AIMEDEO BERTOLO tivo, ma anche politico-economico, cioe la dirigenza di enti pubblici ( ospedali, banche, aziende di trasporto, ecc.). Questo pero non significa necessariamente « compromesso storico » piu vicino, anche se indubbiamente signirfica che e stata attribuita al P.C.I. una maggiore « quota » in quella cogestione sostanziale del potere esercitata costantemente negli ultimi 30 anni. Tuttavia, in diverse situazioni locali sono maturate vere e proprie soluzioni di « compromesso » o di quasi-compromesso: ad esempio nel governo regionale lombardo il P.C.!. non ha assessori, pero fa parte della maggioranza, cioe partecipa alle decisioni politiche. La fantasía bizantina dei politicanti italiani sta producendo continue formule di transizione verso il compromesso, anche a livello del potere centrale. Qui, dopo li 20 giugno, e stato costituito un ennesimo governo democristiano (di cui pero alcuni ministri sono « tecnici », sempre democristiani ma « non sgraditi » alle sinistre) che si regge sulla « non-sfiducia » del P.C.!., cioe non sul voto a favore ma su un'astensione concordata sia del P.C.I. sia del P.S.I. sia dei partiti laici minori. A passettini appena percettibili il compromesso avanza - o forse sembra solo avanzarsi - con dimostrazioni di pazienza infinita sia da parte dei democristiani (nel rifiutarsi all'abbraccio palese, pur fornicando in privato e nell'inventare sempl;'e nuove tappe intermedie di un processo di transizione che tende all'infinito), sia da parte dei comunisti (che sembrano altrettanto gesuiticamente abili nell'accettare una marcia che va progressivamente rallentando con l'avvicinarsi alla meta, fino a movimenti appena percettibili della mente umana). L'ultima mossa e quella che in questi giorni vede impegnato il governo a discutere con gli altri partiti della « non-sfiducia » ( cioe fondamentalmente il P.C.I.) un suo programma sui temí chiave della politica economica e dell'ordine pubblico. La prossima mossa sara forse un rimpasto governativo, con l'introduzione di altri ministri « tecnici » vicini al P.C.I. Poi forse un governo d'emergenza nazionale che includa, con gli altri partiti dell'astensione anche qualche comunista, magari al ministero del lavoro o del bilancio (visto che tutto sommato sono piu « austeri » dei democristiani). Poi chissa ... Quello che e certo e che i democristiani tireranno la corda ai limiti del possibile, per logorare il P.C.1., invischiandolo in compromessi sostanziali (a tutela della« pace sociale », a difesa dei sacrifici necessari a risolvere la crisi, a copertura da sinistra delle misure legislative poliziesche di 28
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==