Il Leviatano - anno I - n. 6 - 11 dicembre 1979

di effettiva autonomia, scegliendo le proprie alleanze secondo le circostanze, per quanto riguarda invece il problema del governo, nella situazione presente l'interlocutore non può che essere la Democrazia cristiana. L'associabilità del Partito comunista al governo, soprattutto per ragioni oggettive di politica internazionale, non mi pare oggi proponibile. La collaborazione con la Democrazia cristiana deve però avvenire su una base paritaria, ciò che implica il pieno rispetto del peso effettivo che la Democrazia cristiana e l'area dei partiti di democrazia socialista e di democrazia laica hanno nel paese. L'obiettivo che ci possiamo proporre nel lungo periodo può essere però anche diverso. Lavoriamo nella prospettiva di un'alternativa effettiva di potere e di governo del paese. così come accade negli altri paesi di democrazia occidentale. E' un obiettivo, questo, non raggiungibile nell'immediato; ma possibile, nel futuro, a due condizioni: la prima è il rafforzamento del consenso per i partiti di democrazia socialista e di democrazia laica; la seconda è un avanzamento del processo di revisione del Partito comunista in senso occidentale. Gli ultimi atteggiamenti del PCI vanno in verità nel senso opposto: la polemica dura condotta nei confronti di Amendola e le recenti posizioni di politica estera non aumentano le nostre speranze. Compito nostro resta però quello di sollecitare il Partito comunista a una revisione idelogica che lo porti ad approdare alle sponde della democrazia e a una scelta di politica internazionale effettivamente autonoma rispetto ali' Unione Sovietica. Si parla di difficoltà del governo, privo di una maggioranza parlamentare. Anzitutto qual è la sua opinione a proposito di una possibile crisi di governo? In secondo luogo, ammesso che il governo superi i prossimi mesi, dopo il congresso della Democrazia cristiana ritiene proponibile la formazione di un governo che comprenda anche gli altri partiti laici"! lo mi stupisco che ci si stupisca che questo governo non abbia la maggioranza. Lo sapevamo dal primo giorno che il governo non ha una maggioranza. Ha soltanto un'astensione. che mai abbiamo considerato troppo benevola. del Partito repubblicano e del Partito socialista. Dopo le elezioni di giugno non esistevano le condizioni politiche per formare una maggioranza parlamentare e un governo stabile. Una crisi oggi vedrebbe la stessa confusione. le stesse difficoltà di giugno; anzi. la situazione si è probabilmente ancor più aggravata. con il rischio. questa volta maggiore di quanto non era pensabile l'estate scorsa, di un nuovo ricorso a elezioni politiche anticipate. Dobbiamo cercare di governare. per quanto possibile. nelle condizioni di minoranza nelle quali il governo si trova. cercando per lo meno di combattere quelli che sono gli aspetti più gravi della crisi italiana: l'inflazione. la disoccupazione, il terrorismo. Nello stesso tempo, dobbiamo operare sul piano politico per creare quelle condizioni che consentano a questa ottava legislatura di soprav- /L I.F.VIATANO vivere. Le possibilità di formare una maggioranza stabile sono legate al congresso e alle scelte della Democrazia cristiana. Se la DC, nel suo congresso del prossimo febbraio, rimane in una situazione di confusione e di incertezza, c'è poca speranza che si riesca a salvare questa legislatura. Se la DC compie delle scelte sufficientemente chiare, questa legislatura potrà salvarsi con un'intesa tra i cinque partiti - Democrazia cristiana, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani-, che dia vita a una maggioranza - non arroccata in se stessa, ma aperta e sensibile ad altre posizioni -, che sia solida e che dia vita a un governo stabile, magari con un accordo di legislatura. Sarebbe più agevole raggiungere questa coalizione parlamentare e di governo se ci fosse una sufficiente coesione tra i partiti di democrazia laica e di democrazia socialista. Se i nostri quattro partiti ponessero con forza alla Democrazia cristiana il problema di una scelta chiara per arrivare alla maggioranza a cinque. non c'è dubbio che anche il congresso della DC ne sarebbe fortemente influenzato. Vi sono colpe della Democrazia cristiana, ma è colpevole anche chi, all'interno dei quattro partiti, non opera per una intesa che ponga la Democrazia cristiana di fronte alle sue responsabilità. PIETRO LONGO 5

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