Interrogations - anno IV - n. 9 - gennaio 1977

LUCIANO PELLIOANI minante poichè l'esercizio del potere plasmerà la psicologia degli ex lavoratori e dei dottrinari e li trasformerà in governanti, con tutti i difetti tipici delle classi prh 1ilegate. A questo riguardo la tesi di Bakunin è estremamente rndicale: o si distrugge lo Stato o si deve accettare « la menzogna più vile e temibile del nostro secolo: la burocrazia rossa» (10). Tertium non datur. 0 meglio, in linea di principio è possibile una terza soluzione: -quella liberale, basata sul mutuo controllo dei centri di ,poteri attraverso la strutturazione pl.uralistica della società e l'instaurazione della Stato di diritto. Ma Bakunin, naturalmente, non è disposto neanche a prenderla in considerazione. Il suo romanticismo rivoluzionario lo porta a stabilire un dilemma fra il dispotismo illimitato della burocrazia ( « bianca » o « rossa ») e la libertà anarchica. Un dilemma che Marx non riesce neanche a percepire, convinto corne è che la Stor.ia è orientata a senso unico e che egli, grazie al socialismo « scienti:fico », ne conosce con largo anticipa lo stbocco dialetticamente necessario. Nella sua Weltanschauung non c'è posta per elementi soggetüvi che possano far deviare il viaggio dell'umanità verso la Terra Promessa. Ma Bakunin non condivide minimamente la fede mistica di Marx nelle leggi necessitanti della Storia e percià puà percepire i pericoli insiti nella restaurazione del principio autoritario sotto le bandiere del socialismo. Ma, corne si accennava, c'è nell'analisi bakruniana qualcosa di più che un semplice invita a prendere in seria considerazione le variabili psicologiche; c'è l'individuazone della reale natura di classe della rivoluzione marxista. ln essa Bakunin vide l'operazione politica per mezzo della quale gli intellettuali si sarebbero insigniti della Città del Comando utilizzando la massa proletaria quale base materiale per vincere la loro latta contra le classi possidenti. Chi sono i marxisti, partigiani del cosi detto socialismo scientifico, si domanda Bakunin? Sono dei rivoluzionari dottrinari « che si sono assunta la missione di distruggere i poteri e gli ordini esistenti per creare S1Ulle loro rovine la propria dittatrura. Essi sono rn;mici ,dei poteri attuali solo perchè vogliono impadronirsene; nemici delle istituzioni politiche attuali solo perchè escludono la possihilità della loro dittatura; ma sono tuttavia i più ardenti amici del {10) Correspondence de Michel Bakunine, Perrin et Cie, Parigi 18%, p. 219. 46

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