GRAMIGNA SOVVERSIVA è stata emblematica la spontanea scelta autogestionaria operata dai suoi lavoratori. In Italia, analoghe esperienze d'autogestione intraprese dai lavoratori per sottrarre le aziende al fallimento della gestione padronale si sono regolarmente concluse come semplice rinvio del fallimento o si sono trasformate in semplici cooperative a gestione gerarchica e ad autosfruttamento intensificato. E' dei giorni scors.i il fallimento della ex-Fioravanti, una fabbrica di tortelliqi che nel '74 visse un lungo periodo di autogesti_one. E' dei giorni scorsi anche la notizia, apparentemente opposta, che « è in attivo con l'autogestione l'ex Motta di Segrate» (pasticceria e cibi precucinati per mense: cooperativa di 160 soci che ha preso il posto della precedente gestione Unidal). Le assenze per malattia, fa notare con soddisfazione il presidente, sono scese dal 20-30 per cento al 2-3 per cento. Lavoro meno alienante? No: intensificazione dell'alienazione per paura di perdere il posto in un periodo di crisi economica. Anche in Spagna pare che si moltiplichino casi di « autogestione del fallimento padronale » in un'analoga situazione di crisi, con risultati non molto dissimili, stando almeno ad « Ajoblanco » (43, 1979), che conclude una malinconica rassegna di insuccessi con il domandarsi se siano in effetti possibili « isole di autogestione » e con la frase di un lavoratore: « dopo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato, siamo fermamente convinti che l'autogestione può realizzarsi solo in modo generalizzato e in un'altra società ». E' dunque, se non logicamente, per lo meno praticamente impossibile che l'autogestione sopravviva (e a maggior ragione si sviluppi) entro le regole del gioco, capitalistiche e/o tecnoburocratiche, stabilite dalla e per la divisione gerarchica del lavoro sociale? Tra il fallimento e l'assimilazione/integrazione non vi è di fatto spazio intermedio? Io sono di opinione diversa. Credo che non di impossibilità si tratti, ma di difficoltà, seppure di grande difficoltà. L'esempio della Comunidad del Sur di Montevideo, che per due decenni ha funzionato autogestendosi in pieno senso libertario ed egualitario sia in quanto comunità sia in quanto impresa tipografica di medie dimensioni, sembra dimostrare che« isole d'autogestione» sono in realtà possibili e che la loro sopravvivenza non è necessariamente connessa con una loro integrazione e neppure con una loro sostanziale innocuità. La Comunidad funzionava talmente bene da reggere a diverse ondate repressive ed era tanto poco innocua che dovettero schiacciarla manu-militari. A questo si 35
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