UNIONE SOVIETICA DOMENICO SETTEMBRINI C'è chi pensa alla <<terzavia>> PER IL LEITORE DESIDEROSO DI UN'ONESTA informazione sulla realtà sovietica molto opponuna è cenamente l'antologia della Cronaca degli avveni• menti correnti, presentata con sobrietà e rigore da Piero Sinatti (Il dissenso nel/'Urss nell'epoca di Breznev, Vallecchi). Attraverso il quadro agghiac· ciante di «quel ·Gulag fuori dal Gulag' che è la società sovietica di oggi», le pagine di questa porten• tosa impresa del dissenso illustrano. come scrive Sinatti. «la sostanziale continuità con l'epoca stali• niana» del regno di Breznev. Naturale perciò che il dibattito ideologico, anch'esso riportato nella Cro• naca. verta sul modo migliore di uscire dal totali• tarismo. Ma si resta veramente colpiti dall'appren• dere come anche in Urss al centro delle discussioni sia il problema della terza via. tanto che da questi documenti deriva un prezioso insegnamento per la si• nistra dei paesi europei. Là, come qua, chi paventa un mutamento radicale perché travolgerebbe i valori del sistema, nega che esista un'alternativa praticabile tra il collettivismo totalitario e il capitalismo liberaldemocratico e so• cializzato - «in generale nella lotta ideologica, asse· . risce la pubblica accusa nei processi contro i dissi• denti. non c'è una terza via; o sei per il potere sovietico, oppure sei un nemico». Si tratta ovvia• mente di un'identità solo apparente poiché dietro la simmetria delle posizioni c'è in realtà un'antitesi radicale. Là infatti ciò che con l'immobilismo si intende preservare è il dominio incontrastato della nuova classe. basato sulla repressione sistematica delle più elementari libertà individuali. Qua invece il bene di cui si teme la perdita in caso di mutamenti sconsiderati è quella stessa libertà individuale. che una fuoriuscita dal sistema condannerebbe all'estin• zione, e di cui è parte fondamentale proprio la pos· sibilità per ognuno di contribuire a provocare quei cambiamenti a cui realmente aspira. Emerge tuttavia da questi documenti anche una analogia tra l'atteggiamento delle masse sovietiche e di quelle di alcuni paesi dell'Occidente. che dà la misura di quanto poco sia artificiale. oziosa. e quindi accantonabile. benché indubbiamente pericolosa. la discussione intorno alla terza via. Alla insoddisfa• zione di massa che qua si riscontra per un sistema che pure ha dato ai più opport~tà in passato ad• dirittura impensabili. corrisponde iìif-1ttinel popolo dell'Urss una sostanziale diffidenza verso i dissiden• ti. e quindi un consenso. sia pure passivo. sia pure non senza riserve. verso un sistema che a noi appare. ed è in effetti. la negazione più atroce delle aspirazioni più elementari dell'uomo. Di questo infatti. che rende tanto più meritevole la loro battaglia. molti dissidenti sovietici sono perfettamente consapevoli. La cronaca riporta infatti articoli del Samizdat dove si legge: «Cercando di ottenere una legislazione u democratica. indipendente dal partito. dal potere, dalle classi, il movimento deve capire che negli strati più bassi della nostra società le tesi democratiche non sono popolari, poiché minacciano il socialismo, sentito dalle masse come un bene: assenza di capitale privato, presunto carattere popolare delle fondamen• ta dello Stato, assenza di disoccupazione, godimento gratuito di alcuni beni, presunta soluzione integrale della questione nazionale, il comunismo come obiet· · tivo ideale». Di qui un monito che vale anche per l'Occidente: «questo atteggiamento delle masse ver• so il socialismo deve essere preso in considerazione nella propaganda dei democratici». Il fatto è. in altre parole. che le masse di qualsiasi paese, non per una perversione ma per un riflesso spontaneo di quella contraddittorietà che è in tutti. aspirano, almeno tendenzialmente, all'impossibile. Vale a dire che vorrebbero i vantaggi del produrre. senza le fatiche e i condizionamenti che del produrre rappresentano il costo ineludibile. L'ha chiarito co-- me meglio non si potrebbe. in un'intervista al· I'«Espresso», il dissidente sovietico Aleksander Zino-- viev. «Il popolo russo vuole mangiare bene, vestir bene, avere belle case, divertirsi nel tempo libero, dare ai figli una buona educazione, proprio come in Occidente. Ma le forme sociali del vivere occiden• tale, la maggioranza del popolo russo non le accetta. tende anzi a conservare quelle in cui vive già. E qui sta la contraddizione: l'attuale sistema sociale del popolo russo esclude categoricamente il benessere materiale del modello occidentale. Fondere benes• sere occidentale e sistema sociale comunista non è possibile». Ecco allora la necessità, per tenere conto di questo stato d'animo delle masse. di far balenare la pos• sibilità di una terza via, che realizzi le loro contra• stanti aspirazioni. Il problema si pone però in manie• ra radicalmente diversa ai dissidenti sovietici in Oriente e ai socialisti avversi al comunismo in Occi• dente. Là i comunisti hanno il potere, e di terza via non intendono sentir neppure parlare. sicché bisogna presentarla in una versione che tenga conto dei loro interessi, che non appaia direttamente minacciosa per il loro potere. Ma liberalizzare almeno parzial· mente l'economia per venire incontro all'aspirazione delle masse, mantenendo tuttavia il più possibile im• Fino al 31 dicembre l'abbonamento al Leviatano è più conveniente Chi si abbona entro il 31 dicembre 1979 paga solo 10.000 lire l'abbonamento fino al 31 dicembre 1980 Conto corrente postale n. 58761008 Intestato a «Il Leviatano» via dell'Arco di Parma 13 • 00186 ROMA I I DICEMBRE 1979
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