ALBERTAORGENTON discorso su un piano culturalmente e politicamente più vasto attraverso degli operatori psichiatrici con le lotte politiche che in questi ultimi anni si sono svolte nel campo della salute. L'azione iniziata infatti in alcuni manicomi, corne si è detto, non si è limitata alla pura trasformazione umana e tecnica, ma ha visto la sua reale sopravvivenza e il suo possibile sviluppo soltanto in un collegamento costante con le grandi lotte della classe operaia per la conquista del diritto alla propria salute e del controllo su di essa. Non si è trattato quindi di un riciclaggio, sotto nuove etichette e nuove tecniche, del controllo necessario alla gestione dei problemi sociali, ma della continua apertura delle contraddizioni nello svelamento della funzione puramente repressiva e di classe implicita in ogni intervent0 psichiatrico nelle organizzazioni pubbliche » (14). La lunga citazione fa pensare alla mistilficazione o dimostra la confusione che alligna fra le :file dell'antipsichiatria, generando forti perplessità su quali aspetti del movimento siano realmente rivoluzionari e quali, invece, funzionali all'ideologia dominante. Le citazioni in proposito potrebbero continuare a lungo; ne riportiamo altre due che si riferiscono più direttamente al discorso sulla scienza (psichiatrica, in questo caso) e che appaiono particolarmente interessanti e sintomatiche. Sempre in occasione del congresso di Arezzo, per lo psichiatra A. Pirella, uno dei compiti futuri è « organizzare le risposte alla sofferenza che chiamiamo psichiatria secondo una dimensione anche scientificamente nuova. ( ...) lntendiamo non già una scienza che si rinnova dentro di sè e con metodi degli " scienziati ", ma la socializzazione di conoscenze ottenute con un processo nuovo di lotta e di critica del potere che diviene a sua volta potere in quanto conoscenza e non in quantô istituzionalizzazione delle sedi culturali » (15). Lo psichiatra A. Slavich ribadisce che 1' 1 « esigenza ormai indilazionabile » è « di contribuire con nuovi contenuti culturali, ad una più approfondita conoscenza dell'uomo e dei suoi bisogni, ad una nuova Scienza, dunque, che eviti il facile e rassicurante riciclaggio Volterra) non si fa più uso dei mezzi di contenzione. A Imola, a Fermo, a Napoli, a Reggio Calabria presto saranno abolite le fasce e i corpetti di contenzione ». C. VALENZIANO, Abolire i manicomi: st, ma poi?, « La Repubblica », 26-27 settembre, 1976. (14) F. BASAGLIA, I terni del congresso di Arezw, Come insegnare la psichiatriia, « l'Unità », ,14 settembre, 1976. (15) A. PIRELLA, Scienza e società al congriesso di A1'ezzo, Le risposte della psichiatria, « l'Unità », 18 settembre, 1976. 12
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