Il Leviatano - anno I - n. 5 - 4 dicembre 1979

Mili,ary Power edito dagli uffici strategici di Londra, che è quanto di più attendibile ci sia in materia. e la superiorità è chiaramente documentata. Chi dice cose diverse non so dove prenda le sue informazioni. Per quanto riguarda la seconda parte del problema, cui prima ho accennato,. c'è da dire che il dibattito strategico non può limitarsi ai provvedimenti più urgenti. C'è anche un problema di medio e lungo termine. In questa prospettiva non è ragionevole pensare che l'Europa, con il suo patrimonio economico, demografico, con la sua civiltà. a distanza di trentacinque anni. continui ad affidare la propria difesa a un alleato. a un generosissimo amico come sono gli Stati Uniti, ma che rimane pur sempre un'entità distinta dall'Europa, con diversi interessi e a migliaia di chilometri di distanza. C'è dunque un problema di autonoma difesa europea. La sfera nucleare strategica può rimanere nelle mani delle grandi potenze, Russia e Stati Uniti: e tra di loro prosegua pure il dialogo per arrivare a un equilibrio e, possibilmente a una riduzione del potenziale. La componente nucleare di teatro invece potrebbe essere presa in mano dagli europei. non dai singoli Stati sia ben chiaro. ma dall'Europa nel suo complesso. Solo così un potenziale aggressore saprebbe di andare incontro a una risposta precisa. Un conto è se un ladro viene in casa sua e lei ha i suoi mezzi per difendersi: un altro conto è se il ladro sa che. per difendersi, lei ha bisogno di chiedere aiuto al vicino. L'Europa deve trovare la forma. per arrivare, nell'ambito dell'Alleanza atlantica. a parlare con l'altro partner, gli Stati Uniti, da pari a pari. Due voci che si integrino e si compenetrino: diversamente dalla situazione di oggi in cui, è vero, ci sono tredici voci attorno al tavolo. ma chi ha necessariamente la predominanza sono gli Stati Uniti. Ma, secondo lei, !"Europa ha la capacità tecnologica ed industriale per provvedere autonomamente al proprio arma~ mento? Direi di sì. Comunque. oggi. il problema non è questo. E' un problema piuttosto di volontà politica. Gli americani ci offrono gli strumenti per ristabilire l'equilibrio con la Russia nel campo delle forze nucleari di teatro. I mezzi dunque ci sono. Il problema è quello di far sì che la responsabilità dell'impiego sia devoluta ali' Europa. Ciò che io ipotizzo è un'assunzione di responsabilità da parte degli europei. È un discorso quindi più politico che tecnico. Un discorso per il quale gli americani sono peraltro d1sp?~ibili. Sia~o noi europei che, per vari mot1v1. non abbiamo trovato il punto d'accordo per potere parlare unitariamente. E' facile è difficile trovare questo accordo? Tutti dico.no che è difficile. Ma non era difficile anche fare la Co_munità europea? Eppure si è fatta. Marcia a fatica, è vero. però marcia. Come cambierebbe la situazione se le forze nucleari di teatro fossero in mani europee? La Russia attualmente è in grado di portare Il. LEVIATANO FRANCO BARBOLJNI un'aggressione contro l'Europa con le forze convenzionali. data la superiorità cui si è accennato, soprattutto contro le ali. che rappresentano il punto più debole, piuttosto che contro il centro dello schieramento. Ammesso che ci sia una volontà di aggressione - e in linea generale direi che c'è, perché, se l'aggressione in Europa non si è ancora avuta, la Russia è però all'offensiva in varie parti del mondo; ad esempio, ci sono ora venti battaglioni sovietici nell'Afghanistan -, la Russia deve calcolare quale può essere la possibile risposta. Risposta convenzionale. certo; ma rischio alquanto modesto di un arresto nucleare, anzitutto per la complessità delle procedure proprie dell' Alleanza e per i conseguenti lunghi tempi decisionali che portano a cercare con maggiore sollecitudine altri tipi di freno all'aggressione ed in secondo luogo per la minor volontà, rispetto al passato. degli Stati Uniti. unici detentori della chiave nucleare. di far ricorso a tale tipo di intervento davanti alla consapevolezza di una possibile ritorsione che inevitabilmente toccherebbe direttamente il loro territorio. li potenzia- .le nucleare sovietico assume quindi la funzione di vero deterrente all'impiego di quello NATO e non viceversa. Supponiamo invece, domani. di avere nuovamente un equilibrio nell'armamento nucleare di teatro e queste armi in mano agli europei: l'effetto dissuasivo sarebbe ben diverso sia da quello di una situazione di squilibrio, sia da quello in cui l'armamento non fosse nelle mani di chi si deve difendere. Rimarrebbe tuttavia lo squilibrio nell'armamento conven• zionale. Sì; e come ho detto mi sembra difficilmente 11

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