Fine secolo - 1-2 marzo 1986

Marco Bagnoli, L'arcangelo incorporato,1983 (foto Nanda Lanfranco). Qui sotto: Felice Casorati, Fanciullo, 1948;Picabi~ TurlJine, 1917. ella pagina a fronte:Aldo Rossi, Geometria dell'estate, 1983. livello di discorso, non sappiamo se l'artista parla su un piano metafisico e simbolico, su un piano psicoanalitico, ecc. Si tratta di un'ambiguità (e quindi di una "bellezza") che è, sì, motivata da un fallo visivo, ma è del tutto concettuale. li mio la– voro attuale non riguarda questa sfera di stimola– =ioneanche se in passato ho lavorato in quel senso (penso ai Progetti per avvelenamento, alle Sfere con sirena, agli Specchi tachistoscopici ... ) . La tua opera ha quindi corso _sudue binari. La strada è unica, in verità. E la via dell'evento, cioè dell'associazione su tutti i piani possibili, che sono poi i piani della realtà - le associazioni socia– li, simboliche, filosofiche, metafisiche ... Tutto ciò è l'essenza dell'arte, che deve essere libera di ope– rare su tutti i livelli della complessità della vita. Mi ero quindi dedicato in certi periodi a indagare soprattullo sulla 'sorpresa', sullo spiazzamento delle aspettative e sugli errori di attenzione. Oggi, lavoro più sulla percezione visiva che è un campo in cui ci sono possibilità straordinarie di apertura a/l'evento, quando il processo di percezione non è limitato ma è lungo e complesso. Per evento, in– tendo un fenomeno del vissuto umano in cui, dati certi stimoli, non siamo sicuri su come risponder(! alle domande "dove mi trovo?", "che·cos'è?". E uno stato di estraneamento. Se guardiamo un'im– magine stocastica come nei miei quadri, non riu– sciamo a stabilire se c'è una prospettiva o meno, se c'è un'immagine figurativa o no, se un colore o un piano sta davanti o dietro a un altro. C'è sempre un 'ambiguità che rallenta la percezione e stinwla la curiosità. Nel vissuto del singolo, ci possono essere gr-,mdi momenti di estraneamento, non correlati alla percezione di opere d'arte, come quando si è sot~ to l'effetto di stupefacenti, oppure quando si so– gna. L'esperienza che si vive in qu~i ~onte~ti ~ molto diversa da quell'«evento» art1st1cod1 cui Ji? ~r~bbe essere anche meglio! L'arte nella società ha la stessa /=ione che può avere il sogno per l' individuo. Ha la funzione di "adattare" la Società via via ai nuovi contesti storici. Perché, allora, si vedono opere dejà vu nelle gal– lerie oggi? Prnbabilmente con i mezzi che ancora si usano c'è un limite oggettivo di saturazione dell'arte. Se /' artista è un "sensitivo" che si affida alla propria intuizione e alla propria abilità manuale, non può andare oltre un certo punto. Si sta esaurendo una civiltà. Per quanto l'intuizione lirica possa essere autentica, non abbiamo più la possibilità di fare grandi opere d'arte con essa. Si vive una sorta di ' minorità' nel mondo contemporaneo. Leonardo da Vinci viveva il suo tempo da protagonista, come oggi lo vive chi progetta un 'astronave (anche se ogni tanto scoppiano!). Possiamo anche dipingere un quadro 'intuitivo·, ma se non tocca dei problemi scientificamente adeguati al presente, è chiaro che siamo sul piano dell'artigianato o della decorazio– ne. In che modo l'arte può reinserirsi nella realtà di oggi da protagonista, visto che è poco probabile che un artista vada a studiare astrofisica'? Basta cambiare 'mezzi'. Può usare dei mezzi scientifici, o sperimentali. Può porsi dei problemi chiari e poi lavorarci con un metodo. Non si riesce, per esempio, a fare un disegno _stocastico 'intuiti– vamente', con /'automatismo. Si rifanno sempre le stesse forme piuttosto banali. I Gesti tipici sembravano nichilisti mentre le Pit– ture stocastiche sembrano euforiche. In che modo la cultura generale del momento incide sull'opera? Veramente,f are un quadro gettando i dadi è anco– ra abbastanza nichilista. C'è secondo alcuni, però, uno scarto fra il metodo e l'effetto fmale de/l'ope– ra. Com'eri visto negli anni '60? Come un artista molto provocatorio, dadaista eri– belle. Mi hanno attribuito _quest'immagìne, "'!a non hanno capito il lavoro. E anche provocatorio, ma va letto a livello