Il Leviatano - anno I - n. 6 - 11 dicembre 1979

I FASTI D'ITALIA I di Venerio Cattani I comunisti di complemento scoraggia: «Se il governo accet~ la vostra proposta e l'URSS rifiutasse, che cosa fareste?•. -Noi non ci rivolgiamo come partito all'URSS•, svirola Buralin.i. •Perché no? - suggerisce l'intervistatore -. Come comunisti italiani avete Un peso notevole nei confronti del PC dell'URSS•. Buralini deve averlo guardato come per dire: •Giovanotto, chi credi di sfottere?•. Ma l'incauto insiste: •E' vero che Ponomarev non si è dimostrato molto soddisratto?-. Allarmato, Bufalini risponde: •Anzi, mi è sembrato molto cordiale•. Il che significa: •Manigoldo, vuoi farmi litigare con i parenti?•. Infine Rossi azzarda: • Ritorniamo a che cosa fareste se iJ governo accettasse e l'URSS respingesse la vostra proposta•. Risposta: «Noi non abbiamo discusso l'ipotesi che lei ra•• Credevo di aver visto tutto, in trenta anni di politica. Invece no. Mi mancava Scalfari che detta la politica estera del PCI. Voi pensavate, come me, che la politica estera del PCI la racessero Ponomarev, Pajetta e Rubbi. Se non che, giovedì 29 novembre, guardo -La Repubblica• e rimango di stucco. «Aspettiamo la risposta del Cremlino•, titola l'editoriale. Niente di meno. «La Direzione del PCI ha accolto integralmente la proposta che il nostro giornale aveva formulato... Provenendo dal maggior partito comunista occidentale, si tratta di una decisione di eccezionale importanza, che dissocia il PCI dalle posizioni piattamente filosovietiche•. U titolo di apertura è: •Il PCI contro gli SS 20•. Naturalmente, leggendo la risoluzione della Direzione si capisce benissimo che il PCI è contro i Pershing e i Cruise: stabilito questo, invita l'URSS a sospendere la costruzione dei suoi missili. Insomma, quelli che ci sono, in Russia, ci rimangono; e in Italia restano sok> quelli in dotazione al Reggimento lan• ciam.issili • Pi(ano•. Bella e rara l'intervista a Bufalini sulla -Repubblica• del giorno dopo. •Onorevole BufaJini, come è arril'ato il PCI all'atteggiamento che ha preso sulla questione dei m~m? ... Evidente• mente il redattore, Giorgio Rossi, si aspettava che Buralini gli rispondesse: -Grazie a Scalrari. che ci ha spiegato tutto•. Macché: l'ingrato gli ricorda che quella posizione era stata anticipata da Natta, Pajetta, Rubbi e lui stesso, sottintendendo che Scalrari aveva scoperto l'acqua calda. Ma il Rossi non si E qui si rivela la differenza tra i comunisti professionali e i comunisti di complemento, come quelli della «Repubblica•. I primi sanno benissimo distinguere tra le cose serie e quelle che raccontano per stupire i loro compagni di giuochi. I secondi, non solo credono che i giuoc.hi siano la realtà, ma si convincono persino di averli inventati loro. BLOCKNOTES ' Tecniche di chimica bancaria UN OSSERVATORE PARACADUTATO DALL'Estemo che non sia addentro alle cose italiane incontrerebbe non poche difficoltà a darsi spiegazione di una serie di fatti di grande rilievo che hanno coinvolto importanti gruppi induslriali e istituii di credito. Se la crisi internazionale della fine del 1973 ha bruscamente mutato i terms of trade e reso irrealistiche le prospettive di mercato sulle quali si fondavano audaci calcoli aziendali, meno comprensibile potrebbe apparire il perché alcuni istituti di credito abbiano per anni praticato così decisamente la tecnica della monocultura, da finire col legare inscindibilmente il loro destino a quello di singole imprese industriali. Quali siano queste imprese e questi istituti è facile oggi rilevare scorrendo, accanto alle pagine economiche dei giornali. le cronache giudiziarie. Si tratta. accanto ad alcuni gruppi delle Partecipazioni Statali, di colossi induslriali cresciuti all"ombra del credito agevolato e nelle poco odorose serre dei «pareri di confonnità•. Con il denaro ottenuto a tassi molto più bassi di quelli di mercato e con sussidi a fondo perduto assai consistenti, ogni decisione di investimento diveniva conveniente: anzi diveniva tanto più conveniente quanto maggiore era il capitale d'impianto. Di qui lo sviluppo in Italia. ma soprattutto nel Mezzogiorno, dove è più facile gabellare per beneficio della collettività i propri interessi aziendali. degli impianti appartenenti al settore chimico (e in particolare petrolchimico) e siderurgico. con una proliferazione di iniziative che. già prima della crisi del 1973, 6 poneva problemi di capacità in eccesso e di localizzazioni sbagliate. Questa assurda situazione si è detenninata con l'acquiescenza - e spesso con l'attivo sostegno - di istituti di credito che - a seconda delle occasioni - hanno consentito l"indebi1amento a medio e a breve termine delle imprese interessate alla frenetica corsa all"espansione della capacità produttiva fino al 1974. Eppure - si potrebbe osservare - il sistema bancario italiano come venne foggialo dal regime fascista dopo la crisi del 1930 è forse il più accenl rato di tutto il mondo occidentale e poteri di indirizzo e capacità di controllo non mancano a chi ha il governo del credito. La risposta può essere data soltanto facendo esplicito riferimento al ruolo che la politica ha svolto nell'orientare quelle che un tempo erano gelose prerogative dei banchieri; per alcuni dei quali risultava molto più facile adeguarsi alla direttiva politica anziché contrastarla mettendo a repentaglio i propri rapporti con i detentori del potere. Prendiamo il caso degli impianti chimici di Ottana. nel centro della Sardegna. li settore delle fibre è entrato in crisi su scala mondiale; ma - si studia sui manuali di tecnica industriale - sono gli impianti meno moderni a divenire marginali e a correre il rischio di uscire dal mercato. Invece, a causa della struttura dei costi dipendente da un'ubicazione sbagliata. gli impianti appena ultimati della Fibra del Tirso e della Chimica del Tirso vengono mantenuti in vita artificialmente attraverso l'erogazione di sussidi ottenuti impiegando norme e procedure che, alla solitamente cauta •Rivista delle Società-, fanno titolare un articolo This is the worst. Quali siano le origini di simili madornali errori è opportuno ricordare nel momento in cui. attraverso la legge di •ricapitalizzazione~ di alcuni istituti di credito. si è compiuto il primo passo su di una strada sulla quale è difficile tornare indietro e che porta a far pagare alla collettività gli errori compiuti senza che ne vengano accertate le cause e penalizzati i responsabili. Bisogna ricordare il ruolo nefasto svolto dai I I DICEMBRE /979

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