Il Leviatano - anno I - n. 8 - 25 dicembre 1979

Norberto Bobbio: «La superiorità del metodo democratico e quindi del liberalismo, dipende dall'essere fondato su quella visione antagonistica della storia che è la più alta espressione della civiltà moderna, una visione che, avendo ripudiato ogni finalismo, e ritenendo più importante il movimento verso il fine che non il fine medesimo, non permette di sacrificare il fine al metodo». A queste giuste osservazioni di Rosselli e di Bobbio sull'intervento storico negativo del marxismo nello sviluppo dei movimenti operai e democratici europei, va aggiunta una considerazione ulteriore. O, meglio, una correzione, che non sarà soltanto semantica. Per Rosselli, ciò che differenzia nella sua essenza il marxismo da ogni altro pensiero laico e democratico è la sua ambizione a costituirsi in sistema: cioè a comprendere e a spiegare organicamente la storia umana dall'inizio dei tempi per porre se stesso, esaurito il ruolo di mezzo di combattimento, a custode palingenetico della sua felice conclusione finale. La novità di un sistema siffatto, in cui scienza e credenza s'intrecciano, è che esso è qualcosa di meno e qualcosa di più di un sistema filosofico chiuso. La novità è che si tratta di un sistema ideologico. La novità vera ed esplosiva di Marx è nell'introduzione della ideologia, categoria fino allora ignota sia ai liberali che ai socialisti, nel cuore e nel cervello del movimento operaio proprio all'inizio del suo impetuoso sviluppo di massa. Proporrei perciò per differenziare ancora più nettamente e più precisamente il marxismo da ogni altro movimento moderno, di mettere l'accento più sulla ideologia che sul sistema. Perché nel marxismo è l'ideologia e non il sistema la fonte di tutto: è essa che fa nascere il sistema, è essa che lo chiude con le sue chiavi scientiste dall'esterno dopo avergli conferito una travatura soteriologica all'interno. L'ideologia è cosa molto complessa. Essa non è soltanto un insieme eclettico di credenze pseudoscientifiche. Non è soltanto un complesso di analisi socioeconomiche più o meno errate sull'inevitabile corsa al suicidio delle società capitalistiche. Ma essa porta in sé anche un dinamismo metafisico e totalizzante che sembra richiamarsi a certi fenomeni gnostici dei tempi antichi. L'ideologia diventa gnostica nel momento in cui, come la gnosi, si pone al centro del mondo per spiegarlo dal principio alla fine. Ecco perché lo gnostico era molto più intollerante del credente normale, così come oggi il social-marxista è molto più intollerante del socialdemocratico: perché entrambi hanno operato nel loro intimo un'usurpazione divina, entrambi conoscono a priori la volontà di Dio e l'itinerario della Storia, entrambi credono di tenere in pugno la chiave della verità cosmica. Rovesciati in termini atei, o se vogliamo laici, ritroviamo in Marx la stessa presunzione metafisica degli antichi gnostici, il loro stesso approccio onnipervasivo alla complessità dell'universo, il loro stesso meccaniIL LEVIATANO smo psicoteologico e salvifico nello spiegarne il destino. Per il marxista, come per lo gnostico, la verita è data per scontata: non si tratta di cercarla, ma di realizzarla. È da questo assioma ideologico che dal marxismo discende tutto un macchinoso ingranaggio di verità rivelate che riguardano l'economia, la politica, la sociologia, la filosofia, il diritto. l'arte, la letteratura, a religione, eccetera. L'ideologia, di cui Marx non è stato il detrattore ma il vero inventore, riassumerà e chiuderà in un blocco unico e sistematico tutte le componenti di questo complesso amalgama. Nascerà così il sistema ideologico marxista che non sarà propriamente né filosofia né sociologia; né politica né economia; né dottrina scientifica né una nuova teosofia atea. Che sarà tutto questo e, insieme, qualcosa di completamente nuovo da tutto questo. È tramite uno strumento siffatto, tramite l'ideologia inventata da Marx, che si compie la rottura non solo tra pensiero liberale e pensiero socialista: ma si compie, all'interno del socialismo medesimo, una frattura esiziale per il movimento operaio tra il marxismo e tutti quegli altri socialismi dell'epoca che Marx definiva con sprezzo «non scientifici». Caratteristica del continuo combattimento di Marx contro tutto e tutti sarà la versatilità: egli dichiarerà la guerra, nello stesso momento, al liberalismo e a tutti quei socialismi e anarcosocialismi del tempo che non coincideranno col suo. Abbiamo detto che nell'SOOci fu un archetipo del «fattore K» che si chiamava Marx il quale impedì la comprensione e la collaborazione fra liberali e socialisti e promosse la disgregazione stessa del fronte socialista del tempo. Ma c'è stato anche nella storia italiana recente l'altro «fattore K», il PCI, a impedire con la sua sola presenza e col ricatto marx-leninista la realizzazione di tante idee positive che animarono i LUIGI EINAUDI Il

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