AMEDEO BfRTOLO nemici, organi repressivi dello stato e simpatizzanti della lotta armata tendono per opposti motivi a sopravvalutarla. Quello che e certo e che attualmente un paio di centinaia di supposti membri di organizzazioni clandestine (« bande armate ») di estrema sinistra sono in galera - compresa la maggior parte dei « capi storici » - e ciononostante le azioni armate segnano una progressione. Si puo verosímilmente supporre che queste organizzazioni contino su qualche altro centinaio di militanti e simpatizzanti « attivi » oltre che su un'area di alcune migliaia di simpatizzanti « passivi »( senza contatti con le organizzazioni), un'area di piu facile quantificazione perche si manifesta pubblicamente o quasi. Non e poco, se si considera che un paio di anni fa la scelta della lotta armata era limitata a poche decine di persone. Non e poco se si pensa che la lotta armata in nessun paese occidentale (ad eccezione dell'America Latina e del Nord-Irlanda) ha avuto tale estensione ..Non e molto se si considera che lo sbocco che si prefigge la strategia della lotta armata e la guerra civile in tempi piuttosto brevi. Non e molto se si pensa che tutte le organizzazioni (partiti e sindacati) della sinistra sono irreversibilmente riformiste ed inequivocabilmente e solidamente egemoni nella classe operaia e che la stessa sinistra post-sessantottesca rifiuta quasi unanimemente la scelta della lotta armata e gli uni e gli altri collaborano con la repressione statale per fare terra bruciata intorno ai « guerriglieri » e nel rifiutarne addirittura la parentela ideologica. Pochi o tanti che siano o si valutino i brigatisti rossi, resta il fatto che anche qualora fossero tre-cinque-dieci volte piu numerosi, la loro strategia sarebbe comunque fallimentare, perche si basa su una errata valutazione degli effetti della lotta armata oggi in Italia. Cercando di « leggere », al di la dei proclami, la loro strategia, possiamo verosímilmente supporre che, con il terrorismo, essi perseguano schematicamente questi scopi: 1) fare fallire la strategia riformista del P.C.I. (significativa la scelta delle vittime degli attentati nel ceto medio di professionisti e funzionari); 2) tramite la delusione per questo fallimento e tramite l'inasprimento repressivo, fare « ritornare » una parte dei comunisti su posizioni di opposizione antisistema; 3) indurre una progressiva radicalizzazione della lotta poltica ed economica e «provocare», in crescendo, il regime sino ad uno sbocco da guerra civile nella quale assumere il ruolo di nucleo direttivo « político-militare ». Semplice ... ma sbagliato. Sbagliato, voglio dire, non solo in 18
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