TROTSKIJ CON LA MOGLIE NATALIA in secondo luogo, per quello che essi non potrebbero dire. Essi dovrebbero dire, infatti, che il giudizio dato negli ultimi anni dal PCI sull'URSS coincide largamente con quello di Trotskij. Questi parlava di «Stato operaio degenerato»: operaio, perché in esso i mezzi di produzione e di scambio sono stati nazionalizzati e il capitalismo è stato tagliato alle radici («la nazionalizzazione del suolo, dei mezzi di produzione, dei trasporti e degli scambi, come pure il monopolio del commercio estero, formano le basi della società sovietica; e queste conquiste della rivoluzione proletaria definiscono ai nostri occhi l'URSS come uno Stato proletario»); degenerato, per i limiti attinenti all'esercizio del potere, detenuto dalla casta dei burocrati, attribuitasi privilegi di ogni genere. Casta, si badi, non classe. Trotskij, infatti, negava fermamente che la burocrazia sovietica fosse una nuova classe sociale poiché essa - diceva - «non ha titoli né azioni»' e «si recluta, si completa e si rinnova grazie a un~ gerarchia amministrativa, senza avere diritti particolari in materia di proprietà». In modo del tutto analogo i comunisti italiani sostengono la natura essenzialmente socialista della società sovietica, il suo carattere profondamen- ~edemocratico a livello della struttura; ritengono 1!1veceche ci siano seri limiti e gravi distorsioni a livello della sovrastruttura (anche se si guardano ~ene dall'usare l'aggettivo degenerato), cioè nel nspetto dei diritti individuali, nel funzionamento de~a _democrazia, ecc. Al pari di Trotskij, però, essi ritengono che il personale dirigente sovietico non costituisca una nuova classe, perché una classe, marxisticamente intesa, si definisce soltanto in ~apporto alla proprietà, e la proprietà, nell'URSS, e statale. Questo è quanto i comunisti italiani dovrebbero dire, riconoscendo la larga coincidenza fra la valutazione del PCI e quella di Trotskij a proposito IL LEVIATANO del giudizio sull'URSS. Ma evidentemente i tempi per questa ammissione non sono ancora maturi. C'è poi qualcosa che alcuni di loro probabilmente già pensano, ma che non possono dire. E cioè che l'analisi fin qui vista è insufficiente, ambigua e sostanzialmente inaccettabile. Infatti, definire l'URSS un paese socialista e democratico nella struttura, e autoritario e antidemocratico nella sovrastruttura, è un'operazione del tutto priva di senso, perché mistifica i fatti e non serve a capire. I fatti sono che la classe dirigente sovietica è appunto una classe, perché nel suo insieme controlla, attraverso le leve dello Stato e del potere politico, i mezzi di produzione e di scambio, l'accumulazione e il consumo, il modello di sviluppo e ogni aspetto della vita sociale e culturale. Poco importa - come osservava sarcasticamente Bruno Rizzi contro Trotskij - che la proprietà di questa nuova classe dominante sia registrata presso qualche notaio o nel catasto. Quello che conta è che la classe dominante sovietica esercita il proprio predominio economico-sociale, e che Io esercita attraverso un potere politico assoluto, fondato sul partito unico e sull'assenza di qualunque forma di democrazia politica. La società sovietica, dunque, è essenzialmente e profondamente antidemocratica a livello politico-istituzionale perché è tale a livello economico-sociale, e viceversa. Si tratta di due facce di un'unica e medesima realtà. Quando i comunisti si decideranno a dire queste cose, allora, e solo allora, essi potranno commemorare degnamente Trotskij, tutto Trotkij, senza assurde omissioni, riconoscendo l'importanza e i limiti della sua figura, dove egli ha avuto ragione (per aver avviato una critica sistematica dello Stato sovietico) e dove ha avuto torto (per l'insufficienza della sua critica). Fino al 31 dicembre l'abbonamento al Leviatano è più conveniente L'abbonamento semestrale al Leviatano costa 11.000 lire. L'abbonamento annuale al Leviatano costa 20.000 lire. Chi si abbona entro il 31 dicembre 1979 paga solo 10.000 lire l'abbonamento fino al 31 dicembre 1980 Conto corrente postale n. 58761008 Intestato a «Il Leviatano» via dell'Arco di Parma 13- 00186 ROMA 13
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