Interrogations - anno V - n. 14 - aprile 1978

DEFINIZIONE DEI NUOVI PADRONI nocratici e la ritroviamo in partnership con l'élite capitalistica e manageriale nel cosiddetto military-industrial complex. Qui troviamo anche la maggiore mobilità tra ruoli militari e ruoli manageriali. Negli altri paesi tardo-capitalistici e segnatamente in Italia, l'alta gerarchia militare sembra rivestire carattere prevalentemente burocratico e la sua quota relativa di potere non ci sembra a tutt'oggi molto superiore a quella d'un qualsiasi settore della burocrazia amministrativa. Altrettanto nettamente dei dirigenti amministrativi, gli ufficiali superiori (che non per nulla sono il più antico modello gerarchico-burocratico) presentano caratteri di 'stato', cioè di categoria sociale rigidamente istituzionalizzata e chiusa verso il basso. 16. Tra lo stato e le imprese private c'è, come s'è detto, tutto il settore dell'impresa pubblica che, da un lato, si riallaccia all'amministrazione statale in senso stretto, grazie anche alla « mediazione » di vari enti pubblici di connotazione mista burocratico-aziendale, e dall'altra, con la formula delle partecipazioni statali, sfuma impercettibilmente nel settore privato dell'economia. Così anche i nuovi padroni di questo tipo, i dirigenti dell'impresa pubblica, presentano caratteri e competenze intermedie tra gli alti burocrati ed i managers dell'impresa privata. Un elemento che certo rafforza il legame tra l'alta burocrazia e la dirigenza dell'impresa pubblica, nel caso italiano per lo meno, è la pratica per cui gli alti burocrati assumono (e cumulano) cariche nei consigli d'amministrazione e nei collegi sindacali degli enti e delle imprese pubbliche. Nonostante questi legami e sovrapposizioni, in seno all'impresa pubblica si forma una figura di dirigente con connotazioni proprie e distintive, una figura che, più di altri tipi tecnoburocratici, esprime la commistione di politico ed economico e la fusione dinamica di elementi capitalistici con elementi post-capitalistici. Questa « borghesia di stato», come è invalso da qualche tempo l'uso di chiamarli, con un termine che qui appare meno improprio che non nel caso della dirigenza sovietica, detiene in Italia una considerevole quota del potere e consuma una forse ancor più considerevole fetta del surplus sociale. I loro lauti stipendi (al livello - se non superiori - di quelli dei managers d'impresa privata) derivano non solo dal plus-lavoro estorto direttamente dalle aziende e dalle holding di stato ma anche (e in molti casi soprattutto) da quello estorto ai lavoratori del set53

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