BLOCKNOTES ' L'ossessione mediatrice LA POLEMICA SCOPPIATA NEL PSI ATTORNO al voto dato a favore dell'ammodernamento del dispositivo missilistico di difesa occidentale appare, a dire il vero. piuttosto squallida. Nello stesso numero dell'«Avanti!» del 12dicembre il segretario e il vicesegretario del PSI si ritrovano a polemizzare l'uno contro l'altro. ponendo come prima materia del contendere il voto del Parlamento sugli euromissili. Mentre. in effetti. come tutti sanno per l'ampia pubblicizzazione preventiva fattane alla televisione la sera prima, la vera materia del contendere riguarda questioni di tattica politica nazionale e i criteri di gestione interna del PSI da parte di Craxi. La cosa in sé appare piuttosto modesta e provinciale non tanto per le tesi avanzate. quanto per l'opportunità e per il tempo in cui sono state avanzate e. per certi versi. per la loro discutibilità. Estraendo dal latino politico con cui sono state scritte. le tesi del vice-segretario del PSI sembrano rimettere in discussione sia il voto in sé del Parlamento. sia l'apporto ad esso dato dal PSI. giudicandolo al di là di quanto deciso negli stessi organi del partito. E ad esse risponde Craxi con una lettera. pubblicata sull'«Avanti!» e indirizzata al deputato socialista Tiraboschi. ricordando che le posizioni favorevoli del PSI erano già state rese note da lui stesso con interviste e con dichiarazioni mai contestate. Aggiungendo che esse, anzi. erano state già esposte nella recente riunione di Lisbona del bureau dell'Internazionale socialista e, addirittura, concordate con rappresentanti politici ed esperti di questioni militari del Partito socialdemocratico tedesco. Raffrontando le due argomentazioni. il segretario del PSI vince quanto meno ai punti. Se non altro in quelli concernenti la collocazione internazionale e la politica estera del PSI, e in quelli nei quali egli sostiene che una decisione diversa da quella presa e manifestata nel voto in Parlamento. avrebbe messo in grandi difficoltà il Partito soci~ldemocratico tedesco. Mentre un eventuale rigetto da parte del Parlamento italiano della posizione favorevole del- !' Italia. provocato dalla mancanza dei voti socialisti, avrebbe messo in crisi l'alleanza atlantica. Certamente in queste argomentazioni di Craxi vi è più senso di responsabilità di quanto non ve ne sia nelle tesi del vice-segretario socialista. secondo le quali una posizione autonoma del PSI, votando una mozione propria. non avrebbe messo in pericolo il voto di maggioranza (che sarebbe passato egualmente) ma «avrebbe aperto crisi e confronti con la DC e con il PCI»: il tutto sull'opinabile gioco delle cifre e dei voti espressi poi in sede parlamentare. In sostanza. i socialisti avrebbero così salvato l'anima attenendosi alle tradizioni pacifiste e neutraliste. Le argomentazioni di Signorile appaiono effettivamente di comodo. non tanto sulla cosiddetta «clausola dissolvente» - il cui fondamento nel quadro della posizione italiana di fronte alla NATO è discutibile-, che «avrebbe lasciato nelle mani dei governi nazionali la trattativa con l'URSS», quanto anche per i presunti ruoli •unificanti» che il PSI avrebbe potuto " assumere nei partiti socialisti europei «frammentati e divisi» sulla questione degli euromissili. A meno che l'onorevole Signorile non abbia già raggiunto un altissimo prestigio personale di fronte al socialismo europeo, il ruolo unificante del PSI può essere pari al suo 9,8% di consenso elettorale italiano mentre in effetti la reale consistenza politica del PSI è pari al 5.2% dell'intero corpo elettorale socialista europeo. E quel poco in più di potere contrattuale del PSI nell'Internazionale socialista si regge sulla vicepresidenza di Craxi, sui buoni uffici del PSDI, egualmente appartenente all'Internazionale, e su posizioni più chiare e meno ambigue. come sono invece quelle riproposte al PSI sulla questione degli euromissili. Ma dove effettivamente il vice-segretario socialista naviga nelle soporifere nuvole del wishful thinking è laddove egli afferma. con beata perentorietà, che «i socialisti italiani si sarebbero garantiti (con la mozione propria) un proprio spazio concreto di dialogo e di mediazione all'interno del Paese e soprat111110 fuori». Circa la mediazione «all'interno del Paese» non si capisce verso e tra chi mediare: tra il voto contrario comunista e quello favorevole di tutti gli altri partiti democratici. per trovare un quid mediato con un voto «favorevolmente contrario»? E su che cosa? Nel dare il voto a favore dissolvendolo subito dopo? Certo. nel l'Italia delle «convergenze parallele» e dei «governi della non-sfiducia» tutto è possibile: anche mediare sull'aria fritta. Mentre le mediazioni fuori del Paese possono appartenere a meditazioni solitarie e a ruoli più presunti che reali. provenienti dalle voragini della peggiore storia della politica estera di questo nostro Paese. L'onorevole Signorile dovrebbe trarre qualcosa di più dalla ricchissima storia dell'Italia. Ma dovrebbe rendersi conto che nel mondo di oggi nessuno prende più sul serio i pontefici che spartivano il globo in due fette: a oriente delle colonne di Ercole la Spagna. ad occidente il Portogallo. Né può prendere sul serio 25 DICEMBRE 1979
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