Il Leviatano - anno I - n. 6 - 11 dicembre 1979

cosiddetti «pareri di conformità•, cioè autorizzazioni amministrative ad accedere al credito agevolato e alle ~ovvenzioni a fondo perduto, emesse dal ministro per 11 Mezzogiorno. su delibera del CIPE. I «pareri• portano firme illustri. da Pastore a Taviani ad Andreotti fino a De Mita. La decisione del CIPE comportava la responsabilità collegiale del massimo organo di politica economica del paese. Solo nell'ultima relazione del governatore della Banca d'Italia è stato rivela_toautore~~lmente l'enorme ammontare dei pareri d1 conform1ta emessi e che già nel 1975era stato v_alutato a oltre 7000 miliardi. Sulla base dei «pareri• s1 apnva negli istituti di credito a medio termine !'_istruttoria in merito all'investimento previsto. E qui s1 poneva subito il dilemma: si doveva contraddire il giudizio di validità di una specifica iniziativa oggetto del «parere» espresso dal CIPE, oppure limitarsi, accettandolo, alla sola ricerca di garanzie? Ma era pensabile che alcuni banchieri che dovevano la loro nomina (o aspettavano la loro riconferma) a uomini politici presenti nel CIPE potessero poi contraddirne le scelte 9 E' vero che qualche volta l'apparato delle banche e qualche singolo amministratore ha cercato di difendersi con successo; ma molte altre volte si è ceduto dopo una resistenza vera o di facciata. Per chi aveva compiti di controllo risultava poi compito arduo ed ingrato esprimere giudizi e adottare provvedimenti c_hepotevano suonare sconfessione di decisioni politiche prese spesso con toni da trionfo. La magistratura italiana è nei mesi scorsi intervenuta in sede penale per accertare responsabilità e colpi_re illeciti. Ma !I problema rimane in primo luogo politico: s1 tratta d1 stabilire delle regole di comportamento le quali consentano ai politici di dare solo indirizzi generali e ai banchieri di operare le singole scelte. assumendosene la responsabilità. prima che penale, professionale. Sarebbe un contributo. e non certo il meno importante, a quella «riforma morale• della quale parla con giusta insistenza il segretario del PSI. Sandro Petriccione Le culle del te"orismo Di TANTO IN TANTO, ALL'INDOMANI DI QUALche nuova impresa del terrorismo, da parte di taluni esponenti politici si levano voci di denuncia circa le compl~cità e gli aiuti di cui godrebbero, in sede internaz1ona~e. i brigatisti rossi. Stranamente, però, queste voci durano soltanto lo spazio di un mattino, n_onsono mai chiare circa l'esatta connotazione poliflco-geografì_ca di tali complicità ed aiuti, e restano pertanto prive, ogni volta, di qualsiasi concreta conseguenza. Tolti ovviamente i comunisti(che quando alludono a un intervento d' oltrefrontiera nelle vicende del terrorismo nostrano si riferiscono sempre alla CIA, pur senza magari nominarla), i politici di parte democratica sembrano infatti estremamente riluttanti a spiegare ad alta voce quello che sanno benissimo: e cioè che dietro il terrorismo brigatista si muovono i servizi segreti dei paesi del blocco sovietico, cecoslovacchi e cubani in prima fila. Al riguardo, i precedenti e leprove non mancano di certo. Pensiamo ai killers della « Volante Rossa, (il gruppo te:rorist(co formato da giovani ex-partigiani che opero a Mi/ano dal /945 al /949) rifugiatisi a IL LEVIATANO BRIGATISTI ROSSI P_raga,_dove tuttora si trovano, dopo la loro identifìcazwne da parte della polizia; pensiamo ad Augusto Vie/, esponente della banda «XXII Ottobre», accompagnato da Feltrinelli a Praga dopo l'omicidio de/fattorino del/' IACP a Genova; pensiamo a Curcio e a Franceschini, trovati inpossesso, al momento del loro arresto a Pinerolo, di passaporti pieni di visti d'ingresso e di uscita dalla Cecoslovacchia; pensiamo al defunto brigatista Fabrizio Pelli, già dipendente di Radio Praga, e a Maria Rosaria Biondi recatisi in Cecoslovacchia poco prima di partecipar; alla strage di Patrica. E ci riferiamo ancora, per arrivare ai giorni nostri, lii due lanciamissili sovietici trovati inpossesso di Daniele Pifano nonché alle voci che circolano da tempo a Roma a proposito di un collegamento diretto tra il collettivo di via dei Volsci e l'Angola (dove risiedono ventimila soldati cubani), per non parlare poi della presenza a «Onda Rossa, (l'emittente radiofonica del gruppo) di un «giornalista• che ha lavorato per anni nelle radio dei paesi del 'Est. Ricordiamo infine la nota fatta circolare ai primi di novembre dal SISMI, il nostro servizio di sicurezza militare, nella quale si confermava autorevolmente quanto già si sapeva, ovverossia che numerosi profughi cileni, dopo aver soggiornato a Cuba, sono stati spediti in Italia per inserirsi nelle formazioni terroristiche nostrane (uno di costoro morì tempo fa a Torino, vittima dello scoppio anticipato di un ordigno che stava preparando per un attentato). Da Praga ali' Avana a/l'Angola, il cerchio si chiude con i campi di addestramento alla guerriglia allestiti per i palestinesi nel libano e nello Yemen del Sud sotto la guida di istruttori cecoslovacchi, cubani e tedesco-orientali, campi dove sono finora transitati, dal 1968 ad oggi, circa duecento militanti della sinistra extra-parlamentare italiana. Resta solo da chie<!ersi,a questo punto, perché nessun uomo politico d1parte democratica, con responsabilità di governo o meno, abbia mai avuto il coraggio di denunciare pubblicamente e con chiarezza le responsabilità dei servizi segreti dell'Est nella sanguinosa opera di destabilizzazione in atto ormai da un decennio nel nostro Paese. In una materia come questa, non ci sembra davvero che possano bastare le mezze parole e le allusioni più o meno velate. Grulfo :laccarla 7

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