Fine secolo - 29-30 giugno 1985
( Controlu,ce di Paul Celan ( traduzione di Giorgio Agamben) ' Il cuore rimase al buio, duro e nascosto come la pietra dei saggi. Era primavera, e gli alberi volarono ai loro uccelli. Tanto va la brocca spaccata alla sorgente, che questa si esaurisce. Ogni parlare di giustizia sarà vano, fincliè la più gran– de delle navi da guerra non sì sarà fracassata sulla fronte di un annegato. · Quattro stagioni -e non una quinta, per potersi deci– dere per una di esse. Il suo amore per lei era così grandè, che avrebbe potu– to sollevare d'un colpo il coperchio della sua bara -se i fiori, che essa vi aveva posto sopra, non fossero stati così pesanti. Tanto a lungo durò il loro abbraccio, che l'amore di– sperò di essi. Venne il giorno del Giudizio, e, colmo dell'infamia, la croce fu inchiodata a Cristo. Seppellisci i fiori e metti l'uomo sulla tomba. L'ora saltò fuori dall'orologio, gli simise davanti e gli ordinò di essere puntuale. Quando il genera}~ gettò la testa insanguinata del ri– belle ai piedi del sovrano, questi fu preso dalla collera . ."Haj osato riempire la sala del trono col fetore del sangue", gridò, e il generale rabbrividì. ·Allora la bocca del vinto si aprì e raccontò la storia del lillà. . "Troppo tardi", pensarono i ministri. Un tardo cronista conferma la loro opinione. Quando l'impiccato fu appeso alla forca, i suoi occhi non si erano ancora spenti. Lesto il boia li chiuse. I presenti, però, se n'erano accorti e, per la vergogna, abbassarono lo sguardo. Ma la forca, in quell'istante, credette di essere un albe– ro e, dal momento che nessuno guardava, non è possi– bile accertare se non lo fu anche di fatto. Mise sulla bilancia virtù e vizi, colpa e innocenza, buone e éattive qualità, perchè aveva bisogno di cer– tezze, per poter giudicare se stesso. Ma i piatti della bilancia, caricati in questo modo, stavano in equili– brio. Poichè voleva a qualsiasi costo sapere, chiuse gli occhi .e si mise a girare ripetutamente intorno alla bilancia, .ora in un senso, ora nell'altro, finchè non fu più in grado di distinguere qual era il carico di ciascun piat– to. Allora mise alla cieca su uno dei piatti la sua deci– sione di giudicare se stesso. Quando aprì gli occhi, vide che uno dei piatti si era abbassato, ma non era possibile riconoscere quale: se quello della colpa o quello dell'innocenza. - Allora si arrabbiò, si proibì di trarre vantaggio da questa situazione e pronunciò la condanna, senza riu– scire, però, a evitare la sensazione di essere, forse, nel torto. Non t'ingannare: non è che quest'ultima lampada fac- ' eia più luce -è solo il buio, che si è sprofondato in se stesso. "Tutto scorre": anche questo pensiero, e non riporta allora ·nuovamente tutto all'immobilità? Essa volse le spalle allo specchio: odiava la vanità ·de– gli specchi. Insegnava la legge della gravità, portava prova su pro– va, ma non trovava ascolto. Allora si lanciò in aria e, librandosi, continuò a insegnare la legge -ora gli cre– devano, ma nessuno si stupì, quando, dall'aria, non fece più ritorno. l
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