PSICHIATRIA E CONTROLLO SOCIALE Laing e Cooper sostanzialmente sostengono che il malato psichico è un essere sul quale viene esercitata violenza e che la sua pazzia altro non è che il tentativo di recuperare la propria libertà, mentre la famiglia e la società, attraverso la psichiatria e la sua maschera medica e scientifica, cercano a tutti i costi di farlo « guarire » dall'anomalia del voler eludere la « norma sociale ». E teoricamente questa interpretazione mi pare calzante con l'interpretazione della condizione umana, e di quella psichiatrica in particolare, pregna di un alto e profondo signiificato politico e ideologico, salvo restando il giudizio di merito da un punto di vista risolutivo del problema stesso. * * * L'inizio dell'antipsichiatria in Italia viene fatta coincidere con l'esperienza comunitaria, nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, del gruppo di Basaglia e con la pubblicazione dell'opera a cura di quest'ultimo, « Che cos'è la psichiatria? » (8), anche se contemporaneamente e successivamente in altre regioni e per iniziativa di altri psichiatri, vi sono state prese di posizione critiche e tentativi innovativi nei confronti dell'arcaico sistema manicomiale. Il movimento italiano si distingue per due fattori, che lo differenziano da quello inglese e francese: la pessima situazione socio-sanitaria, amministrativa e scientifica, nella quale si è mosso, e il carattere nettamente politicizzato (a sinistra) subito assunto (9). Scrive G. Jervis, « il tardivo aggiornamento terapeutico e organizzativo della psichiatria italiana si è cosi mescolato in modo inestricabile a terni politici più o meno genuinamente rivoluzionari » (10). Volendo riferirci al capo riconosciuto e divo (suo malgrado?) dell'antipsichiatria italiana, F. Basaglia, su cui è forte (·8) F. BASAGLIA (a cura di), Che cos'è la psichiatria?, Amministrazione Provinciale di Parma, 1967; ristampato nelle edizioni Einaudi, Torino, 1973. (9) Non voglio affermare che l'antipsichiatria inglese o francese non sia ·stata politicizzata (v. ad esempio, la partecipazione al movimento francese del maggio '69), ma in Italia tale carattere è pa-rticolarmente accentuato e il movimento è strettamente legato ll!W« arco delle sinistre» e alle sue lotte politiohe e sociali. {10) G. JERVIS, Manuale critico di p~ichiatria, Feltrinelli, Milano, 1975, p. 61. 9
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