Fine secolo - 28-29 settembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 28 / DOMENICA 29 SETTEMBRE Calendario • ragionato delle :mostre d'arte a cura di Carolyn CHAISTOV BAKAAGIEV Grandi mostre 1935 - Gli artistinell'Universitàe la questionedel– la pitturamurale Curata da Simonetta Lux e Ester Coen con l'aiu– to di ricercatori e studiosi della scuola di specia– lizzazione in arte contemporanea dell'Università di Roma, la mostra ripercorre alcune tappe fon– damentali della progettazione e dell'integrazione delle arti nella realizzazione architettonica della città universitaria, dai primi progetti presentati alla Triennale di Milano nel 1933 ai bo1zetti e cartoni per il grande affresco di Sironi nell'Aula Magna (L'llaliafra le arti e la scienza) e all'Athe– na di Arturo Martini posta nel piazzale centrale davanti al rettorato. I luoghi della ricerca sono (ancora per poco) l'oggetto di ricerca. Re11orato de/'Università di Roma, P.le Moro 5 10-13 16-20, fest. 10-13, fino al 30 ottobre Nuove Tramedell'Arte °per chi è stato fuori quest'estate, farà piacere sa– pere che si può ancora aggiornare ... "E si riaprano Stanze a Bonito Oliva, che vi si può tessere Trame nuovamente. Quelle dell'Arte non sortanto; meglio, le fitte trame delle muse al– lacciate, tutte, nell'unica vera ebbrez1.a" esclama Sylvano Bussotti, coordinatore delle attività al Castello Colonna di Genazzano, per la seconda volta sede di un 'impegnativa mostrll curata dal nostro critico più noto. All'insegna del progetto ''dolce" - l'idea di costruzione del prodotto della fantasia", "l'opera in bilico tra il piacere della materia ed il senso spirituale della forma" - l'Oli– va tesse un'intricata trama che ricuce "la tensio– ne neo-metafisica che sorpassa l'elllJ)ito neo– espressionista" dei pittori tedeschi (Chevalier, Schindler, Schumacher) con il neo-surrealismo americano (Schuyff, Condo, Cheverney, ma an– che ex-graffitisti come Haring e Scharf), il neo– informale di Chandler o di Brandi con la giovane Lectio facilior Minori? La Transavanguardia, quella storica (Cucchi, Chia, Clemente, De Maria, Paladino), quella in– ternazionale · (Kiefer, lmmendorf, Baselitz, Schnàbel, Salle ...) e quella dei suoi figli che "dol– cemente" progettano (Tirelli, Ceccobelli, Dessi, Chandler ...), è il trionfo della "minorità", secon– do l'Oliva. "Prende atto della catastròfe semanti– ca dei linguaggi dell'arte e delle relative ideologie della totalità" (delle avanguardie), rècupera tec– niche inattuali ed edonisticamente pratica la cita– zione, "nomadismo culturale ed eclettismo stili– stico", citazione della storia dell'arte che è vista come un cumulo sincronico di rovine. Come nel Manierismo storico, però, l'onnipotenza è preca– ria. Si viaggia, in verità, in un mondo dove il dubbio, l'esitazione e la confusione, il senso di essere inutili e minori rispetto ad altre branche dell'attività umana, sono esorcizzati da un'«alge– bra razionale», dall'artificio del manierato, dalla Stile, insomma. La citazione transavanguadista dell'avanguardia (recupero dell'informale, del New Dada e del materismo in Cucchi, ad esem– pio) non ha nulla di celebrativo nè di restaurati– vo, non ha nulla della profonda convinzione di Rauschenberg che l'arte e la vita si possono fon– dere nella frammentarietà e nel collage dell'ope– ra. È un atteggiamento da "traditore", dice. Un po' come il mio, che prende ora il Premio Tevere e questo volume come pretesto per un altro (for– se) discorso. Nell'atteggiamento "manierista", non essendoci valori di stabilità, si cerca una stabile instabilità, moltiplicando i fattori perturbanti dell'opera e raggiungendo una sorta di rumore bianco, un "ordinato disordine stilistico". Entra in crisi il · valore progettuale, e lo stile, e a volte l'ironia, proteggono persino dall'inconscio. L'Oliva ricu– ce così la trama "minore" che percorre la storia dell'arte dal '500 ad oggi, una trama che passa per Watteau, dove "la natura diventa la citazio– ne di un'idea di natura, la rappresentazione di un indistinto irragiungibile", e perfino per il roman– ticismo (?), che viene però liquidato in poche ri– ghe in quanto poco consono, in definitiva. all'at– teggiamento dubbioso. L'esotismo fin de siècle è di nuovo sintomo di ma/aise, così come· la psica– nalisi, invece di rafforzare l'io culturale, apre vo– ragini alla minorità "anche verso quella interio– re" (chissà se sarebbe d'accordo Breton!). Secon– do questa logica, le avanguardie fondate nel se- - gno dello