ECONOMIA ditore incapace. Quindi il profitto è anche momento di selezione e di mobilità sociale. Nelle società tardo-capitalistiche (Europa, U.S.A., ecc.) e post-capitalistiche (U.R.S.S., ecc.) non essendovi più una egemonia dell'economico, anzi essendo questo fuso con il politico, ed essendo il potere esercitato grazie « al possesso delle conoscenze inerenti alla direzione dei grandi aggregati economici e politici » ( 11) vediamo che anche la funzione del profitto si modifica: non più attributo della proprietà ma indice per la selezione dei dirigenti economici più capaci (12). In un sistema basato sull'autogestione il sovrappiù dell'azienda (nell'ipotesi che questa operi in relazioni di mercato, come esporrò successivamente) non presenta più le connotazioni del profitto capitalistico o tecnoburocratico. Esso infatti non è più la remunerazione della funzione coordinatrice e imprenditoriale del capitalista o l'indice dell'efficienza dei managers, ma assume una dimensione «sociale»: remunerazione del lavoro dei membri dell'azienda e remunerazione della combinazione degli elementi produttivi. Ciò avviene perché alla proprietà privata o di « classe » (13) è stata sostituita la proprietà sociale cioè la conquista ad esercitare un diritto su tutto da parte di tutti. Una proprietà che si traduce in possesso collettivo e individuale secondo le forme di produzione, collettiva e individuale. Se per il possesso le relazioni economiche sono sufficientemente individuabili, per la « proprietà sociale » queste sono di più complessa identificazione. Sicuramente l'espressione indica un diverso rapporto socio-economico ancora tutto da descrivere. Inoltre l'azienda autogestita come elemento microeconomico della società autogestita, ed avendo come motivazione il raggiungimento dei fini di quest'ultima (anzi essendo essa stessa momento parcellare di quell'intima correlazione generale di (11) cfr. G.A.F., Un programma anarchico, op. cit., pag. 12. (12) Si vedano a questo proposito gli articoli apparsi sulla Pravda, nei primi anni sessanta, che aprirono il dibattito sulla funzione del profitto ,riportati in AA.VV., Piano e profitto nell'economia socialista, Eclitori Riuniti, Roma 1965e inoltre J. G. Zielinsky, La teoria della pianificazione socialista, Angeli Editore, Milano 1973, pagg. 71-81. (13) cfr. B. Rizzi, Jl collettivismo burocratico, Galeati, Imola 1967, pagg. 65-74. 113
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