Fine secolo - 2-3 novembre 1985

deve fare solo in Italia. Vi dovete fare missio– nari andando a fare queste azioni all'estero, dando la priorità a tre._paesi: la Germania, la Francia e la Spagna. Io credo che troverete an– che altre forze con cui fare delle alleanze, ma è un'iniziativa che dovete fare. Io credo ché se mettete un po' dello sforzo che avete saputo mettere nelle battaglie nazionali in questa bat– taglia europea potete ottenere dei buoni risul-· tati, perchè la situazione è oggi aperta in _que– sto senso. Concludo dicendo che l'azjone per la federa– zione europea è uno·sforzo a cui partecipano tutte le famiglie politiche europee ma che essa è radicata, impiantata nella cultura e nel modo· di pensare radicale; e non è un caso che quello che è forse il più importante dei 'vostri maestri, cioè Ernesto Rossi, sia stato ·anche uno dei fondatori del movimento federalista europeo. Sappiate dunque assumere questa azione por– tando in essa il vostro fervore e anche il vostro grano di follia. Governodi programmae programmadi governo di Walter VELTRONI C'è nella politica italiana un processo degene~ ratjvo che da tempo segnaliamo. Essa è condi– zionata dalla prevalenza assoluta delle formule sùi programmi, degli schieramenti sui contenu– ti. Il terreno sul quale le alleanze si formano non è quello delle politiche da realizzare. Quando il PCI ha parlato, con Enrico Berlin- · guer, di questione morale non ha posto solcrnn problema di rigore ed onestà dei comporta– menti, ha affermato la necessità di una distin– zione netta delle funzioni dei partiti e di quelle dello Stato, ha teso a definire i confini ai quali la presenza dei partiti si deve arrestare perché lì scorre la società civile con i suoi valori e le sue dinamiche. Per questo nella crisi abbiamo proposto un governo di programma, per il quale abbiamo indicato alcuni punti fonda– mentali, come tentativo di aprire una fase nuo– va, di operare un forte rinnovamento della po- litica. , - Voi, compagni radicali, di fronte alla nostra insistenza sulla necessità .di dar vita ad una nuova fase della storia politica del nostro pae– se attraverso la costituzione di governi di pro– gramma, avete insistito sulla necessità che si definisca prioritariamente un programma di governo. E'· un'esigenza che comprendiamo. Ma questo non può essere solò il prodotto di un partito. E' questo _anziil terreno sul quale riallacciare il dialogo e il confronto, la conver– sazione continuamente interrotta, tra tutte le forze della sinistra e democratiche, a partire dai compagni socialisti. Con interesse abbiamo letto le prime dichiarazioni di Martelli e la vo– lontà deÌ PSI di misurarsi con i contenuti pro– grammatici, ma tanto più di corto respiro ci appare oggi, la decisione di far quadrato solo sulla formula di questo governo, sorvolando sui contenuti, rinunciando all'ambizione di svi– luppare quella politica riformatrice, qi governo del cambiamento _che ha percorso, negli anni passati, le più interessanti elaborazioni del PSI, e che oggi sembra sacrificata sull'altare di una •formula pura, senza più anima, né conte– nuto. La ricerca dell'unità è difficile. Lo è stata in questi anni e la sinistra-ha pagato il prezzo del– le sue lacerazioni. Ma l'unità e il dialogo non si ricostruiscono solo con le buone maniere o con la dichiaraziòne della intenzione cj.ifarlo. Non la si ricostruisce a sinistra se prevalgono in cia– scuno pretese inlegraliste o omologanti, se si pensa ad una unità tra uguali e non tra diversi, se si cerca di far stare tutti sotto la stessa ban- · diera, qualsiasi essa sia. Noi siamo impegnati nella ricerca, che appassiona oggi tutta la sini– stri;\europea, delle risposte nuove, di program– ma, di movimento, di governo ai mutamenti· rapidi della società. Viviamo una stagione di grandi mutazioni, questa fine di secolo è scandita dalla rapidità dell'innovazione e della ·sua diffusione e al L'autobus radicale nell'ora di punta. Acqua passata. (Foto Team Editorial Senice) tempo stesso dall'estendersi delle nuove con– traddizioni della società contemporanea: quel– le tra nord e sud, tra uomo e natura, tra uomo e donna. La crisi dello stato sociale spinge tut– ta la sinistra a definire, nel contesto europeo, risposte riformatrici coraggiose e in grado di contrastare