Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

E. COLOMBO tà di una loro eterogestione nell'oggi per la liberazione del domani» (11). Ciò che Marx ha lasciato in piedi è lo stato. E Bourdet continua: « l'ipotesi che formulo è che questa incresciosa disattenzione ha come causa profonda la « dimenticanza » dello spazio, oppure, il che finisce per essere lo stesso, una concezione astratta dello spazio come res extensa omogenea, strutturabile arbitrariamente secondo la volontà del potere politico o secondo i criteri di efficienza economica ». Però, attenzione a non minimizzare l'assunto, perché lì s'impernia tutta la questione. Non vi è dimenticanza dello spazio né disattenzione incresciosa: ciò che c'è è una rappresentazione dello spazio sul modello dello stato. E' in questo spazio ideologico dell'autogestione che si dispiegano i modelli proposti. Il continuum delle proposte Una volta che la rappresentazione dello spazio è stata costruita sul modello strutturale dello stato, i modelli di autogestione proposti si sviluppano dentro questo involucro, questo « recipiente » che appare èome l'unico spazio sociale realistico: lo spazio della realtà sociale. In questo spazio ideologico possiamo pensare un continuum di modelli di gestione coperti dal termine autogestione, modelli che vanno dalla gestione dell'impresa alla gestione della società, dalla ca-gestione all'autogestione generalizzata. Poiché una delle caratteristiche dello spazio « puro », astratto, è il suo isomorfismo, le relazioni che in esso si stabiliscono sono incomplete, vale a dire che dipendono da un terzo elemento, cosicché lo stare a sinistra o a destra dipende dalla posizione dell'« osservatore ». In uno dei poli di questo continuum immaginiamo si muovano le dichiarazioni del Partito Comunista Francese. Nel 1968 Seguy membro della direzione del partito e segretario generale della CGT, afferma: « L'autogestione è una formula vuota ». Cinque anni dopo Marchais, segretario generale del PCF pontifica: « Se ciò che alcuni chiamano autogestione non è separato dalla proprietà collet,tiva dei grandi mezzi di produzione e di scambio, dalla pianificazione democratica su scala nazionale e dal potere politico dei (11) Bourdet, Y., L'espace de l'autogestion, Ed. Galilée, Paris 1979, p. 21. 68

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