del rapporto .rappresentazio– ne/realtà. Ho sempre cercato di evitare lafinzione e di entrare nella realtà. Gallerie Librid'artista "Oggetti culturali, oggetti magico-rituali, dispo– sitivi pericolosi e-invadenti? Forse le tre cose in– sieme, giacchè i libri di Paladino, di Paolini, di Parmiggiani, di Gastini, di Griffa e i Telai del Bernini presenti in mostra si lasciano accostare e indugiare come esperienze mentali, si possono stendere, spiegare, eseguire (anche musicalmen– te). contemplare, vogliono sorprendere e conqui– stare" (com. stampa). Nel catalogo, testi di Edoardo sanguineti, Alfredo Giuliani e Paolo Fossati. Modena, Rossana Ferri, Rua Muro 70, tel. 230214, 10,30-12;3016-19,30,chiuso festivi Marco Bagnoli Negli anni '70: concettualismo, lo spazio, il tem– po, le istallazioni, libri, foglietti, spesso rossi, so– prattutto percorsi e tanta logica. Adesso, Bagn~– li ci propone sculture in legno dove sono combi– nati a due a due profili di sculture del passato: un Buddha e un busto rinascimentale di donna, figure egizie....Simbologia del colore. misure cal– colate sulla sezione aurea, l'Oriente e l'Occiden– te, la scienza (lenta come la fotografia fatta con un tempo di esposizione così lungo da cogliere il moto della terra rispetto alle stelle, sull'invito). Genova, Locus Solus, via Garibaldi 9r. tel. 281557 . LorenzoPezzatini Bastoni colorati, guanti ricamati, acquarelli, oli, acrilici e fotografie: un'istallazione in cui l'arte irrompe prepotentemente a colorare lo spazio e le cose, con iun intervento da fare risalire persino alle "ricostruzioni futuriste dell'universo"! Pez– zatini vive e lavora tra Roma e la sua Firenze. Mantova, Libreria Einaudi, C.so Vittorio Ema– nuele 19, tel. 365854 Picabia: opere 1898-1951 "Ogni convinzione è una malattia" affermò Pi– cabia che coerentemente spaziò dall'adesione en– tusiasta all'avanguardia dadaista alla completa condiscendenza nei confronti del mercato. Pica– bia aveva lucidamente e precocemente compreso, già alla fine degli anni 'IO, che ogni avanguardia è destinata, con la storicizzazione, al conformi– smo e ogni idea rivoluzionaria al moralismo o alla istituzionalizzazione. Proprio questa sua co– scienza ne fa, in quest'epoca di disincanto post– avanguardistico, una sorta di precursore per tutti gli "attraversamenti" più o meno pentiti, un po' come De Chirico lo è per tutti i fautori del ritor– no all'ordine neoclassico. La mostra ha quindi un'innegabile attualità, nonché il merito di docu– mentare le varie fasi dell'opera di Picabia, dagli inizi impressionisti (Alberi del 1898, fiocamente illuminati dalla luce del crepuscolo) ai quadri co– sidetti 'meccanici' (Turbine, 1917; Tota/isateur, 1920; Ciment, 1922 ...); dal periodo dei "mostri" (1924-28) alle trasparenze (1928-35), quadri in cui figure e volti umani lasciano trasparire in– quietanti visioni chimeriche, fino a un paio di quadri "alimentari" kitsch degli anni '40 (furono commissionati in serie a un Picabia quasi in mi– seria, da un ricco mercante di Algeri), e ancora, ai lavori astratti successivi. Insomma, come e):>be a dire il pittore nel 1921, "il faut etre nomade, traverser les idées comme on traverse les pays et !es vilies", e più d'uno lo parafraserà ... Mostra e catalogo (Electa) sono a cura di Enrico Baj. Milano, Marconi, via Tarlino 15, tel. 225543 A.R. Penck Quo Vadis? Germanie. Frecce, catene, scritte, uo– mini che gesticolano, mostri ... L'horror vacui, la forza e l'immediatezza degli enormi scarabocchi di Penck ricordano più l'art brut e l'arte dei cie– chi che la leggerezza del disegno infantile. Tratti decisi segnano tentacoli che si disperdono sulla superficie di un'enorme piovra nera e rosso-vio– la. Negli interstizi rimasti, simboli astratti, uomi– ni e donne senza spessore si riconoscono più che altro per gli oggetti e gli strumenti che tengono in mano - martelli, fucili... - , le braccia proprio– cettivamente allungate e distorte. Sono gli ultimi lavori (più 'fitti" e uniformi rispetto alle 'scene' del passato) di un transavanguardista tedesco (Baselitz, Kiefer, Immendorff, Polke...) che per il linguaggio segnico stilizzato