Il Leviatano - anno I - n. 6 - 11 dicembre 1979

c'è libertà senza la repressione di chi attenta alla libertà. La libertà concreta è dunque una libertà limitata, vincolata, ristretta nei limiti della legge. In un Paese libero il limite della libertà non deve superare quanto sia necessario per mantenere in vita la libertà possibile. Se il vincolo è più forte, si uccide la libertà; se il vincolo è troppo debole, v'è solo la libertà del più forte. Ebbene, ci domandiamo: in Italia, v'è eccesso di ordine o eccesso di disordine? V'è troppo poca libertà o troppa libertà concessa a chi viola la legge e perciò attenta alla libertà altrui? Senza scivolare nell'ideologia, senza discutere con i sociologi delle cause ultime e senza polemizzare con i teologi sul paradiso che ci attende, il generale Piero Corsini, comandante dell'Arma dei carabinieri, ha dato la sua risposta: «Cari signori, qui c'è troppo disordine, troppa malintesa libertà per chi viola la legge, eccessivo garantismo, non per i pacifici cittadini, ma per i terroristi, i violenti, i delinquenti. E il troppo disordine si affronta con la repressione dei violenti, rafforzando le forze· dell'ordine, non indebolendole, smilitarizzandole proprio mentre i nemici della libertà sempre più si militarizzano». Di fronte a questo discorso di semplice buon senso si levano alte le grida di coloro a cui tutto quello che è successo non basta, che chiudono gli occhi di fronte ai disastri di riforme che invece di dare maggiore libertà hanno prodotto maggiore violenza, di comportamenti tolleranti che hanno incoraggiato chi violava la legge ad alzare il tiro. · no? IL LEVIATANO «Siamo in guerra», ha detto il presidente delJa Repubblica a proposito del terrorismo e ha ricordato giustamente il generale Corsini. Orbene, da quando le misure di emergenza da prendere in caso di guerra consistono nella smilitarizzazione dei corpi annati? Della polizia, in primo luogo; ma già chiedono lo stesso le guardie di finanza e le guardie carcerarie; e il progetto di coordinamento tra una polizia smilitarizzata e l'Anna dei carabinieri, che ha giustamente alvo, è previsto che il contratto stipulato col sindacato di polizia debba essere sottoposto all'approvazione del Consiglio di polizia, un organo per metà di nomina governativa. li movimento di cui lei fa parte ha dichiarato che procederà al tesseramento a partire da febbraio. Se entro quella data la riforma non fosse approvata, o se fosse approvata in modo difforme dai vostri auspici, proseguirete nell'iniz.iatiua intrapresa o rispetterete la legge? Noi rispetteremo la legge: l'abbiamo già detto chiaramente. Il ministro dell'Interno ci ha dichiarato che conta di far approvare la legge entro gennaio: per questo abbiamo previsto l'apertura deUe iscrizioni a partire da febbraio. lo questo momento c'è un vuoto legislativo: quando sarà colmato, esamineremo il testo approvato. Se ooo sarà soddisfacente, prenderemo tutte le iniziative che riterremo necessarie; in ogni caso, però, nel rispetto deUa legge. Virgilio Fichera li vu:e-,,iuston Virgilio Fielura • esponenJe del movùru,nto per la fomu,- zione di un sindaeato di pouva aulonomo da hllù k confederazioni. Dollor Fichera, il progello governativo di riforma di polizia prevede che le organizzazioni sindacali dei poliziolli non possano essere collegate con organizzazioni confederali. Qual è il suo giudizio in proposito? Noi siamo per un sindacato autooomo. Però riteniamo un errore quello di proibire, per legge, l'adesione dei sindacati di polizia aUe confederazioni. Anche perché si tratta di un divieto destinato, io ogni caso, a non essere rispettato. Se la legge proibirà questa adesione, cbe cosa impedirà che, accanto a una non adesione formale, nella sostanza si stabiliscano, sotto banco, rapporti di stretta collaborazione tra un sindacato di polizia e le confederazioni? Il problema, secondo noi, è diverso. I poliziotti, per la natura del loro ser• vizio, non possono scioperare. E' una limitazione, da noi accettata, della capacità contrattuale. Noi abbiamo detto al ministro che, per ovviare a questo inconveniente, sarebbe stato opportuno stabilire che la sede delle decisioni che riguardano i pol'ìziotti fosse un Consiglio di polizia, composto per metà da rappresentanti di nomina governativa e per metà da rappresentanti dei lavoratori eletti proporzionalmente secondo le varie liste sindacali, con la clausola che qualunque decisione dovesse esser presa col voto della maggioranza della componente sindacale. In altre parole, i rappresentanti di nomina governativa non potrebbero decidere formando una maggioranza con un solo rappresentan• te sindacale. Se si accettasse la nostra proposta, l'adesione a questa o quell'altra confederazione sarebbe un puro fatto ideologico, irrilevante ai fini sindacali. Non essendo accolta questa richiesta, succede invece che, io assenza del diritto di sciopero, le confederazioni possano offrire ai poliziotti gli strumenti di lotta deUe altre categorie: i metalmeccanici possono, per esempio, scioperare in luogo e per le richieste dei poliziotti. lo questo modo si favorisce un sindacato di polizia confederato. L'adesione non è più ideologica, ma basata sui vantaggi che le confederazioni possono offrire e i sindacati autonomi no. 9

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==