Il Leviatano - anno I - n. 5 - 4 dicembre 1979

due tesi, l'una è in radicale contrasto con l'altra, l'una esclude l'altra. Nasconderlo alle «masse», è puro infantilismo - ma un infantilismo che prepara brulle sorprese per la democrazia. Tullo qui. Unoscandalo signorllel g.b. u N GRUPPO DI DEPUTATI SOCIALISTI HA PREsentato alla Camera una proposta di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare d' inchiesta sui rapporti tra l'ENI e l'Arabia Saudita. Primo firmatario (e non certo per ragioni di ordine alfabetico) è /'on. Claudio Signorile, ovverosia la medesima per.1ona insistentemente indicata come uno dei ben.Jiciari della tangente del 4% incassata da alcuni politici italiani per una operazione di acquisto di petrolio saudita da parte del/' EN I. Tra_- dollo in lire, questo 4% corrisponderebbe a 40 miliardi una cifra di fronte alla quale lo scandalo Lockheed e perfino quello troppo spesso dimenticato del/' ANAS diventano imbrogli di scarsa consistenza. Al momento in cui scriviamo, non sono ancora stati forniti elementi concreti circa l' ejfellivo coinvolgimento del/' on. Signorile in questa losca storia di tangenti, che se provata dimostrerebbe tra !' ~ltro come il contributo annuale dello Stato a, par/111non sia affa110 sostitutivo ( come vuole la legge a suo tempo appositamente varata) di certe discutibili fonti di finanziamento, ma semplicemente aggiuntivo. D'altra parte, sempre al momento in cui scriviamo, non risulta nemmeno che l'on. Signorile abbia provveduto a querelare tutti quei giornalisti che in un modo o nell'altro hanno fatto il suo nome con riferimento alla tangente dei 40 miliardi, . 11~ le dichiarazioni rilasciate dal governo in sede d, dibatti/o I FASTI D'ITALIA di Venerio èattani parlamentare sono tali da aver fugato ogni dubbio al riguardo. Se a questo si aggiungono le voci che circolano all'interno stesso del partito di cui /'on. Signorile è vicesegretario, risulta sempre più difficile non prendere in considerazione l'ipotesi che in tutta la vicenda qualcosa di vero ci possa anche essere. Nel PSI, infalli, si evidenziano da parte dei «colpevolisti» alcune circostanze e coincidenze non prive di significato. E cioè: I) il presidente dell'ENI dr. Mozzanti è amico personale oltre che politico dell'on. Signorile, al quale deve appunto la sua carica; 2) il fatto che nell'operazione ENI-Arabia Saudita_ appaiono coinvolti /'on. Signorile e /'on. Andreottl spiegherebbe finalmente lo strano atteggiamento cauto ed amichevole sempre tenuto dal vicesegretario del PSI nei confronti dell'ex-presidente del Consiglio anche nei momenti in cui la polemica antiandreottiana del/' 011. Craxi raggiungeva le sue punte più aspre; 3) in questi ultimi mesi l' 011. Signorile ha dimostrato di essere in possesso di ingenti mezzi finanziari, fondando due quotidiani in Puglia: nella sua circoscrizione elettorale, ed entrando assieme a 1111 ministro DC strellamente legato all'on. Andreotti nella proprietà di un quotidiano napoletano; 4) alla origine della rottura con l'on. Signorile da parte del/' on. De Michelis e di altri esponenti della sinistra del PSI non ci sarebbero soltanto ragioni di carattere politico, ma anche la protesta per essere stati tenuti ali' oscuro - come corrente - di quanto ricavato dall'operazione ENI-Arabia Saudita. Tullo questo che abbiamo riferito a puro titolo di cronaca è ancora troppo poco - si obietterà - per arrivare a certezze di tipo matematico. D'accordo, è perfettamente vero: ma è anche ed. an.cor più ve~o che giunte le cose a questo punto il vicesegretario del PSI non può più limitarsi, per salvaguardare l'onorabilità sua e dell'intero sistema politico di cui è autorevole esponente, a chiedere l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta. I Gtulf o Zaccaria forse era tale da bastargli finché campasse. Non aveva quindi bisogno di farne sfoggio e di parlarsi addosso con inutili citazioni. Scriveva, e soprattutto parlava, bene. I suoi discorsi erano sempre costruiti con logica e detti in un italiano perfetto. Un buonministro socialista Era uno dei pochil'l>oliticiche sapesse le lingue: anche questo gli fu addebitato come snob. Il mondo un po' grossolano dei deputati non gli perdonava quel tanto di ricerca di eleganza, ■ passione per il bridge e un risvolto di mondanità che si è tiratu dietro fino alla fine. De Martino prima, e poi il ..:Midas"',lo avevano fatto fuori mala• mente. Fu depennato dal Comitato centrale mentre era a casa con l'in• nuenza, confermando la vecchia regola socialista: «Chi si alza dalla seggiola è perduto•. Achille Corona è stato un buon ministro. Il suo periodo viene ricordato come iJ periodo aureo di un minfflero, queUo del turismo e spettacolo, che in Italia avrebbe dovuto -re lmportan• te e che invece è sempre stato preso come un ministero di rimbalzo. Naturalmente, -odo stato ministro del bestemmiato centro-sinistra, il mortorio non è stato clamoroso. Eppure, Achille era stato, a suo modo, un rilevante personaggio. Non era un bel carattere. Aveva i difetti comuni a gran parte deUa classe politica, una certa dose di vanità e di egocentrismo. Solo che, a differenza di altri, non sapeva dissimularli. E a chi lo conosceva ciò poteva renderlo sgradevole, e soprattutto lo rendeva vulnerabile. IL LEVIATANO Aveva però i pregi del politico autentico. Il suo giudizio sui falli politici era sempre azzeccato; il suo consiglio sempre avveduto. La sua fedeltà a Nenni era diventata un tratto caratteriale. Ricordo di averlo sorpreso più volte aUa Camera a •sorbire• le parole di Nenni al punto di ripeterle in silenzio con il movimento deUe labbra. Però, come allora usava, esponeva aJ \lecchio il proprio parere con franchezza assoluta, sostenendo vivacemente U contraddittorio; poi, se il parere di Nenni era il contrario, aUa rme lo accettava e basta. Era la nostra forma di •centralismo democratico,.: non tanto male poi, visto che il gruppo funzionava. Aveva un notevole bagaglio culturale, che la politica attiva non gli aveva poi permesso di aggiornare, ma che 7

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