Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

guito all'affermarsi vigoroso e al successo del fascismo al potere. N è si può smentire che i provvedimenti lP.gislativi di -carattere sociale proposti dai Ministri popolari Micheli e Mauri, e particolarmente le Commissioni arbitrali per la risoluzione delle -z;ertenze agrarie, furono distrutte dal Mi1i-istro 1DeCapitani fortunatamente ora sostituito nel Governo fascista. Quando il -$ignor :Ellep·i mi parla di scioperi scomparsi, io posso contrapporgli che mai fummo con,iglieri di scioperi a ripetizione, che molti ne evitammo nel campo operaio ed agricolo - subendo le accuse di tradimento e le violenze socialiste -, e potrei aggiungere, come Rossoni a Ginevra, che molto prima di lui siamo stati, per metodo, contro gli scioperi, eccetto nel caso in cui vedemmo o vediamo chiaramente offesa .Za.qiustizia a danno dai lavoratori. Ma il signor Ellepi si lamenta che io abbia deplorato i sistemi coi ,quali in tante parti d'Jtalia .si impose e si impone il sindacalismo fascista, ed altresì constatato che molti sintomi dim.ostrano però che per conquistare la fiducia dei lavoratori i Sinda.- cati fascisti devono prop1io, come fa.cciamo noi, ascoitare i giusti lamenti, e mettersi talv-0lta i,i urto coi datori di lavoro. Lo schema di decreto legge sui concordati di lavoro, e la connessa ricostituzione delle Commissioni arbitrali, la regolamentazione delle otto ore, ecc. - atti B 580 ca Gino Bianco postumi del Governo fascista il contegno dei vostri sindaca.ti a Genova, a Torino, nell' Eniilia, in 'Toscana, nel Lazio, e n.ltruve, stanno a dimostrare che le mie constatazioni - svaniti i primi idilli - sono vere e reali. Ma è pur vero -che permangono - specie nel campo agrario, dove si vogliono ancora imporre concordati monopolistici, e dove si esclude di proposito dalle discussioni l'organizzazione sindacale bianca - dannosi tentativi nettamente influenzati dai proprietari terrieri che più si distinsero nel passato per il loro spirito retrivo contro ogni p(ù equa e ragionev,ole richiesta dei lavoratori. S~ il signor Ellepi vuole casi svecifir.i mi tengo a sua disposizione. La collaborazione di classe, l'interesse della produzione e quello dElla collettività nazionale, più ancora l'armonia e la pace sociale, sono da anni la nostra ragion d'essere e la mèta -cui miriamo. Ma la via che dobbiamo e vogliamo seguire per raggiungerla è ben diversa da quella di altre correnti sindacali. Una legge eterna religiosa I? morale ci guida, ed insieme la virtù dell'apostolato, la rinuncia ad ogni violenza, l'uso e non l'abv so della libertà intesa nel senso più legittimo ed onesto per noi e per gli altri. Riconosco che la via è più lunga, ma più stabile e sicuro sarà it trionfo del sindacalismo cristiano. ACHILLE GRANDI

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