MILITARISMO E SINISTRA Nel programma di « contenimento del comunismo » nell'Europa centro-meridionale !'Italia ha un ruolo importante e delicato. Mentre prosegue !'opera di integrazione della macchina italiana in quella ben piu efficiente della NATO, di cui l'Italia ospita basi assai importanti, la selezione dei quadri permanenti si orienta piu verso un criterio di fedelta, con aperte simpatie nei riguardi degli anticomunisti piu decisi, piuttosto che verso un'efficienza tecnica e organizzativa. Da parte loro i dirigenti militari sembrano accontentarsi a tutti i livelli della situazione relativamente tranquilla e non manifestano alcun dissenso sulle scelte politiche di fondo pur lamentando talvolta l'« incompetenza » dei governanti. L'ideologia e la cultura nei circoli di ufficiali mostrano una fortissima componente genericamente reazionaria. Essi soprattutto non si pongono grosse mire se non quella del controllo dei fondi di bilancio, in regolare aumento, e quella del mantenimento di uno status, tutto sommato, di tranquillo privilegio. Nelle caserme la questione del comando gerarchico non trova opposizioni di massa ma solo proteste isolate (4), la carriera si presenta quasi automatica (5), gli interventi in pubbliche calamita o in manovre e sfilate soddisfano l'esigenza di un riconoscimento sociale. Al di la delle rituali critiche in sede di dibattito parlamentare sugli stanziamenti troppo elevati ii PCI mantiene un atteggiamento distaccato e cerca piuttosto di sollecitare nei militari di professione ii senso dell'indipendenza nazionale umiliato dalla subordinazione alla Nato. La realta fra i militari di professione e assai meno rosea delle apparenze: ai vertici la rivalita tra i diversi generali, e i loro seguaci, non conosce soste; l'invecchiamento delle strutture tecniche e molto rapido; ii governo di centro-sinistra con Milanese del PCI. Vedi E. CERQUETTI, Le Forze armate italiane dal 1945 al 1975. Strutture e dottrine, Feltrinelli, Milano 1975. (4) Dal 1945e fino al 1969 gli obiettori, non testimoni di Geova erano stati una quindicina, tra i quali due anarchici. Si veda l'elenco, pero non completo, riportato a pp. 198-199da A. D'ORSI, Il potere repressivo. La macchina militare. Le forze armate in Italia, Feltnnelli, Milano 1971. E' stato uno dei primi studi politici sull'esercito impostato in chiave genericamente antistituzionale. (5) I dati del 1973 sui generali forniscono una eccedenza fortissima sui posti previsti dall'organico: 474 nell'esercito invece di 192; 228 nell'aeronautica invece di 65, 209 ammiragli invece di 70. Vedi S. BOVA - G. ROCHAT, Le forze armate in Italia, in « Inchiesta », a. L, n. 2, primavera 1971. 79
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