Fine secolo - 26-27 ottobre 1985

• I FINE SECOLO* SABATO 26 / DOMENICA 27 OTTOBRE Nel 1945, quando ho ricevuto un'offerta per far parte di un'orchestra che poi si é trasferi– ta in Jugoslavia. Lei quanti anni é rimasta poi qui a Casarsa? Dal '41 al '45 - veramente nel '45 non erava– mo più a Casarsa perché ci siamo spostati un po'; la stazione di Casarsa era piuttosto im– portante e i bombardieri venivano giornal– mente; il pericolo era abbastanza grande. Ci siamo spostati a Versutta, un paesetto piccÒ– lo... C'é un'immagine particolare che lei ha di Pa– solini nella sua memoria? Veramente l'immagine di Pasolini, di quell'e– poca, é molto viva nella mia memoria; lo vedo davanti così com'era in tutte le manife– stazioni; era molto dolce, molto amabile; quasi timido. E il suo sgardo verso lei com 'era? Dolce; dolce, amichevole. Incoraggiante quando si trattava per esempio di prendere questo impegno di insegnare ai ragazzi - io ero molto restia perché non avevo mai diret– to un coro; e lui diceva: «Ma Pina, vedrà che ce la faremo!». Lui aveva tanta persuasione che tutto sarebbe riuscito che ce la trasmette– va a tutti quanti, a me e ai ragazzi. Difatti, senza imporsi, senza darsi l'aria di essere su– peri_oreemanava da lui questa persuasione che avremmo fatto bene. E difatti questi spettacolini sono riusciti. - Non ci siamo mai più riveduti, con Pier Pao- 19- Ho soltanto una lettera sua; corrispon– denza non ce n'era più. · In questa lettera che cosa scrive? Non si potrebbe riassumere, é una lettera molto bella e poetica; bellissima veramente. Parla di Bach, parla delle sonate di Bach che io gli eseguivo e che lui ricordava molto vo– lentieri e che lo hanno introdotto in questo mondo della musica di Bach, che poi sappia– mo lui adottò -non quelle sonate che io gli suonavo- ma gli ho aperto la porta' alla cono– scenza di questo grande compositore. OH SIGNOUR MISERICORDIA Parole di P.P.Pasolini Musica di P,Kalz Oh Signour, misericordia par li nustri puòr paìs. Nu i vuardan li so ruvinis coma usiei sensa i so nis. Oh Signour,misericordia da, la nustra zoventùt, essi zòvins no val nujà co la patria a ni à pierdut. O signore misericordia per il nostro povero paese. Noi guardiamo le sue rovine èome uccelli senza i loro nidi. Oh Signore, misericordia della nostra gioventù; esser giovani non vale niente quando la patria ci ha perduti. Alla (ine della secònda guerra mondiale, Ca– sarsa giaceva in gran parte distrutta, sia per i danni subiti durante i bombardamenti, che, soprattutto, per i_giovanimorti o dispersi in paesi lontani. Questa poesia-preghiera chiede misericordia per il paese in rovina e per questa giovinezza che la patria, con la guerra, ha reso inutile. L'INNO DEI MJEI FANTAS Testo di P.P.Pasolini Musica di P.Kalz ', Fantasutis di Ciasarsll zèit pai pras a cioj su flòurs un massùt par vustra mari, un florut par i ciantour. E il miej prin al è Gigion cu na vous di gardilin; il miej bas al é Angilin cu na gola di canon. La maestra a è pissuluta, ma·a è duta di oru fin. Ultin un c'al ti cumbina • li violits cun murbin. Ragazze di Casarsa andate per i prati a raccogliere fiori un màzzetto per vostra madre un fiorellino per i cantori. Il miglior tenore é Gigion . con una voce di cardellino; il miglior basso é Angilin con una gola da cannone. La maestra é piccolina, ma é tutta di oro fino. Ultimo uno, che ti combina le villotte con allegria. Inno ai giovani più in gamba. E' in effetti il vero inno della vecchia corale fondata da Pa– sòlini. Allegro e vivace, ogni strofa si riferisce ad uno dei coristi' di allora; mettendone in ri– salto, scherzosamente, virtù canore o caratte-– ristiche personali. Presentiamo solo' tre strofe; la prima chiede alle ragazze di Casarsa di cogliere un fiore peri cantori, la seconda esalta le doti di due coristi di cui uno, Gìgion, é presente ancora nel coro. La terza decanta la preziosità della maestrina Pina Kalz, e per ultimo ricorda l'autore che con «murbin», cioé con brio e al– legria, compone i testi delle villotte.

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