Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

E. COLOMBO del Partito sugli organi sovietici e sui sindacati, questa è la sola garanzia solida che in futuro non saranno soddisfatti gli interessi di gruppi qualsivoglia, ma quelli dell'intero proletariato» (8). Poiché la storia seguente è sufficientemente conosciuta, riprendiamo il nostro tema e vediamo dove il potere di una nuova classe dirigente ha già iniziato il suo lavoro ideologico. Lo spazio della rappresentanza Abbiamo segnalato, attraverso le vicissitudini dell'idea di rappresentanza, la degradazione e la distorsione che si producono nell'operatività di un procetto sociale, a causa della dissociazione dell'idea e dell'azione. Dissociazione legata alla pratica del potere in una realtà politica determinata dalla lotta di classe, e che dà come risultato l'adeguamento delle idee che stavano all'origine del movimento alle istituzioni della nuova dominazione. Scartato, perché troppo costoso, il mantenimento del potere assoluto senza un certo grado di accettazione o consenso, si fa ricorso alla mistificazione, all'occultamento ideologico della realtà. Tuttavia il progetto come totalità persiste in un altro spazio, utopico, astratto, senza effetti sulla realtà della pratica sociale. Così come la rappresentanza politica è essenzialmente una delega o traslazione di volontà sovrana o potere decisionale che, una volta effettuata, tende ad autonomizzarsi e ad invertire la direzione del trasferimento, della delega, così come anche il mondo delle rappresentazioni sensibili, delle immagini che costituiscono la nostra realtà, contiene in sé la possibilità di presentarcisi come estraneo, « naturale », immutabile, alienato. Lo spazio della rappresentazione contiene in questo modo una rappresentazione dello spazio costruita sulla struttura della dominazione. Lo spazio della rappresentazione è un'immagine rappresentativa della realtà, una realtà sociale in movimento che include questa rappresentazione. La gente, gli abitanti di una città o di un piccolo villaggio rurale vivono il loro spazio come un recipiente che li include. Ma questo spazio - benché per coloro che lo abitano sia il luogo dove si dispiegano le forze emozionali, l'amore e l'odio che si combattono, il luogo del sacro e del maledetto - veicola, di- (8) Citato in Anweiler, O., Les soviets en Russie. Ed. Gallimard, Paris, 1972, p. 309. 66

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