storicismo ottimista sarebbero un ten- pittura italiana alla ricerca di una sintesi fra espressionismo e "risultato formale"( Ceccobelli, Nunzio, Dessi, Tirelli, ...). Nelle splendide stanze del Castello, comunque, la voce dei "Maestri" (De Chirico, Dalì, Tanguy, De Kooning, Burri, Ernst, ...) riecheggia alquanto. L'americano Bi– dio è certamente il più radicale: i suoi "rifaci– menti" picassiani e pollockiani sconcertano. Per Bonito Oliva, dopo la transavanguardia, "che ha trasportato il concetto della creazione artistica da esperimento a esperienza", ora esiste "la necessità di formalizzare lo stato di grazia e dare ad esso una condizione di esemplarità". Lo stato di grazia - per chi non lo sapesse - è quello attuale (?). Genazzano (Roma), Castello l0-13 17-20, fino al 31 ottobre AntoniRos Blasco Una ventina di oli dì grandi dimensioni: espres– sionismo, materismo, verticalità totemiche. AntoinePoupel . Fotografo residente all'Accademia di Francia, espone settanta lavori frutto della sua permanen– za a Roma. Alla ricerca fotografica si sovrappo– ne l'intervento "pittorico", o a livello dell'emul– sione, o della stampa. "Dai momenti narrativi e da quelli plastici emerge sempre una simbologia che traccia anche il percorso della mostra: l'esta– si, la morte, la sensualità carnale, erotica dei cor– pi, tutto è visto attraverso frammenti che produ– cono ambiguità compositive"(com. stampa). Roma, Accademia di Francia, Villa Medici, te!. 67611 1 IO-I 3 I 6-20, fino al 6 ott. Sono esposte opere della collezione della Galleria Nazionale fra cui dipinti di Raffaello, Caravaggio, El Gre– co, Holbein e Tintoretto. La Galleria è, per il re– sto, temporaneamente chiusa. Palazzo Barberini, Sala Pietro da Cortona. via Quattro Fontane FendiKarlLagerfeld:un percorsodi lavoro Realiu.ata naturalmente con il supporto finan- tallvo megalomane e disperato di riprendere le redini di un potere sulla natura e nella società at– traverso sperimentalismi di linguaggi• e di tecni– che. Una grande illusione, smascherata dalla "Trans" e dall'Oliva stesso pochi anni or sono. Già negli anni ruggenti ('60 e '70), la sensibilità del Nostro andava· in questa direzione: sempre scèttico nei confronti del progressismo avanguar– distico, una nascosta convinzione del ritorno del ·tempo su se stessa traspare dalla mancanza di prese di posizione "forti" nei primi saggi. Tant'è vero che la fioritura militante del suo lavoro, l'imporsi con tanta perentorietà sul corso degli eventi è fenomeno relativamente recente. Viene in mente la frase di Musi! scelta come introdu– zione epigrafica alla ràccolta di brevi saggi in sti– le lapidario che compongono il volume: "la ve– rità non è un cristallo che si può mettere in tasca, be~~ì un liquido sconfinato in cui si casca den– tro . Che i movimenti oggi siano fatti dai critici e dal pubblico e che la "militanza" sia vincente è in– dubbio. Forse artisti "Trans" esistevano già da molto - espressionisti-stmbolici e neodadaisti iso– lati che tracciavano un'altra storia, parallela. Però, forse non è poi così necessario riscrivere la storia dell'arte ogni volta che una verità parallela viene in auge. forse le visioni wolninniane di ci– clicità culturale e i paragoni fra crisi cinquecente– sche post-rinascimentali e crisi odierne post– avanguardiste non sono necessari per avvalorare una nuova arte. Certo, lo si è sempre fallo. I ro– mantici scoprivano Shakespeare, e T.S. Eliot ap– prezzava le precarie unità concellose in John Donne. li Manierismo piace a chi si sente in cri– si. Ma. mentre le poesie <li Elio!. composte nel segno della crisi della sintassi e del pragmatismo ollocentcschi. poesie neo-manieriste se vogliamo, spaccavano la forma e fondavano un nuovo lin– guaggio (quello <ldle avanguardie), la Transa– vanguardia (quella di Achille. non quella di Cuc– chi) ricorda piuttosto l'estetismo e J'cclellismo /ìn de siècle. alla Wil<lc. in fondo poco consono allo spirito tormentalo di Tintorelto. Comun– que, le libertà in genere durano poco e la rivendi– cazione <liuna felicità eclettica. transculturak. se è stata necessaria per rilanciare l'arte e "liberar– la" dal cui de .,ac in cui era arrivat,i con gli epigo– ni di un concc1tualismo malinteso. proprio per il suo aspetto metastorico può avvcrtirc sul collo il fiato della storia. La crisi rostmodcrna dei po- ziario di Fendi, la mostra documenta vent'anni di coUaborazione tra lo stilista Lagerfeld e la casa d1 moda, proponendo una progressione di elementi dallo schizzo iniziale al prodotto finale. Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale delle Belle Arti 131, te!. 802751 9-14 (9-13 festivi), chiuso lun.,dal 5 ottobre alle 17,30 fino al 25 ottobre · Otto Wagner - Adolf Loos, fotografie di Walter Zednicek Palazzo Taverna, via di Monte Giordano 36 dal 30 sell. alle 19,30 Tracce Arabein Italia Quadri e quadrelli (c'è anche un assemblage, però, di Ali Kichou) di alcuni artisti arabi che vi– vono in Italia. Un po' astratti, un po' figurativi, un po' colorati, un po' materici ... "una pittura che vuol essere partecipe della crisi della «moder- stulati evolutivi e il tramonto dello strutturali– smo forse non sono vie di uscita eternamente percorribili. Ma questo è un altro discorso ... Con Bonito Oliva, invece, parliamo del libro, hinarro ed elegante come il suo autore. Che rapporto c'è fra il parallelo che Eliot od altri scrittori della prima avanguardia hanno traccia– to con il manierismo e quello che proponi tu? Il mio è un recupero laico, lucido, senza dispera– :ione, quello di Eliot è sentimentale e religioso. Io nuoto bene fra i/rammenti. Rovescio la terribilità e la 11ega1ività dell'idea di/rammento, di deriva. in 1111 a11eggiamento di possibile sperimentazione fuo– ri dai modelli. capace di fondare un senso della 1·i1a indil•iduale. Da una parte, manieristi come Tintoretto o Par– migianino contengono tensioni che non sembra- nità»" (com. stampa), in una mostra a cura di Italo Mussa. E pensare che io vorrei tanto uscir– ne... Palazzo Venezia, Sala Barbo Oro Mostra sulla storia e tradizioni dell'incisione in oro sui libri: fra vecchie e nuove metodologie ar– tigianali. Museo del Folklore. P.zza S. Egidio 18 9-13 (mari. e giov. anche 17-19,30), chiuso !un., fino al 6 ottobre Paesaggio con figura Palazzo Venezia 9-13,30 chiuso !un., fino al 30 settembre Gallerie Cari André Potrebbero trarre in inganno, i 53 cubi di traver– tino di circa 20 cm di lato, che compongono ed esauriscono questa mostra. La loro disposizione in due assi ortogonali che si incrocciano al cen– tro potrebbe proprio fare pensare ad una croce. Niente di più errato: il minimal è, come sempre. disposizione di opere autosufficienti, prive di al– tro contenuto che non sia il "collocamento" al- no essere rilevanti nel gioioso eclettismo di molta Trans, d'altra parte, invece, lo spirito "selvag– g_io '.' dei ,neo-espressionisti di oggi sembra poco s1m1leali «algebra razionale» e al concettismo di certi manieristi che si rifugiavano nello stile per trovare una calma (sebbene illusoria). Ho parlato di primo e secondo Manierismo. La Transavanguardia ha un al/eggiamento più storico e meno angoscia10 del '500. Del resto, però, anche nello stesso '500, ci sono vari manierismi. Una pri– ma onda ( Pontormo, Parmigianino ...) è soprat– tullo consapevolezza di perdita del centro; poi. /a seconda onda (per esempio la Scuola Romana ed il lav<Jro nelle corti del Nord Europa) opera più a/– l'interno di esercizi formali. Già lì, c'era stato un prosciugamento esistenziale. Oggi, la ripresa ri– guarda una posizione linguislica, ovvero, si lavora a11~aver~o l'e/ab'?razio_n,e del/'! citazione in un'epo– ca 1n_ cui non esiste pn~ sentimento della pura in– venzione. per quanto riguarda poi lo "spirito sel– vaggio" dei giovani artisti tedeschi, penso che in loro ci sia una ripresa stilistica di una autoctona radice espressionista. C'è un 'ironia, a volta invo– lontaria. Chiamarli "nuovi selvaggi" è quindi un'i– diozia. Gli anacronisti e ipermanieristi non sono, secon– do te, "Trans" in quanto operano un recupero frontale e diretto della storia dell'arte? Certo. Sono i tombaroli, gli acca/Ioni necrofili e regressivi della storia dell'arte. Non posso mica scrivere questo. Non so nemme– no cosa vuol dire accattone ... ... tu scrivilo, prendo la responsabilità io: a-dueci– a-dueti-o-enne-i. Cosa vedi nel prossimo futuro? Mi sto sforzando di dimostrare che la Transavan– guardia è un retro/erra. una premessa, con la qua– le i giovani artisti devono fare i conii quando ten– dono a strutturare il loro lavoro secondo un'ipotesi formale e un metodo capaci di bilanciare /'edoni– smo gestuale. Fra l'altro, si è appena aperta a Ber– gamo una mostra da me curata sui giovanissimi. "Desideretur". Sto anche curando delle sezioni sull'arte al/uale per due grandi mostre autunnali, quella a Carnegie Hall e Pittshurg e quella al MOCA di Los Angeles. Achille Bonito Oliva, Minori Maniere Feltri- nelli, 1985, Lit.26.000 •

RkJQdWJsaXNoZXIy