Fine secolo - 16-17 novembre 1985

• FINE SECOLO* SABATO 16 / DOMENICA 17 NOVEMBRE 2··· Noisiamo noi,e il preside è il preside Federica C., Liceo classico «Umberto I», Napo– li Il liceo classico Umberto I di Napoli aveva la f&madi essere un istituto apatico da un punto di vista politico. Era davvero avvilente parteci– pare alle nostré assemblee; l'aula magna 1;ra quasi deserta, solo le prime tre file venivano . occupate. Il liceo Umberto è popolato oggi da circa 1800 studenti. L'assembJea serviva solo per dormire un po' di più almeno un giorno al ~ese. Gio– vedì 7 novembre è scattata però una molla che ha svegliato in noi tutti un interesse vero. 'Era stata chiesta infatti un'assemblea straordinaria alle 8.30 per discutere dei problemi più impor– tanti sapendo che questa era una iniziativa a li– vello 'nazionale; il preside non ce la concesse. Non ci demoralizzammo, pensammo di girare per le classi dell'istituto e di chiedere a tutti i professori se accettavano di fare delle assem– blee nelle singole classi per discutere sulla legge finanziaria, sulla riforma della scuola seconda– ria e sul nuovo movimento degli studenti sorto in quei giorni a Milano. · Ricevemmo da una parte molti con,sensi, dal- 1'altra parte altri professori erano incerti sul da farsi e desideravano parlare col preside. Egli infatti passò tra le classi rassicurando i profes– sori invitandoli a svolgere le solite lezioni e si rivo'isea noi in questi termini: «O fate lezione nelle classi o ve ne andate». Nessuno si fece pregare due volte, l'intero istituto prese il por~ tone principale ed uscì ma nessuno se ne torno a casa, tenemmo infatti un sit-in sulle scale del– la scuola dove discutemmo dell'accaduto. Ora io, come del resto tutti gli studenti del mio isti– tuto penso che il preside non abbia realmente capito che cosa vogliamo, noi desideriamo una scuola nuova che si adegui ai tempi. Noi ab– biamo capito che la scuola così com'è va male, e che deve cambiare, perchè è una scuola inef– ficiente, inadeguata e vecchia, è una scuola in– giusta poichè dà poco e/non consente di prepa– rarsi in un modo adeguato a una società che è cambiata. Non vogliamo però che la gente consideri queste iniziative perdite di tempo, di– scutere, tenere un dibattito vuol dire fare lezio– ne, vuol dire che da parte nostra c'è un deside– rio di sapernè di più e. cpe ciò che_studiamo . non ci bastà. Siamo confrò la riforma finanzia– ria per qria'.iitòriguarda le tasse da p~garè ~ ' scuola. Più tàsse non ci· garantiscono infatti · una scuola migliore, nuove attrezzature scola– stiche o biblioteche o palestre. Noi abbiamo a Napoli ancora la scuola disastrata dal terre– moto di cinque anni fa e siamo costretti a fare doppi e tripli turni. Leinonsachisiamo 001 Alunni 4° A, Liceo scientifico « Via della Farnea sina», Roma '· "Una scuola non abbiamo, noi in strada scio– periamo'"; "ci manca tutto e n1:,ssunoci aiuta, ··ci siàmo anche noi"; "oggi bocciati, domani li– cem;iati". Natural~ente, come sempre accade, i pripcipi e i diritti che cerchiamo di difendere vengono distorti da azioni estranee e non pre– viste èhe mettono pl!_rtroppoin cattiva luce le nostre intenzioni. Ciò che provoca in noi gio– vani amarezza e, diciamolo· pure, rabbia e in– soddisfazione. è la quasi totale indifferenza con cui le nostre lamentele, ormai da troppo tempo· · inoltrate e reiterate, vengono ignorate dalle au– torità competenti, fin troppo immerse nei loro eterni· giochi burocratici. Ci accorgiamo anzi che l'unico modo di risolvere i nostri problemi in tempi ragionevoli è quello di sfruttare even– tuali conoscenze personali, come è ormai ac– cettato per tradizione, invece di seguire le stra– .de più logiche e efficaci. La foto in b- è di «La Camerablue» . . Quelladellapaginaa fronte di StefapoMontesi. Uomini e topi Andrea, Istituto Tecnico Commerciale «Aldo Pasoli», Verona Anche a Verona sabato 9 novembre l'affiuenza è stata notevole, circa seimila studenti prove– nienti dalle varie scuole si sono radunati in piazza Bra, dove i vari rappresentanti di istitu– to hanno raccolto su un libro bianco i princi– pali problemi delle scuole che rappresentava– no. Si è poi dato inizio ad un corteo che ci ha ·portati. fin sotto il provveditorato, quindi i rappresentanti delle principali scuole veronesi, circa 21, sono stat_iaccolti daJ provveditore. Da questo colloquio sono riemersi problemi • anche gravi come quelli esposti dall'lstituto di Agricoltura di San Floriano dove non c'è ri– scaldamento, non c'è palestra, non ci sono