R. LOURAU zione. In altri termini, e per riprendere le mie formulazioni apparentemente« fantascientifiche» di poc'anzi, ci sono uno o dei futuri immaginati, immaginari, che determinano la nostra azione o la nostra inazione, ossia la nostra posizione in rapporto alle forme sociali esistenti. A ciò aggiungerei che l'immaginario agisce non solo nel progetto teso verso l'avvenire, ma nell'idea che generalmente ci si fa del passato, delle origini dell'istituzione. « Come creazione social-storica » (Castoriadis), l'istituzione produce incessantemente un discorso ufficiale pieno di fantasia, di aggiustamenti con la realtà concreta allo scopo di giustificare la sua esistenza ed il suo funzionamento. Questo discorso dell'istituzione su se stessa, troppo spesso preso per oro colato dagli utenti e anche da storici e sociologi, è un romanzo familiare (nel senso psicanalitico del termine), un mito delle, come nella maggior parte delle religioni e delle dottrine statali ufficiali. Ci s'inventa una filiazione immaginaria, allo scopo di dissimulare o, meglio, di far dimenticare, di rimuovere completamente le vere filiazioni. Ogni istituzione, per quanto modesta sia, possiede, come ogni stato (in quanto super-istituzione) uno scheletro nel suo armadio, una qualche traccia della violenza sacrificale che ha presieduto alla sua nascita, o piuttosto al suo riconoscimento da parte delle altre forme sociali esistenti e già istituite. Intorno al racconto ufficiale, che tende quasi sempre a mascherare le origini e le fasi successive dello sviluppo dell'istituzione, altri racconti più o meno clandestini, tentano di ricollegarsi col progetto originario, che l'istituzionalizzazione ha il più delle volte deformato, schernito ed anche ribaltato. Sulla base degli studi dell'etnologo tedesco Mtihlmann, ho definito effetto Muhlmann o muhlmanizzazione questa costruzione immaginaria dell'istituzione, costruzione che legittima le svolte e gli orientamenti più contraddittori con il progetto iniziale, con la «profezia» originaria (la parola «profezia» si spiega col fatto che Mtihlmann studia movimenti rivoluzionari a carattere religioso, messianico, del Terzo Mondo). L'effetto Mtihlmann può essere enunciato nel modo seguente: l'istituzionalizzazione è funzione del fallimento della «profezia». Si tratta di un processo che i termini «normalizzazione», «burocratizzazione», «tradimento dei dirigenti», ecc., descrivono molto male. Non si tratta di un fenomeno bizzarro, ancor meno d'una conseguenza della perversità della « natura umana», ma di un processo politico ben chiaro. L'istituzionalizzazione altro non è che la negazione del progetto di cui era portatore il movimento 202
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