condizioni di non operare. Dal regime sì: ma da quello democratico o da quello interno di partito? Il congresso appare quindi un congresso-farsa, perché chiamato a decidere dopo essere stato preventivamente dichiarato incompetente sulle questioni veramente importanti. Ma non basta. Non solo il congresso non ha niente di veramente importante su cui decidere; esso non è neppure rappresentativo di:! partito: è un'assemblea casuale e senza potere. I congressi del Partito radicale, infatti, avvengono senza delegati né deleghe. Anche in questo caso un principio condivisibile (la partecipazione diretta è, se il numero dei partecipanti è ragionevole, migliore della partecipazione delegata, almeno in certi casi) manca di effettiva applicazione nella pratica. Condizione indispensabile perché la partecipazione diretta sia preferibile è infatti quella per cui tutti siano messi nelle condizioni di partecipare; altrimenti la partecipazione spontanea discrimina tra chi può e chi non può partecipare. Infatti al congresso di Genova hanno partecipato alle votazioni finali meno di venti iscritti ogni cento; il congresso cioè non rappresenta il partito, essendo assenti e senza rappresentanza, cioè senza nessuna voce il capitolo più dell '800Jo degli iscritti. Il congresso non decide delle cose che contano e non può, per· mancanza di rappresenDISEGNO DI RAFFAELLA 07TA V/ANI 6 NON Ml MANDERETE MAI A SANT1 ELENA! -- - tatività, nemmeno essere ragionevolmente messo nelle condizioni di deciderle. Il congresso è il nulla. Il partito che dunque si vanta di difendere più e meglio di tutti gli altri i diritti civili, il partito che si definisce libertario, alternativo, laico, pacifista, antimilitarista, autogestionario (sono solo alcuni degli attributi che i dirigenti usano per definirlo) appare privo di un'istanza democratica interna di un qualche rilievo, dominato da un gruppo dirigente oligarchico e rinnovato per cooptazione, dipendente a sua volta dal carisma bonapartista di Marco Pannella. Di fronte a questa realtà, l'elezione a segretario di Giuseppe Rippa appare solo come un pallido segno positivo, che difficilmente potrà modificare la realtà fin qui descritta. La mancanza di democrazia all'interno del Partito radicale è, peraltro, in singolare contraddizione con le ripetute dichiarazioni radicali di fedeltà al sistema democratico-rappresentativo. Chi dubita che il PCI aderisca ormai senza riserve al sistema parlamentare, come proclama, chiede perché mai, se a. quella convinzione esso è effettivamente giunto, non ne applichi i principi anche in casa propria, abolendo il centralismo democratico. Analoga domanda potrebbe essere rivolta ai radicali. Se essi sono per principio fedeli al sistema democratico-rappresentativo, perché non lo applicano al proprio interno? 13 NOVEMBRE 1979
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