Il Leviatano - anno I - n. 5 - 4 dicembre 1979

DA «LE MONDE» Anche se il tentativo non riuscì - grazie all'opposiziene-di un comunista·da sempre, cioè-del presidente jugoslavo Tito - non c'è dubbio che la ragion d'essere della sua esistenza, cioè lo sganciamento dai blocchi contrapposti, risulta gravemente ferita. A questa crisi va aggiunta quella gravissima dell'ONU, scaduta da centro del dibattito politico mondiale a mercato ove si acquistano e si vendono i voti delle micronazioni. Anche l'equilibrio militare tra i due blocchi risulta alterato, nonostante l'accordo sovietico-americano sui Sali 2 firmato a Vienna nel giugno 1979 da Carter e Breznev. Negli ultimi due anni. infatti. la superiorità militare dell'URSS in Europa ha raggiunto livelli tali da spingere la NATO a ristabilire l'equilibrio con un massiccio ammodernamento del potenziale missilistico posto a sua difesa. Che l'equilibrio militare in Europa risulti modificato è testimoniato dallo strenuo tentativo dell'URSS di attestarsi definitivamente sulle posizioni favorevoli raggiunte, come dimostra la martellante pressione sui paesi europei della NATO ai quali essa indirizza da mesi ammonimenti, lusinghe e minacce fino all'arrogante dichiarazione di qualche giorno fa a Bonn di Gromiko secondo la quale «l'URSS non intavolerà trattative con quei paesi che accetteranno il Pershing 2 e i Cruise» (con chi dunque Pajetta intavolerà le invocate trattative «al livello più basso»?) Non va trascurata infine la rottura dell'equilibrio militare navale nel Pacifico settentrionale ove, secondo una denuncia cinese, avallata dal direttore (in pratica il ministro) della difesa giapponese, la flotta russa con le sue 775 navi ha superato la consistenza delle flotte americana. filippina e giapponese messe insieme. Dulcis in fundo, anche l'equilibrio nucleare mondiale risulta modificato dallo scoppio di un ordigno atomico nel Mar australe annunciato drammaticamente da Carter e flemmaticamente smentito dal Su~ Africa a cui se ne è attribuita la paternità. E un accumulo che dovrebbe spaventare chiunque. anche il più ottimista degli osservatori politici. E se poi guardiamo con i nostri occhi di europei, non possiamo non tremare dinanzi all'abulico comportamento d1questa penisoletta del continente euroasiatico che si chiama Europa. Se sono ormai pochi i dubbi sulla debolezza e fragilità dell'attuale leadership americana che da un paio d'anni non riesce a controllare, e meno che mai IL LEVIATANO a volgere a suo favore, il più modesto avvenimento internazionale nonostante la nomea di paese «imperialista», ve ne sono altrettanto pochi sulla sostanziale irresponsabilità dell'Europa occidentale. Dalla crisi energetica del 1973 in poi l'Europa si va comportando nella politica internazionale con una abulia che non ha confronti e che solo l'inconscienza può considerare desiderio di distensione e di pace. Un intelligente osservatore di politica internazionale ha fatto notare, alcuni mesi or sono, che in occasione del vertice dei paesi industrializzati del1 'Occidente per trovare una soluzione comune al problema energetico. tenutosi a Tokio a fine giugno, tutti i primi ministri europei che vi avevano partecipato, chi prima chi dopo la riunione, si fermarono a Mosca. «Nella tradizione politica europea - scriveva un secolo e mezzo fa Karl von Clausewitz in Della Guerra -gli Stati si impegnano bensì, con trattati di alleanza offensiva e difensiva, a prestarsi reciproco appoggio, ma non al punto tale che ogni Stato debba fare proprie le inimicizie e gli interessi dell'altro. Essi si ripromettono solo reciprocamente il soccorso di un corpo di truppe di determinata enllta, ordinariamente poco considerevole, senza aver riguardo agli obiettivi di guerra e agli sforzi possibili del/' avversario. Con 1111 simile atto di alleanza, l'alleato non si considera impegnato•. Se tale tradizione vige ancora fra i paesi europei è evidente che la destabilizzazione degli equilibri internazionali, segnatamente in Europa, ha giocato e continua a giocare a favore di quella, fra le due superpotenze, che ha barato e che continua a barare di più: vale a dire l'Unione Sovietica. A proposito di Clausewitz, Lenin in Infantilismo della sinistra e spirito piccolo-borghese, ha scritto: «Se le forze s0110chiaramente poche, il mezzo principale della difesa è la ritirata nel cuore del paese. Chi volesse vedere in questa frase una formula di circostanza, adattata esclusivamente al caso in questione, può leggere nel vecchio Clausewitz, uno dei grandi scrittori militari, il bilancio degli insegnamenti della storia a questo proposito». Quanti., nella crisi attuale degli equilibri internazionali, confidano nel mantenimento della pace non hanno che da augurarsi che veramente l'URSS non esca «dal cuore del paese». Fino al 31 dicembre l'abbonamento al Leviatano è più conveniente Chi si abbona entro il 31 dicembre 1979 paga solo 10.000 lire l'abbonamento fino al 31 dicembre 1980 Conto corrente postale n. 58761008 Intestato a «Il Leviatano» via dell'Arco di Parma 13 - 00186 ROMA

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