Fine secolo - 27-28 aprile 1985

FINE SECOLO * SABATO 27 - DOMENICA 28 APRILE Poesie di Valerio MagTelli Si vedono le nocche, le cinque nocche di una mano chiusa, chiusa come nell'atto dello scrivere, impugnando il picciòlo, mentre le nervature delle dita scompaiono, indistinte. La mano che pende dal ramo mostra il segreto della generazione, svelando come l'albero sia il frutto del disegno dei suoi frutti. (I) (l)"Geroglifico del mondo" e "arcano di Venere", la mela e la sua "teologia vegetale" può destare sottili inquietudini. (Pietro Camporesi). Sotto la luce aperta il cuore del paesaggio trema nelle sue linee, fa scintille, palpitante e vibratile, mobile come uno sciame di insetti che componesse forme nella fibrillazione del suo volo. Io vedo che il mio ragionare abbandona ogni immagine per diventare puro profilo. I boschi e la natura dei monti osservati da lontano appaiono uniformi ed ondulati, un diagramma che illustri il procedere del cuore . • ... - :-. · ... ,-:-,.,.,~ .i·} \t ,f :-I·:·-:-: ~·./ l:l m--:· ':1 ·. '} i ~f;: La chiglia dei pianeti è immersa nelle tenebre, è la pancia del pesce che nuota nella vegetazione del fondale tra alghe deformi, bianchissime, lontane dalla luce. Ricordo i dirigibili ancorati fluttuare titubanti trattenuti da cavi. Passavano la _notte in una sospensione rallentata appena dondolandosi nel cielo. La terra è viva perché ferita, ricoperta di bende respira, la convalescenza è lenita, velata dall'aria, accudita. Sopra i pianeti disabitati fiorisce solo la rosa dei venti. La luce è verticale, senza nuvole, e non c'è un filo d'acqua. A mattino inoltrato, nel pieno procedere del giorno, ancora qualcuno si attarda nel letto, segnato dall'ipnosi, intento al restauro del sonno. Come se si potesse riparare la notte, il vaso infranto, 1a lesione del cielo. Nei disegni dei bambini ~olpisce la violenza delle linee. La mente sembra crescere di sghembo portandosi via la matita. Tutto è storto e perenne o forse soltanto piegato come quando scendendo nell'acqua pare spezzarsi il remo. 11giocattolo si fa incontro uscito dal giòco per mostrarsi estraneo all'estraneo. Anche l'infanzia torna ostile e trasformata come quella di un altro. Le sue tracce appartengono solamente a se stessa, alla natura fossile del bimbo.

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