il PRI. Esiste pure, fondata nel I976 a Stoccarda, una Federazione dei partiti liberali e democratici della Comunità europea di cui fa parte come membro fondatore il PLI. Tale federazione (LDE) fu promossa nel 1974-1975 dall'IL in vista delle venienti elezioni dirette al Palarmento europeo. Il PLI, durante la preparazione del congresso fondatore di Stoccarda. su mia proposta e su decisione unanime di tutte le nostre componenti, attirò sull'iniziativa l'attenzione di Ugo La Malfa, prospettando un'adesione del PRI. Tale adesione ebbe poi luogo e oggi nella Qual'è la situazione di fatto? Mi sia lecito ricordare che la conosco bene essendo dal 1954 nell'Ufficio di presidenza (presidente per otto anni e poi presidente d'onore) dell'IL e dal 1976 nell'Esecutivo della LDE. Tutti i partiti della LDE (e cioè tutti i partiti liberali e democratici della Comunità europea salvo i danesi e i radicali di sinistra francesi) fanno parte della IL e quasi tutti ne facevano parte nel 1976 da decenni. Fa eccezione il PRI. 7
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