Fine secolo - 2 marzo 1985

FINE SECOLO O SABATO 2 MARZO 1985 . iiii#,,;@i:tm;ifl~;l¾~t;'. ----- ,,.,,,:,:: 15 C'è nelle peripezie di Odissea, e nella struttura del poema omerico, unfUo conduttore? Come l'impresa di Teseo allacciato al filo di Arianna,come la catena dei danzatori che si tengono per mano . .,. ~., ... fino a che uno di loro abbia toccato il centro, il percorso difficile di Odissea si svolge in un labirinto.anzi è un labirinto. t., ... ; : __ ,_._ Con la sua duplice alternanza di avvicinamenti e allontanamenti, di S}!oltea Occidente e a Oriente, scandita dal ritmo simbolico del numero 12, la.peregrinazione di Odissea è un meticoloso viaggio di iniziazione. Gioachino Chiarini ci offre in questo saggio i/filo da seguire sulle orme dell'eroe e del suo poeta: un filo aggrovigliato e tortuoso, che si dipana via viafino allo scioglimento. Allora, arrivati infondo alla lettura, avremo fatto anche noi la nostra esplorazione al centro del labirinto. ,1 naio- ne vengono ricordati, secondo i principi del narrare arcaièo, solo quattro, raggruppati due a due: Iadi e Pleia– di, che insieme costituiscono la costellazione del Toro, e Orione e Orsa Maggiore: questa seconda coppia è deter– minata dal fatto che. l'Orsa "tiene d'occhio'' Orione). La prima fascia, dunque, contiene il 'tema' generale (cielo, terra e mare) e lo 'svolgimento' del primo (in una pro-'\ spettivaverticale, gerarchica) di questi tre elementi: il cie- i lo. Nella seconda, terza e quarta fascia si passa allo svol– gimento del secondo elemento: la terra, e l'uomo· che la' abita. Ciascuna fa~cia è ripartita, secondo i medesimi principi selettivi applicati alle costellazioni, in quattro scene raggruppate due a due. Nella seconda fascia, una scena di festa nuziale e una di amministrazione delll:lgiu– stizia rappresentano la 'citta in pace'; una scena di asse– dio e difesa, una di sortita e contrattacco, rappresentano la 'citta in guerra'. Nella terzafascia si passa alla vita dei campi, secondo una scansione stagionale: aratura-mieti– tura, e vend~mmia-pastorizia_. Nella quarta fascia una doppia scena di festa: da una parte giovani e giovinette danzano la "danza del labirinto" (colta a sua volta in due momenti distinti), dall'altra altre due componenti: il pub– blico ammirato e una coppia di acrobati. Nella quinta (ascia, infine, quella piu esterna, è ripreso il terzo elemen– to tematico, quello acqueo, col grande fiume Oceano, che coi suoi flutti tutto circonda. La danzadel labirinto Questo insieme di figurazioni cosi fortemente strutturato sembra avere una pecca, contenere cioè un elemento ete– rogeneo, non omologabile (che dunque sarebbe stato, in- Foto in alto: Dettaglio dall'impresa di Teseo a Creta, dipinta dal cosiddetto Maestro dei <..:as– , soni Campana (Firenze, inizio del sec.XVI) In basso: Sul collo del celebre Vaso Francois, conservato nel Museo Archeologico di Firenze, è raffigurato Teseo -che ha in mano la lira- men– tre si prepara alla danza del labirinto con gli ostaggi, sette vergini e sette ragazzi, salvati. Alla sua destra Arianna, con la nutrice, gli por– ge il gomitolo di filo. I danzatori formano una catena tenendosi per mano. LA DANZA DEL LABIRINTO (Iliade, VIII, 590-605. Trad. di Rosa Calzecchi Onesti) E una danza vi ageminò lo Storpio glorioso; simile 1 quella che in Cnosso vasta un tempo Dedalo fece ad Ariadne riccioli belli. Qui giovani e giovanette che valgono molti buoi, · danzavano, tenendosi le mani per polso: queste avevano veli sottili, e quelle tuniche ben tessute vestivano, brillanti d'olio soave; ed esse avevano belle corone, questi avevano ·spade d'oro, appese a cinture d'argento; e talvolta correvano con i•piedi sapienti, agevolmente, come la ruota ben fatta tra mano prova il vasaio, sedendo, per vedere se corre; altre volte correvano in file, gli uni verso gli altri. E v'era molta folla intorno alla danza graziosa, rapita; due acrobati intanto dando inizio alla festa roteavano in mezzo. eluso nella descrizione originaria solo in un secondo tem– po): la danza del labirinto. In realta, è difficile credere che- un segmento narrativo cosi fitto di particolari degni della piu alta poesia omerica e cosi rigidamente rispetto– so dei principi organizzativi che caratterizzano l'intero contesto, .non sia nato in uno col resto della descrizione (ciò che parrebbe confermato anche dal modo in cui è alluso quel particolare tipo di danza: «una danza ... / si– mile a _quellache in Cnosso vasta un tempo / Dedalo fece ad Ariadne riccioli belli», modo che non collima con la versione del mito piu diffuso in epoca postomerica). Ma volendo anche concedere che si tratti di un'interpolazio- ne, resta da spiegare come mai quel gruppo di versi sia finito nel testo e vi sia rimasto. La danza del labirinto, con le sue circonvoluzioni ritmi- . camente alternantisi verso sinistra (che è il lato negativo e delle tenebre) e verso destra (il lato del positivo e della luce) e che portano i danzatori ora ad avvicinarsi, ora ad allontanarsi dal centro (o punto d'arrivo), doveva essere particolarmente complicata: tant'è vero che i coreuti era– no costretti, o a fare come i giovani e le giovinette del nostro passo, che danzano «tenendosi le mani per il pol– so», oppure, il che è lo stesso, a servirsi di una lunga corda (di qui, forse, il proverbiale 'filo di Arianna'). Que– ste complesse evoluzioni, del cui sc;hema ritmico (e con– cettuale) possono darci un'idea le ben note raffiguraziom simboliche del labirinto cosiddetto 'cretese' (l'unico do– cumentabile in area greca per il periodo arcaico), erano, appunto, rigoro~amente strutturate, e col loro matemati– co (o meglio 'musicale') alternare destra-sinistra e vicino– lontano significavano, oltre all'idea di 'percorso difficile', anche quella di 'percorso ordinato' .(nonchè 'obbligato').

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