Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

J. ELIZALDE militar-falangista) alla partitocrazia ed alle sue appendici sindacal-comunali, che in non pochi casi si alimentano di quelle stesse élites politiche e tecnoburocratiche che servivano al (e si servivano del) vecchio regime. Contemporaneamente, questo stesso smascheramento della politica, prima legittimata come opposizione alla dittatura, moltiplicò e rinvigorì l'ondata espansiva di tante aspirazioni alla liberazione personale e collettiva, al di là di tutti i riti e delle sigle della Sinistra. Questo rifiuto generalizzato di ogni tipo di organizzazione, questa crisi irreversibile delle vecchie o nuove sigle (28), è allo stesso tempo (in questo 1979, che ha registrato la percentuale più alta di astensioni elettorali della storia democratica di Spagna) una germinazione decentrata di forme di relazione interpersonale (e quindi sociale) che aspirano subito a creare sfere di convivenza libere dall'autoritarismo e dallo sfruttamento. Rispetto al modello dell'« assalto al cielo » (Bastiglia, Palazzo d'Inverno o Puerta del Sol, i mille nomi del Potere spaziale) che inizialmente questi movimenti autonomi avevano ereditato, attraverso i propri membri transfughi dall'attivismo politico, dalle tattiche e strategie politiche, nascono nuove e diverse concezioni per la creazione di spazi liberi, a scala ridotta, cioè con un numero di persone che permetta la comunicazione e la conoscenza profonda, affinché il controllo diretto, la partecipazione di tutti, rendano sempre possibile la critica distruttrice ad ogni tentativo autoritario. Parafrasando una famosa frase rivoluzionaria latinoamericana, la nuova concezione dell'autogestione assunta da questi movimenti si potrebbe formulare così: « il primo diritto-dovere di un autogestionario è autogestirsi la propria vita ». E' il ritorno al piccolo gruppo, perduta l'etichetta « operaista », «nazionalista», « femminista », ecc., per abbracciare e negare allo stesso tempo tutta la policromia di volantini, di inni e simboli, ricostituendo in questo piccolo gruppo l'integrità, la globalità che i contrasti delle lotte settoriali avevano distrutto. (28) E' curioso che l'ultima - per ora - crisi cenetista abbia registrato l'utilizzazione delle opzioni « marginali » da parte del settore « puro » contro il settore « anarcosindacalista ». La riduzione delle alternative autogestionarie proprie dell'autonomia marginale ad un metodo burocratico di ortodossia ed espulsioni è una delle caricature più sorprendenti che io abbia conosciuto della volontà libertaria che dovrebbe ancora avere la CNT. 172

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==