Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 2 - mar.-apr. 1953

potere ancora una volta rendere tale testimonianza. Si direbbe che gli stes&i esecutori, (non tutti di gran lunga, ma molti di essi), di tali procedimenti ebbero un tal senso e mostrarono di averlo, mettendo nell'opera loro esecutoria espressioni e cortesie, con le quali sembravano chiedere scusa e volersi far perdonare quello che erano necessitati di fare; Noi ne abbiamo tenuto conto riserbando loro particolari benedizioni. Ma, quaw a dolorosa compensazione, quante durezze e violenze fino alle percosse ed al · sangue, e irriverenze di sta1npa, di parola e di fatti, contro le cose e le persone, non esclusa la Nostra, precedettero, accompagnarono e susseguirono l' esecuzione dell'improvvisa poliziesca misl]ra, che bene spes&o ignoranza o malevolo zelo estendeva ad associazioni ed enti neanche colpiti dai superiori ordini, fino agli oratori di piccoli cd alle pie congregazioni di Figlie di Maria. E tutto questo triste contorno ,,di irriverenze e di violenze doveva essere con tale intervento di elementi e di divise di partito, con tale unisono da un capo al1' altro d'Italia, e con tale acquiscenza delle Autorità e forze di pubblica sicurezza da far necessariamente pensare a disposizioni venute dall'alto: Ci è n1olto facile ammettere, ed era altrettanto facile · prevedere, che queste potessero, anzi dovessero quasi necessariamente veni.re oJtrepassate. Abbiamo dovuto ricordare queste antipatiche e penose cose, perchè non è mancato il tentativo di far credere al gran pubblico ed al mondo che il deplorato scioglimento delle Assiociazioni a Noi tanto care si era compiuto senza incidenti e quasi come una cosa normale. Il messaggiotendenzioso Ma si è in ben altra e più vasta misura attentato alla verità ed alla giustizia. Se ~on .tutte, certamente le principali falsità e calunnie vere sparse dalla avversa stampa di partito, la sola libera, e spesso comandata o quasi, a tutto dire ed osare, vennero raccolte in un meSt,aggio sia pure non ufficiale (cauta qualifica) e somministrate al gran pubblico con i più potenti mezzi di diff usione che l'ora presente conosce. La storia dei documenti redatti non in servizio ma in offesa della verità e della giustizia è una lunga e ·triste storia; ma dobbiamo dire con la più profonda amarezza che, pur nei molti anni di vita e di operosità bibliotecaria, rara1nente Ci siamo incontrati in un documento tanto tendenzioso e tanto contrario a verità e giustizia, in ordine a questa Santa Sede, alla Azione Cattolica Italiana e più particolarmente alle Associazioni così duramente colpite. Se tace~imo, se lasciassimo passare, che è dire se lasciassimo credere, Noi saremmo troppo più indegni, che

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