Il Leviatano - anno I - n. 5 - 4 dicembre 1979

AREA LAICA PRI e PSI, partiti storici della democrazia Intervista con GIOVANNI SPADOLINI SENATORE SPADOUNI, NON .C'È ~UBBIO CHE QUELle tra pensiero liberaldemocratico e pensiero socialista riformista siano differenze di non poco conto, fondate su tradizioni teoriche e politiche diverse e consolidate nel corso di molti decenni. Ciò non impedisce tuttavia a socialisti e liberali di collaborare al governo in vari Paesi europei. Ritiene possibile, senza offuscare le divergenze, identifacare, anche in Italia, dei punti di possibile intesa tra i partiti delle aree di democrazia liberale e socialista, abbastanza rilevanti da configurare una specie di programma di governo? Intanto bisogna intendersi su chi rappresenti in Italia l'eredità del pensiero liberale, «liberal» nel senso anglosassone. Il partito liberale si costituisce nel nostro paese quando lo Stato liberale ha già cessato di esistere, dopo la marcia su Roma; è quasi una malinconica confessione di impotenza, nell'estremo autunno del 1922. In Italia è esistito, dal Risorgimento al fascismo, lo Stato liberale, con tutti i suoi limiti idelogici e oligarchici; ma non un partito liberale in senso moderno. li rimprovero degli «antigiolittiani» a Giolitti è di aver concorso, col suo sottile trasformismo progressivo, a impedirne la costituzione, quando nel primo decennio del secolo - già formati organicamente i partiti della sinistra democratica o classista, cioè repubblicani, radicali, socialisti stessi - ciò era possibile. L'area della democrazia liberale quindi, nel nostro paese, si confonde piuttosto con l'area della democrazia repubblicana. Non a caso democrazia repubblicana si chiamò il nucleo scissionista dal partito d'azione nel 1946, quello cioè che rifiutava la caricatura di un secondo o terzo mini-partito socialista. E non a caso venti anni prima e più, Giovanni Amendola - che era un liberale classico, quiritario - chiamò «Unione democratica nazionale» il nucleo di questo grande partito democratico-riformatore, e tendenzialmente già repubblicano dopo il tradimento della Monarchia rispetto ali' Aventino. Non fece riferimento in nessun senso al termine «liberale». Ci sarà stata pure una ragione. Ecco perché individuo punti di convergenza e di contatto fra l'area della democrazia socialista e l'area della democrazia laica, o laico-repubblicana. In questa area. almeno fino al 1976, il partito liberale ha pesato poco o niente (con la sola eccezione del gruppo del «Mondo», che non a caso ruppe presto col PLI e costituì il 8 MARIO PANNUNZ/O primo partito radicale, alleato dei repubblicani nelle elezioni del 1958). Con l'avvento della sinistra liberale alla guida del partito, i liberali si sono avvicinati a talune posizioni da sempre sostenute dai repubblicani. Ma è una strada ancora lunga da percorrere. In Italia, però, le aree liberaldemocratica e socialista sono un po' congestionate. Vi sono due partiti membri dell'Internazionale socialista e due partiti affiliati all'Internazionale liberaldemocratica. Quali sono a suo parere le cause di questo sovraffollamento e quali le possibilità di un avvicinamento almeno tra i partiti ideologicamente affini? Il caso italiano è del tutto anomalo. Ma i partiti storici della democrazia italiana sono due, e solo due: i socialisti e i repubblicani. Nascono a distanza di pochi anni l'uno dall'altro: nel 1892 il socialista, nel 1895 il repubblicano (che però ha venticinque anni di anzianità clandestina, come movimento associativo e solidaristico, dei «patti di fratellanza»). Entrambi affondano le loro radici nel movimento operaio: riuniscono settori delle classi subalterne, in base a due impostazioni di rinnovamento sociale differenziate e in qualche misura contrapposte, che tali sempre resleranno (l'associazionismo mazziniano contro la lotta di classe). li radicalismo è in Italia un'eresia del repubblicanesimo. Ma tutte le istanze liberali-progressiste si muovono, fino all'avvento del fascismo, nell'orbita delle forze di democrazia all'opposizione come il PRI o a metà fra opposizione e governo come i radicali. La sola eccezione è Giolitti, sul versante liberale. I repubblicani possono stare nella federazione liberaldemocratica (non nell'Internazionale liberale. cui non appartengono) in quanto essa comprende partiti radicali e progressisti, che hanno avuto una storia simile ai repubblicani italiani e nulla di comune con le forze moderate o reazionarie, spesso assorbite nei variegati fronti liberali. Aggiungete che la parola «liberale» quasinonesistenellageografiapoliticafran4 DICEMBRE /979

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