Fine secolo - 23 marzo 1985
Qui accanto: fanteria medievale di Heyde (primo Novecento). Estromessi dai wargames e dalle guerre stellari, i soldatini con cui si giocava fino a poco fa alla guerra, in attesa di farla, permanente presepio della camera dei ragazzi, sono oggi al centro di un fervido collezionismo. A destr,a, il "Golem" di Paul Wegener, 1920. Alla sua destra~ un sexy-robot del giapponese Hajime •'Sorayama, che dichiara di voler così combinare "oriente e occidente". Più in basso, il meno a11tropomorfico groviglio di robot in un'officina di montaggio automobilistico. Samuel Butler ("Erewhon", 1872) immaginò una guerra civile tra macchinisti e antimacchinisti, conclusa con la distruzione delJe macchine, dimostratesi fatali al futuro dell'umanità. Scriveva Butler: "Il sopravvento delle macchine si compirà in modo così lento che l'uomo non sarà mai leso troppo vivamente ne) suo sentimento di dignità. La nostra schiavitù si ayvicinerà senza rumore e a passi impercettibili. Non vi'é motivo, in realtà, di preoccuparsi per la felicità futura deJl'uomo finché egli potrà essere di qualche utilità alle macchine". (In questa rassegna ci siamo valsi di diverse pubblicazioni periodiche, libri e cataloghi. Ricordiamo fra gli altri "Androidi", F.M.Ricci, 1980; la rivista "Phototeca"; i) catalogo "Bambole giocattoli automi. 1830-1930", Marsilio 1982; il numero speciale ABC D ECO R "Les automates", Parigi 1972; l'Illustrazione italiana; i periodici Panorama, L'Espresso, Genius, FMR, KOS, Antiquariato). un entusiasmo reale nei confronti di prospetti– ve così remote".'L'epoca in cui si traducevano in massa romanzi stranieri di fantascienza. "Oggi, il mercato nazionale basta a se -stesso,i lettori preferiscono di gran lunga i romanzi fondati su riferimenti giapponesi". Un restrin– gimento géografico e intellettuale che si appli– ca anche agli eroi del fi 1metto che, gradual– mente, si sono allontanati dalle supernovae. Certo, restano alcuni attardati che pedalano ancora.--nelvuoto siderale, ma gli altri hanno dimenticato la Luna per fissarsi senza com– plessi sulla Terra. Si resta a casa propria, nella tribù Giappone. L'opera-spazio é deragliata.· Tornati sulla loro isola, i lettori si get.tano sui romanzi satirici. Kinnikuman, un Superman sgangherato, che si stacca per sempre dalla f e– licit~ offerta dai futurologhi patentati, spopo– la. La disfatta, la versione kabuki del "home sweet home". per una letteratura che continua a vendersi bene. Dal 1970, il principale mensile di fantascienza ha stabilizzato le vendite intorno alle 100.000 copie, mentre la tiratura dei fumetti, raggrup– pando un cocktail di filatteri in salsa cosmos, raggiungeva livelli vertiginosi. Quest'anno, il settimanale "Shonen Jumpu", per esempio, veT).de tre milioni di esempiari. Shin'ichi Hoshi é categorico. "La fantascienza non ·é più che un'etichetta dietro la quale gli scrittori si appiattano ·per scrivere. Una sem– plice assicurazione che permette all'autore di impegnarsi in una storia misteriosa. Il nome dell'autore prevale sul genere, non ci si fa neanche più attenzione". Insomma, l'indica– zione Fantascienza sul dorso dei libri serve solo ad attirare gli acquirenti, e questo vale, se– condo Shin'ichi, almeno da dieci anni. · Naturalmente alcune ridotte resistono alla tor– menta. Komatsu Sakkyo. per esem.pio, tenta , una riconversione della fantascienza nell'infor– matica. Egli ha ricucinato un gioco video che si vende a 40.000 lire sotto il titolo retrò «Save the galaxy». Ottimista, Komatsu ritiene che la moltiplicazione delle macchine sia il mezzo mi~ gliore per controllare gli specialisti della scien– za. Resta uno dei pochi ad associare ancora scienza e fantasia. «Trent'anni fa, la fantascienza autentica era un campo da esplorare -spiega Shin'ichi- S1 leggeva per imparare. Oggi, é raro che si trovi in un romanzo il minimo dettaglio tecnico". lo scrittore azzarda anche. una spiegazione: "La natura, a dispetto delle visioni ottimistiche del dopoguerra, resta· inesplicabile, e forse é que~ sto che giustifica il ritorno all'occultismo, agli eroi dotati di poteri terrificanti. ·E poi, il pre– sénte, per così dire, é troppo presente, la guer– ra nucleare é ben difficile da descrivere". Non facile esso stesso da descrivere, il futuro dell'arcipelagÒ immaginato dal disegnatore di "Nausicaa". O quello di Otomo Katsuhiro, autore di "Akira", un bestseller, che fa dibat– tere i sopravvissuti della terza guerra mondiale nelle macerie.' Anche qui, la visione del futuro non aderisce veramente a quella dei promotori della tecnologia giapponese. Ma per Yamano Koichi, più scrittore che sem– plice autore di fantascienza, questa "panne dell'immaginario contemporaneo, quest'assen– za di visione del futuro, sono utili per il con– senso sullo ~viluppo economico, come all'indo– mani della guerra". L'assetto di combattim~nto, "perché vengano alfine, grazie alla tecnologia, i mattini gloriosi", é in un cer– to senso, secondo lui, un salto all'indietro. La parola "scienza", in giapponese, può essere so– stituita da un sinonimo che designa il "fanta– sma". Forse, la superba visione futurista di Tsukuba non é che uno spettro. ~ I coll~boratori di que·sto nu~ero di Fine ·secolo: Maria Clara DONATO, vive a Bologna, dove è ricercatrice presso il · Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università. Ha scritto alcuni saggi sulla storia del'la condizione femminile in Cina. · John ASHBERY, nato a Rochester, New York, nel 1927, ha pubblicato numerose raccolte di poesia - alcune tradotte in Italia presso Garzanti. Ha collezionato una sfilza di premi, dal Pulitzer, al National Book Award, al National Book Critics Circle Award. Vive a New York. Collabora come critico d'arte a Newsweek. Le poesie da noi tradotte appartengono all'ultimo volume, "Wave" (The Viking Press, New York 1984). Patrick SABATIER, Dominique LEGLU, Bertrand RAISON scrivono per Libération. Carlo VIRçi-lLIO vive a Roma, è un amatore di disegni, e ne è diventato mercante. E specializzato in disegni del XIX e XX secolo. La rassegna illustrata sulla storia qegli automi è stata curata dalla redazione. Renato Calligaro, OL'79 e Vincino collaborano regolarmente a Fine secolo. Hanno inoltre variamente contribuito: Alfredo Bandelli, Gint!vra Bompiani, lgi Capuozzo, Enrico Deaglio, Carlo Degli Esposti, Antonio De Marco, Randi Krokaa, · Diano Leoni. , La cura di Fine secolo è di Nora Barbieri, -Paolo Bernacca, che si occupa della gr~fica, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri, Franco Travaglini.
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