Interrogations - anno III - n. 8 - settembre 1976

SCUOLA Dl ST ATO a volte direttamente gestite dalla casa-madre (corne nel caso della Fiat, ad esempio) a volte camuffate da «Università private». Sono vere e proprle scuole di elite, praticamente inaccesslb111alla massa dei clttadini, il cui ingresso è codificato in regole che nulla hanno a che vedere col «dirltto allo studio» di tutti. Se la tendenza è destlnata a consolidarsi, è facile prevedere che, parallelamente, si accentuerà ancor di più la vocazione della scuola di stato a funzionare corne agenzia di soclalizzazione. Non è detto comunque, che le tecnocrazie del capitale privato debbano necessariamente operare in antinomia con i vertici dello stato. Al contrario, esiste fin d'ora più d'un sintomo della sostanzlale convergenza d'interessi delle varie elite al potere. Se cio è vero. è anche possibile che, in futuro, la funzione di «scuola dirigenth venga svolta, in qualche settore, dallo stato, di comune accordo con le strutture produttive cul gli alunni saranno destinati. E' forse dovuto a ciô 11ritardo, anche a livello di proposte, con cui viene portata avanti la riforma dell'università, quasi indicasse una sorta di esitazione, nella classe politica, sui contenuti da attribuirle. Conclusioni P ER GLI ANARCH1c1, comunque, la scuola d'eltte, statale o privata che sia, non puo essere che un nemico, 1n quanto tiene a battesimo i futuri membri della classe dirigente, cioè i futuri sfruttatori. a scuola di massa, invece, è un campo di intervento, perchè in essa vivono, in deflnitiva, i futuri sfruttati, quell1 che domani subiranno il peso del reglme. Il problema, çiunque, è corne indirizzare un tale intervento, al fine di contrastare il più efficacemente possibile !'opera dl condlzl.onamento. C'è da dire che, all'lnterno della nuova scuola dl massa, la costruzlone del consenso non è sempre agevole e llneare. Insleme al numero crescente di alllevl, è entrato neile aule l'eco del conflittl soclall, delle tension! che lnevitabilmente agitano ogni sistema basato sulla disuguaglianza, e questo ha dato l'impresslonè, più d'una volta., che le strutture scolastlche servissero alla costruzlone non del consenso, ma della critica e della sfiducla nelle lstituzlonl. A parte il mltlco '68 (ormal quasi dimenticato) la contestazione studentesca non appare spenta e continua a turbare, almeno in parte, la tranquillltà di presldi ed lnsegnanti. Bisogna riconoscere, pero, che il sistema scolastico sembra avere una capacità di recupero quasi illimitata. Scioperi ed 27

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