dire che negli Stati in cui i poteri sono divisi l'aggressività viene «introiettata», mentre negli Stati in cui i poteri sono concentrati l'aggressività si proietta all'esterno. Più dettagliatamente: gli Stati del primo tipo appaiono caratterizzati da un alto grado di conflittualità interna tra le classi, che tuttavia la presenza di una «casta» politica, accanto ad una «casta» economica, riesce a contenere entro limiti sopportabili; d'altra parte la presenza della società civile, e quindi di una casta economica, accanto allo Stato e alla casta politica e militare, costituisce un freno alle imprese di quest'ultima. Negli Stati del secondo tipo, invece, l'inesistenza di una società civile e di una casta economica accanto allo Stato e ai politici produce un basso grado di conflittualità interna tra le classi, ma non può frenare in alcun modo gli istinti aggressivi della casta politica e militare. Nei fatti, la riluttanza e la lentezza con le quali le società «liberali» entrano in guerra è proverbiale: «il primato della politica interna su quella estera, che non può mai agire con decisione prima di essersi assicurata il favore dell'opinione pubblica e dei grandi partiti della nazione» (Ritter), è all'origine di tale comportamento; all'opposto, le società in cui i poteri sono concentrati si mobilitano e agiscono con estrema rapidità. Non è chi non veda come la rapidità nel concempimento e nell'esecuzione delle azioni politiche e militari. oggi, caratterizzi l'Unione Sovietica, il Vietnam e la Cina, non certo l'America. Come ha riconosciuto Alberto Jacoviello, «in questi ultimi anni i marines non sono sbarcati da nessuna parte. Soldati con altri emblemi sono invece intervenuti in più punti del mondo e non sempre chiamati per fornire un' "aiuto fraterno e disinteressato"» (Intervento precongressuale, «Rinascita», 23 febbraio '79). Si potrebbe aggiungere che i consumi e l'alto tenore di vita, il gusto dei piaceri e del superfluo.effetti inevitabili dell'autonomo progredire della società civile, non invogliano a combattere: la «scomodità» della guerra non era l'ultimo dei motivi che stavano dietro l'avversione di Hobson - una delle fonti, come è noto, del «saggio popolare» di Lenin - nei confronti dell'imperialismo britannico (che agli occhi di Hobson si legava, è opportuno rilevarlo, anche alla ripresa del militarismo - l'esercito stanziale nasce, in Inghilterra, all'epoca della guerra con i Boeri - e al «predominio della politica estera su quella interna»). Inversamente, chi è abituato a un tenore di vita più basso non incontrerà difficoltà ad adattarsi alla vita militare, nella quale, forse, potrà trovare quelle soddisfazioni che gli mancano nella vita civile. Ora, tornando al discorso di partenza, se è certo che Marx - come abbiamo detto - non vedeva di buon occhio la «separazione» di Stato e società civile, è altrettanto certo che egli non desiderava l'assorbimento della seconda nel primo (la Critica del '43 ne è una prova). Marx IL LEVIATANO auspicava piuttosto .il contrario: lo Stato e la politica, infatti, come il capitale, sono «proiezioni» della società civile (esattamente, sono «nessi sociali» separati dagli individui - che sono diventati perciò individui «privati» - e proiettati nell'al di là grazie a un processo di alienazione), e, come tali, sono destinati ad essere riassorbiti da quest'ultima, che viene così a perdere il suo carattere «atomistico». Oggi possiamo dire che Marx pecca di «riduzionismo»: né la politica né lo Stato sono riducibili all'economia e alla società civile, e la coesistenza delle due sfere non costituisce alcuna «contraddizione». D'altra parte è certo che, costretto a scegliere tra un sistema in cui «il politico» e «il sociale» sono distinti, e un sistema in cui esiste solo il politico, lo Stato, Marx avrebbe scelto il primo. Se le cose stanno così, la sinistra, di fronte ai recenti avvenimenti mondiali, non può limitarsi ad auspicare la pace, ma deve contribuire a creare le condizioni perché gli istinti aggressivi siano «introiettati» all'Est come già lo sono all'Ovest. L'operazione non è indolore: ridare fiato alla società civile significa anche reintrodurre elementi di instabilità nel corso di un Paese. E tuttavia, di conflitti sociali (controllati) non si muore, di guerra sì. Circolo Stato e Libertà Solgenitsin e r Occidente Il discorso di Harvard e l'eco nella stampa In vendita presso Circolo Stoto e Libertà, vi4 Bacco di Leone, 78 - Romo. Telefono (06) 689586/7 • Pogomento con assegno o francobolli • Lire 2.000 13
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