ricoperti di manifesti che, a nome delle masse, reclamavano la sua esecuzione come «elemento controrivoluzionario». La sorte di Teng non ci è dato conoscerla. Sappiamo invece della condanna a morte «eseguibile immediatamente)> (appelli? cassazioni? ricorsi?: formalità borghesi!) pronunciata il 25 ottobre scorso contro Wang Zhouxin, direttrice tra il 1971 e il 1973 della compagnia dei carburanti di Bingxian, accusata di aver truffato allo Stato la colossale somma di 500.000 yuan (quasi 300 miliardi). La condanna è interessante sia percM, visti i precedenti procedurali, è difficile valutare se la signora Wang debba essere considerata colpevole o no; sia perché, ammesso che sia colpevole - e fermo rimanendo l'orrore per la condanna a morte -, essa dimostrerebbe che i casi Lockhecd rispetto a quello che succede nei Paesi socialisti fanno la figura di un moscerino a petto a un elefante. Per regimi che pretendono di aver abolito lo sfruttamento e di essere egualitari, c'è da dire che non c'è male. un altro processo politico, contro la signora Fu Yuehua, accusata di aver organizzato marce di protesta per le vie di Pechino e di calunnia nei confronti di un uomo da lei denunciato per violenza carnale. Aprendo il processo, il giudice apostrofa Fu: «Lei deve essere sicuramente l'organizzatrice della protesta, visto che marciava davanti agli altri». Al che l'imputata pronta: «Certo. Se fossi stata l'ultima del corteo avreste detto che lo controllavo da dietro; se fossi stata nel mezzo, mi avreste accusato di essere proprio al centro». A queste parole la folla, riferisce Liu Qing, direttore di un'altra rivista non ufficiale, scoppia in un applauso prolungato. Il giudice, imbarazzato, rinvia il processo, che non è stato più ripreso. Da allora, inoltre, sembra che non si sia stato più, almeno a Pechino, alcun processo politico. Tra tanto squallore, una buona notizia. Sembra che il giorno successivo alla condanna di Wei Jingsheng, il 17 ottobre scorso dunque, al Tribunale di Pechino fosse all'ordine del giorno Ciò che, se confermato, getterebbe qualche luce sull'improvvisa decisione delle autorità cinesi di seguire d'ora in poi la procedura nei processi e farebbe prudentemente sperare, a scorno dei nostrani fautori della «democrazia socialista», che anche in Cina le cose stanno cambiando davvero. Giulio Savelli 8 La ftnlandiuadone dell'Europa Onesto, rispettabile e ammirevole popolo, U nnlandese. In poc:o più di mezzo secolo ha dato all'Europa akunl esempi senza confronti: ba pa1ato nno all'ultlmo soldo I debiti sia della prima sia della seconda 1ucrra mondiale. E per quest'ultima enormi trlbu• ti di san1uc, di sudore e di beni al suo strapotente vicino. E ancora out continua a pa1are U prezzo del silenzio verso l'URSS In cambio del suo auto1ovemo. Il suo cuore, U suo modo di vita, la sua cultura, la sua economia apparten1ono all'occldcntc europeo. Ma, come tutti sanno, 01nl finlandese si 1uarda bene dal formulare una benché minima critica alla Russia. Anzi, si sente In dovere di proclamare che ciii rifiuta di essere presente laddove qualcuno osteula quel suo potente vicino. Nella pubblicistica politica occldcntalc questa sua specialissima condizione ba fallo nascere Uconcetto di «flnlandlzzazlone» come una vera e propria catqorla della politica lntcmazlonalc. ProbabUmcntc esso entrerà ora anche In Oriente allorebé, al suo rientro In Cina, Il Presidente Hua Guofcng dovrà dennlre l'atteutamcnto di almeno tre del quattro Paesi curopel Come, Infatti, si potrà considerare l'atteutamcnto del aovcmo francett che si t addirittura rifiutato di rispondere alle valutazioni sull'qemonlsmo sovietico fatte dal leader clncae? E come l'attcglamcnto della Germania fc• dcralc la quale, con meno nnezza di• plomatlca, avvertiva l'ospite, prima di mettere piede In Germania dcll'«lnopportunltà» ch'egli esprimesse 1ludW sull'URSS? Dall'attcg&lamcnto Italiano tutti abbiamo registrato l'abuUca e Inconsistente risposta del presidente del consl• gllo Il quale, alla constatazione che «l'Europa subisce pressioni e minacce crescenti» fatta da Hua Guofcn1, rispondeva con la frase bizantina: «cercheremo di rafforzare cd estendere le convergenze &là esistenti». Tiriamo le somme su quel che sta accadendo da poco più di un anno nel rapporti URSS.Europa. Alla fine del 1978Breznev, con una lettera personale diretta al capi di governo, Invitava la Francia, l'Inghilterra, la Germania e l'ltalla a non fornire materiale belllco alla Cina. Dalla seconda metà del corrente anno, L'URSS ha esortalo In tutti I modi I paesi europei a far pres• slonc sul Senato americano affinché ratlncbl senza condizioni l'accordo sul Salt 2. Nel settembre scorso ha zittito rudemente quel paesi europei I quall, lndl&natl per U massacro del popolo cambogiano, deploravano apertamente Il Vietnam, allealo dell'URSS, Invasore della Cambo&la. Gli ammonlmcn• ti, le minacce, al llmltl della decenza, a proposito dcll'lnstallulonc In Europa del missili Crulse e Pcrsblna 2, a controbUanclamcnto della superiorità raa- HUA GUOFENG IJ NOVEMBRE 1979
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