Il Leviatano - anno I - n. 2 - 13 novembre 1979

STUDENTI Assemblearismo riscaldato Il rinvio delle elezioni viene presentato come premesa di una ridefinzione dei com)>iti, e del modo di elezione, degli organi collegiali previsti dai decreti delegati. Questi organi hanno finora funzionato, in generale, abbastanza mediocremente. Ma hanno talvolta corretto l'inerzia e il costume paternalistico-autoritario prevalenti nella burocrazia scolastica, e hanno intrapreso qui e là iniziative didattico-culturali di una certa efficacia per collegare la scuola alla cultura viva e ai problemi del mondo contemporaneo. Certo, molto di più si sarebbe realizzato senza il peso nefasto dei falsi problemi dell'incultura populistico-reazionaria, perennemente agitati dal PCI e dai suoi UN DRAMMA POPULISTICO STA PER ANDA- satelliti. In ogni caso l'esigenza di una migliore dere in scena nel cadente teatro della scuola secondaria finizione istituzionale di questi organi non ha nulla a italiana: lo annuncia il giornale ufficiale del PCI del che fare né con un ritorno alla gestione puramente J. novembre, che ha titolato in prima pagina, con burocratica del passato, né con l'invasione dell'autoepica pompa, Il ministro della pubblica istruzione nomia didattica e culturale degli insegnanti, né con sfida gli studenti. un'assurda fuga in un assemblearismo di tipo sesIn che mai consiste questa «sfida»? Nel rifiuto del santottesco. ministro di accettare senza indugio la richiesta co- Invece è proprio questo assemblearismo, riscaldato munista di rinviare sine die te elezioni dei rappre- per l'occasione nelle cucine del PCI, che ci viene ora sentanti degli studenti nei consigli di classe e di isti- riproposto con tutta serenità. Secondo le proposte tuto, previste dalla legge con periodicità annuale e della FGCI i consigli di classe, dove attualmente, già indette. La richiesta, formulata un mese fa dalla accanto ai docenti, siedono due rappresentanti dei Federazione giovanile comunista, e sostenuta da due genitori e due degli studenti, con compiti consultivi, 0 tre sigle fantasma (genitori «democratici», inse- dovrebbero essere aboliti e rimpiazzati da assemblee gnanti non meno democratici, ecc.) esprimeva fin di classe di insegnanti, non docenti, studenti e genidall'inizio, come è ovvio, la Volontà degli Studenti, tori, più imprecisati «esperti» esterni (presumibilmennota al Partito comunista per misteriose vie, troppo te designati dalle «realtà territoriali»): una novantina profonde per il superficiale empirismo dei misere- di persone in tutti. A queste assemblee verrebbe dedenti. mandato anche, a fine d'anno, il compito di una Non è dunque per una verifica, del tutto super- valutazione di massima degli studenti, che verrebbe flua, di questa volontà, ma per darne drammatica successivamente «perfezionata» dai docenti. rappresentazione, che è stato indetto il 30 ottobre Quanto alla rappresentanza degli studenti nei conuno «sciopero generale»: una minoranza degli stu- sigli d'istituto, essa dovrebbe essere designata con denti non è entrata a scuola, e una avanguardia di elezioni di secondo grado: dei delegati, due per ogni questa minoranza, lasciati nei bar e nei giardinetti i classe, revocabili dalla maggioranza dei loro compacompagni di lotta meno «politicizzati», si è recata in gni, eleggerebbero rappresentanti temporanei e revoprocessione ai provveditorati, scandendo le solite gia- cabili anch'essi ai consigli d'istituto. Salterebbero coculatorie a rima baciata per trasmettere gli o.d.g. si, di fatto, la proporzionale e ogni reale segretezza prefalx)ricati con la «democratica» richiesta di rinvio del voto. delle elezioni. La Volontà Generale degli Studenti è, Lasciamo alla variopinta stampa di regime la fa. da quel punto, anche formalmente chiara. Chiunque tica di simulare un apprezzamento, magari «tormenvoglia ancora che le elezioni si tengano alla normale t'atamente» critico, della presunta carica innovativa scadenza appare ormai, con solare chiarezza, come un di queste proposte. Ci preme solo osservare ché l'annemico delle nuove generazioni, del rinnovamento, e, dirivieni di rappresentanti provvisori nei consigli di soprattutto, della democrazia. Anzitutto il ministro istituto e il sistema delle revoche sono contrari alla che, come ha dichiarato Achille Occhetto, responsa- logica della rappresentatività, che esige autonomia bile dell'ufficio scuola del PCI, «non h,a sentito il degli eletti. Quanto alle assemblee di pre-valutazione dovere [!] di rispondere tempestivamente [ovviamente esse fornirebbero il terreno ideale agli «esperti» - in accettando] alla richiesta di un vasto movimento di gran parte, c'è da giurarlo, funzionarietti di serie B massa nelle scuole. Cioè non si è adeguato alla prassi del PCI o della confederazione sindacale - per metdei governi di «unità nazionale» che attribuiva al tere alle corde gli insegnanti didatticamente esigenti PCI una sorta di diritto di veto. e/o ideologicamente non allineati. Con quali conseOra sarebbe tempo di smetterla col prendere sul guenze sull'efficienza didattica, sull'autonomia ideoserio (come ancora fanno certi giornalisti che, come logica di insegnanti e allievi e sul rendimento della nel '68, parlano compuntamente di Volontà dei Gio- scuola è facile immaginare. vani) sia i rituali peronisti delle manifestazioni di Il punto è che al PCI della funzionalità, dell'ammassa, sia i falsi sdegni e le speciose motivazioni modernamento, della libertà della scuola non impor- «pedagogiche» e «innovatrici» dei burocrati del PCI. ta assolutamente nulla. Ma gli importa molto del suo La minaccia di astensione dal voto, in..c;aso di man- ., . potere. Una scuola indifferenziata (come quella ipocato rinvio delle elezioni dimostra che ciò che preoc- tizzata nel famigerato progetto della scuola superiore cupa costoro è, anzitutto, un nuovo ridimensiona- unificata) e dequalificata, e un corpo docente vessato mento dei loro consensi tra gli studenti, in costante dall'assemblearismo selvaggio e dalle interferenze ribasso dal 1977. La parola d'ordine dell'astensione partitiche istituzionalizzate, si ridurrebbero a una «di protesta» dovrebbe servire sia a confondere il macchina per la diffusione del conformismo intelproprio regresso nella selva delle astensioni sponta- lettuale, per la propaganda sistematica dei luoghi nee, in crescita di anno in anno, sia ad annetterle comuni della pseudocultura populistico-totalitaria e surrettiziamente in blocco, gabellandole come con- per la emarginazione totale del dissenso e della cuisensi alla linea del PCI. tura critica. Questo per la fase di transizione. Nel u 13NOVEMBRE 1979

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