la– boratori ma, in compenso ci sono i topi come in parecchie altre scuole di Verona, Per quanto riguarda il mio istituto Pasoli il nuovo corso di informatica è solo venuto a creare problemi di · a:ule.Il calcolatore acquistato circa due anni fa è oggi bloccato per la troppa richiesta da parte degli insegnanti e mancano anche aule per le lingue. L'aiuto che ho portato allo sciopero io è partito praticamente dalla situazione in cui si trovava la mia classe. Circa per due settimane · abbiamo dovuto fare lezioni in biblioteca perché nell'aula pioveva dentro e quindi non si poteva appunto far lezione e comunque pèr concludere è non solo che la scuola non ci dà nulla per quanto. riguarda un posto di lavoro ma non dà nulla nemmeno a noi stessi. Rassegnati troppo presto Mauro Passi, 18 anni, rappresentante del coor– dinamento studenti medi· di Ravenna, Istituto tecnico industriale statale. Sabato 9 novembre in piazza Venti Settembre a Ravenna c'erano più di duemila studenti che manifestavano contro la legge finanziaria. Questa mobilitazione noq éra organizzata da nessun gruppo politico, ma dal coordinamento degli studenti medi (una struttura aperta a cui partecipa~o tutte le scuole della città). Il fatto che non siano stati sempre i soliti a organizza– re questa iniziativa è un segno positivo e deno– ta che gli studenti sentono la necessità di pro– testare contro una·legge che a loro parere è in– giusta e va càmbiata. Vorrei sottolineare l'indipendenza di questo movimento dicendo anche che sabato 9 no– vembre si è recata una delegazione dal sindaco di Ravenna per chiedere fra raltro una sala in cui potersi riunire visto che si era costretti a re~ carsi alla Camera del Lavoro. Penso che que– sto movimento possa e debba ottenere molti ri- . sultati e che coloro che lo vedono come un '68 a replica e affermano. che tutto è inutile, si sia– no rassegnati troppo presto e commettano un grave errore. Dolori e colori precoci Cecilia Mazzarella, 3" E sperimentale, Liceo classico «Garibaldi», Palermo I nipoti del '68? Inorridisco al solo pensiero di . una simile definizione. Ma poi, perché voi ci volete definire ed etichettare quando noi siamo i primi a non volerci dare nessuna etichetta? E' forse necessario ed obbligatorio che un «movi– mento studentesco» sia immediatamente para– gonato à un '68 o a un '77 che sia (stato)? Pen– so-pròprio di no, quello è ormai un capitolo chiuso, oltre al fatto che è un capitolo che non ci appartiene e a cui non ci ispiriamo. E chi siamo allora, visto che rifiutiamo le paternità che qualche nostalgico vorrebbe rivendicare o proporci? Tutti rivendichiamò il nostro diritto allo stu– dio ma con notevoli differeme. ~entre al nord · gli studenti lottano per poter avere un compu– ter mancante, le tendine in classe per il sole (?), la riforma dei programmi per avere qualcosa di concreto per il futuro, noi al sµd prima di tutto dobbiamo lottare per avere aule, sedie, banchi,'bidelli, cessi, acqua, pulizia, vetri, can– cellini e perfino gesso! Per non parlare di bi– blioteche, laboratori, palestre, infermerie. E pensare che c'è qualcuno che vuole, con queste premesse, aumentare le tasse agli studenti, quando neppure il gran lusso del cancellino c'è assicurato. E quando alla base di una protesta ci sono questi dettagli, perché ce ne fate una colpa se non abbiamo e non vogliamo colori politici? Certo, sarebbe un'altra cosa avere il gesso rosso e il gesso nero, la riforma bianca e quella 'Verde!«Senza colori niC!)te ideologie» insomma? Io non credo sia deplorevole accan– tonare certe bandiere per «scendere in piazza» (eresie, per alcuni), e poi, chi vi ha maì detto che i famosi paninari nella loro vita privata non abbiano colori? La tanto criticata apartiticità Fosca Ceccato, 18 anni, Milano Vorrei che questo venisse pubblicato oggi così com'è perchè sono dell'idea che sia meglio ri– schiare di dire stupidate che parlare solo con l'aiuto di altri. Io sono una studentessa di 18 anni e faccio parte di questo 'movimento dell'85' come tutti oramai lo definiscono. Questo movimento è stato criticato, analizza– to, quasi vivisezionato per cercare di capire esattamente cos'è ma purtroppo non obbietti– vàmenle perchèltuuo·è partito sempre dal con– fronto col '68, spauraèchio o speran7.a per molti. Personalment~ ritengo che, nonostante non sia una riedizione del famigerato '68 abbia co– munque dei contenuti politici dato che il mo"!- - mento è nato per tutelare il diritto allo studio,

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