e veloce può ricor– dare anche il graffitismo americano (soprattutto Haring), sebbene sia carico di una drammaticità e di una tensione del tutto assente nel lavoro d'oltreoceano. Le tele grandi sono grandi, le car– te... forse un po· piccole. Milano, Christian Stein, via Lazzareto 15, tel. 6704754, Julian Opie . Milano, Tose/li, via del Carmine 9, tel. 8050434 Ted Rosenthal Colorate composizioni in acciaio laccato, figure 'buffe' e anche grottesche. Milano, Salvatore Ala, P.zza Umanitaria 2, tel. 5400612, 10-19,30,chiuso !un. Arakawa cfr. Reporter, 1/12/85 Milano, Blu, via Senato 18, tel. 792404 16-19,30dom. e lun. chiuso, fino al 30 marzo FINE SECOLO* SABATO 1 / DOMENICA 2 MARZO 'Ma anch Casciello, Gadaleta, Russi Arezzo, Galleria comunale d'arte contemporanea, fino al I6 marzo GustavKlimt:cento disegni Firenze, Palazzo Medici-Riccardi Omaggio a Donatello Firenze, Bargello e Gipsoteca, Istituto Statale d'Arte Renato Rinaldi Firenze, Vivita, Borgo degli Albizi 16, tel. 2480013 Mario Schifano Napoli, Lucio Amelio, P.zza dei Martiri 58, tel. 422023 George Grosz Napoli, Accademia di Belle arti Joseph Beuys: "Palazzo Regale" Napoli, Capodimonte, Salone dei Camuccini, 9-14 Giulio Turcato Roma, Galleria d'Arte Moderna, Viale Belle Artì fino al 27 aprile Fausto Pirandello Roma. Palazzo Venezia, fino al 23 marzo I viaggi perduti Roma, Palazzo Brasch_i fino al I O mar. Jannis Kounellis Roma, Ferranti, Via Tor Millina 26 Sergio Lombardo · Roma, A.A.M., via del Vantaggio 12 Jartrakor, via dei Pianellari 20, tel. 6567824 Patrizia Cantalupo,Juan Esperenza Roma. Il Ponte, via Sant'lgnazio 6, tel.6796114 Nunzio Roma, Sargentini, via del Paradiso 41, tel. 6569846 La presenzadell'architettura Roma, Apollodoro, P.zza Mignanelli 17 Paolo Masi Roma, Primo Piano, via Panispema 203, tel. 460309 Mariano Rossano Roma, La Nuova Pesa, via del Corso 530, tel. 3612133 Scritturarecondita Roma, Centro Di Sarro, viale G. Cesare 71, tel. 319601, fino all'8 marzo Dal futurismoagli anni trenta Roma, Sprovieri, P.za del Popolo 3, tel.3608918 Maria Lassnig Espressionismo austriaco! Milano. Cannaviello, via Cusani 10-10/7, tel. 807991 GilbertoZorio 5 C'è un alambicco appoggiato su due enormi lan– ce che pendono dal soffitto. Da lontano, sembra contenere un liquido rosso fiamma. Da vicino, e da sotto, quel liquido diventa prima rosato e poi trasparente: per purificare le parole. Frammenti di vecchie canoe, di pelli, pece, catrame, cristalli blu purissimi... Acido solforico e rame, amonio bicromato, "non sono dei colori, sono prodotti chimici molto velenosi" dice l'artista. Mestoli di bronzo, conche di rame dove egli aggiunge ac– qua, quasi quotidianamente, perché l'acqua eva– pora, perché il processo elettrostatico procede, perché l'acqua, se ci si avvicina e ci si respira so– pra, diventa ondulata, un segnale dei movimenti naturali nell'ambiente. Come sempre nelle mo– stre di Zorio, c'è sia il senso della velocità e dello slancio che quello del lavoro umano, fatica so– prattutto lenta, affascinante e segreta in quella zona dove l'idea si fa immagine e la realtà diven– ta fantastica e colorata. "Il mondo delle idee è immagine. l'immagine fa l'emozione dell'espe– rienza ~ttiva e toglie dall'angolo l'autocitazione: Le reazioni chimiche procedono nei loro viaggi, i suoni luminosi si moltiplicano e si differenziano, i conduttori germinano cristalli..." (Zorio, 1985). Torino, Christian Stein, P.zza S. Carlo 206, tel. 535574 15,30-19,30,chiuso lun. EnricoCastellani Anche Torino celebra il rigore e la poesia di Ca– stellani, un artista che, come Manzoni, Fontana, Scarpitta e pochi altri, ha evidenziato scultorea– mente la tela: la si può modulare, contrastare, plasmare, rendere luminosa e vibrante semplice– mente infiggendo chiodi sul retro e sul davanti. La luce batte, allora, ritmicamente e l'ombra si fa macchia, oppure puntino, a seconda dell'ope– ra. Tele monocrome, per lo più bianche, e una miriadi di possibili variazioni sul tema. Eva Menzio, via della Rocca I I, tel. 832917 Ippolito Simonis, via Bonsignore 2, tel. 831484 16-19,30

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