Fine secolo - 26-27 ottobre 1985

FINE SECOLO* SABATO 26 / DOMENICA 27 OTTOBRE 22 ìf t~f (V~t:\~~~~ii\~)~i~~=~~~\f ;it t:~i~ Il foot-ball è un sistema di segni, cioè un lin– guaggio: (...) Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmen– te.poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa; egli è un "prosatore realista":. Riva gioca un calcio in poesia: egli è un "poeta realista". Corso gioca un calcio in poesia: ma non è un "poeta realista"; è un poeta un po' "mau– dit", extravagante. Rivera gioca un calcio in prosa: ma la sua~è una prosa poetica, da "elzeviro"; ,., Anche Mazzola è un elzevirista, che potrebbe scrivere sul "Corriere della Sera": ma è più poeta di Rivera; ogni tanto egli interrompe la prosa, e inventa lì per lì due versi folgoranti. Si noti bene che tra la prosa e la poesia non faccio distinzioni di valore; la mia è una dì– stinzione puramente tecnica. (...) Ci sono nel calcìo dei momenti che sono pu– ramente poetici: si tratta dei ·momenti del "goal". Ogni goal è sempre un'invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irre– versibilità. Proprio come la parola poetica. Il capocannoniere.di un campionato è sempre il migliore poeta del l'anno. In questo momento lo è Savoldi. Il calcio che esprime più goal è il calcio più poetico. Anche il "dribbling" è di per sé poetico (an– che se·non "sempre" come l'azione del goal). Infatti il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non suc– cede mai. E' .un sogno (che ho visto realizza– to solo nei "Maghi del pallone"-1da Franco '<~.-.· -· . ·. f:~.,,J .< ••• _·.· + Franchi, che, sia pure _alivello brado, è riu– scito a essere perfettamente onirico). Chi sono i migliori "dribblatori" del mondo e i migliori facitori di goals? I brasiliani. Dunque il loro calcio è un calcio di poesia: ed esso è infatti tutto impostato sul dribbling e sul goal. Il catenaccio e la triangolazione (che Brera chiama geometria) è un calcio in prosa: esso infatti è basato sulla sintassi, ossia sul gioco collettivo e organizzato: cioè sull'esecuzione ragionata del codice. Il suo solo momento poetico è il contropiede, con l'annesso "goal" (che, come abbiamo visto, non può che essere poetico). Insomma, il momento poetico del calcio sembra essere (come sem– pre) il momento individualistico (dribbling e goal; o passaggio ispirato) (''Una semiologia per il goal", in "Il Gior– no", 3 gennaio 1971) )

RkJQdWJsaXNoZXIy