Fine secolo - 28-29 settembre 1985

I Nella paginaaccanto,CohnBendit ieri e oggi. ("Sonocambiato,ma forse nonsi veiletroppoda fuori .../ Inquestapagina,Jerry Rubmcome conferenziere,Joschka Fischerin un fumettoironicodi "Stero", Rudi Dutschke,AbbieHoffmanncome conferenziere,e Che Guevara. Nella paginaseguente,Bob Dylan fra MichaelMcCluree Alleo Ginsberg. lotta contro l'immagine maschile della donna e certamente c'è qualcosa di giusto nella questio– ne che lei pone. I bambini per la strada, al-ci– nema, alla televisione, sui giornali vedono sem– pre donne nude: è naturale quindi per loro as– sociare nudità con donna. Gli oppositori obiettano: e la libertà, e la battaglia contro le censure, e poi che cosa è veramente pornogra– fico? E lei, femminista convinta, si ritrova nella sua battaglia accomunata alla politica su mo– rale e costume di stampò reaganiano. Il piccolo e il prossimo Barbara, la tedesca, ha una storia diversa. E' stata in fabbrica a stretto contatto con gli ope– rai lottando con loro e ora continua la sua mi– litanza nel movimento delle donne. Racconta di come si è liberata dalle idee maschili di rivo– luzione, di come ha adottato un punto di v,ista diverso sul mutamento dei rapporti sociali e perchè per lei il femminismo è l'approccio giu– sto. Dal momento in cui è nato il movimento delle donne, loro si sono subito chiuse in se stesse, perchè erano convinte che per cambiare il mondo occorreva prima partire dalla situa– zione personale. L'uomo invece rimandava il problema alla società postrivoluzionaria, di– sposto per il momento a lasciare che le cose re– stassero così com'erano. Per le donne invece bisognava partire dal piccolo, e soprattutto da subito. L'ho notato anche nelle interviste: le donne andavano subito sul personale mentre gli uomini restavano sul generale. Con una sola eccezione, un operaio oggi un po' mistico, che ha riflettuto a lungo sul suo ruolo maschile e mi ha parlato senza problemi dei suoi bisogni omosessuali di fronte all'ambiente della fabbri– ca. Impara in fretta ..., Joskha Fischer, da due anni a Bonn in qualità di deputato Verde, è un mio vecchio amico e non mi ha riservato grandi sorprese. Una sola cosa di lui mi ha stupito: come abbia imparato in fretta il linguaggio del politico. Parla con la testa e prima di pronunciare una parola ha già calc9lato l'effetto di quello che dirà. Se discuto con lui di una possibile amnistia per i detenuti politici, arriva una risposta da uomo di stato. Se parlo di questo argomento, mi viene sobito da dire: va bene, ma dobbiamo partire dall'ini– zio, dal fatto che queste persone e la loro ideo– logia sono state in parte anche la nostra e che noi abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è successo. Lui invece mi porta delle argomentazioni da stato liberale. Si ritiene estraneo alla questione. July l'abbottonato Anche con July ci conosciamo da quindici anni ma ugualmente non sono riuscito a fargli rac– contare fatti personali. E' troppo concentrato sulla vita pubblica. Per lui la rivoluzione non esiste più, è il pubblico democratico l'impor– tante. Così fa anche il suo giornale, e non ha più legami ideologici, nè antichi, nè nuovi, ed è aperto a tutto, anche a idee circa lo stato che gli ~arebbero parse impensabili. Chi più di tutti mi ha affascinato è stato Fer– nando Gabeira, il brasiliano sequestratore, oggi un fenomeno culturale. Gli ho chiesto se allora avrebbe ucciso, e mi ha risposto di sì, ma che oggi non può neanche immaginare di prendere una pistola in mano. Il caso. E la necessità? Quanta casua ità c'è stata nelle scelte di molte persone. Una sensazione che mi è venuta an– che dopo l'intervista in carcere ad Adriana F.a– randa e Valerio Morucci. Oggi sono così poco dissimili da chi sta in libertà e non ha mai avu- ~ . --- - -- - ::--- .... - -·-. -- .. ~ . ~·- -- __ .,.

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