il vento reaganiano che, in questa parte del mondo, esaspera le contraddizioni, accentua le diseguaglianze. Giorgio Ruffolo, nel suo libro "La qualità so– ciale" cita quell'immagine della società moder– na che là rappresenta come una colonna mar– ciante. La. dinamicità della testa 9ella colonna è importante rria lo è anche la distanza dalla ·coda, che mjsura la diseguaglianza. In fondo, a passo sempre più lento, ci sono i nuovi poveri che la società produce, le nuove emarginazioni che il ritrarsi dello stato sociale lascia sul ba– gnasciuga. E' da qui, dai contenuti di una azione di lotta, di programma e çli governo che può forse prendere le mosse un nuovo dialogo, un nuovo confronto delle idee..Abbiamo spesso opinioni diverse, talvolta. molto diverse. Se ciò ci ha spinto spesso·a discutere e a scontrarci non ci ha impedito, su grandi questioni, di batterci in– sieme. Voi, come noi, non amate l'indifferenza. Voi, come noi, ricordate le parole di Pasolini per il vostro congresso, quando denunciava il peri– colo di una "nuova trahison des clercs: una nuova accettazione; ima nuova adesione; un nuovo cedimento a fatti compiuti; un nuovo regime sia pure ancora soltanto come nuova cultura e nuova qualità di vita". Pasolini usava in questo caso l'aggettivo nuovo caricandolo d_elsignificato negativo di pura replica, pura riedizione. Per dire che spesso ciò che appare nuovo è vecchio. _ Nuova invece deve essere per tutti noi la co– scienza dei pericoli che l'uomo moderno vive: dalla minaccia atomica alla realtà dello stermi– nio per fame, dalla violazione del limite am– bient~le al rischio dello svuotamento dei poteri demoèratici, di garanzia e di direzione, fino– alla grande questione dei diritti dell'individuo nella società di oggi e, in primo luogo, il diritto a ·conoscere, ad essere informati, a informare. Tutelare l'autonomia professionale e la possi– bilità dell'espressione del pluralismo è la prio- rità alla quale isp!rare le necessàrie, urgenti de– cisioni legislative e, io credo, la stessa revisione dell'art. 21 della Costituzione: E' fdrse da qui, dai grandi princìpi costitutivi di una moderna democrazia che nuove allean– ze, non solo delle nostre culture e di quelle del– la sinistra, possono essere tessute. Alleanze tra le forze politiche, ma anche alleanze nella so– cietà, della gente che studia ·e lavora, o che aspira a studiare e lavorare. E' nella società che oggi qualcosa si muove e la velocità di questi movimenti rischia di prende– re di sorpresa tutti. Gli studenti; per esempio. Una buona dose di conformismo, di cinismo, di semplificazione attraversa il modo in cui la realtà viene rappresentata dai mezzi di comu– nicazione·. Poi viene la realtà vera,. che non smentisce e non conferma, che è complessa, multiforme, articolata come lo sono i movi– menti dei giovani di questi giorni, con i loro obiettivi concreti, con le loro motivazioni idea– li, con i loro simboli e con i loro linguaggi. Nel corso del tempo, nel rapporto tra i nostri due partiti, molto è cambiato, non sempre in meglio. Nessuno può scagliare la prima pietra, ma permetteteci di sostenere con amicizia e-· franchezza, che nel dialogo tra due partiti è ne– cessario il superamento dei pregiudizi. Abbia– mo avuto l'impressione che in questi anni il PCI, la sua linea, i suoi uomini siano divenuti il bersaglio principale e si sia, al tempo stesso, attenuata la critica e la conflittualità nei con– fronti dei partiti della maggioranza e del go– verno. Noi non chiediamo scelte di schiera– mento, non è questo il senso deÌ mio ragiona– lI\ento. Noi sottolineiamo, e sul serio, l'auto– nomia dell'insediamento,politico, sociale e cul– turale. Quando parliamo, come faremo nel nostro Congresso, di una nuova fase della proposta dell'alternativa, di un percorso di ricerca poli– tica e programmatica ci sforziamo di non par– lare solo di noi ma di tracciare un itinerario che possa essere percorso, con un accordo sui contenuti, dal più vasto arco di forze possibili. Non è il terreno della diplomazia ma quel1o aspro e impegnativo del confronto politico, della ricerca comune per il quale un dialogo e un incontro sono più che possibili, sono neces– sari per il bene della sinistra e del nostro paese.

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