La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 48 - 3 dicembre 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA GIUSEPPE R ZZOLINI: Italia 1912 (conllnua da pag. I) di scritti mediocri. di disegni freschi e di incisioni stantie, di balbettamenti e di decadenze. C'è tutto. salvo che maturità. Si sente l'aria nei vcnPanni. Il più vecchio di loro ne ha trenta. Non hanno pro– gramma, non lo vogliono. ma ne subiscono la neces– sità. ne provano la nostalgia, lo cercano evitandolo. vi cadono, lo cambiano: molte volte. E' la difesa dello spontaneo. del religioso. delle manifestazioni vive, fresche. intime, senza regola o legge, Indivi– duali. personali. e poiché la stessa coerenza dell'in– dividuo sembra schiavitù. momentanee cd atomiche. E' la fuga dell"assoluto. la paura della società, il terrore della burocrazia. l'assillo della vecchiaia e dell'abitudine che credono imminenti. in ag~ato. Saranno per la religione contro la filosofia. se questa tenta di dare a quella un valore razionale; saranno per l'ateismo quando la religione 9i presenterà ar– mata di dogmi; saranno per lo scetticismo, se l'ateo porterà innanzi i diritti della natura; a[fermeranno l'arbitrio se lo scetticismo vorrà trattenerli in nome del suo dubbio; e completato tutto il giro delle opi– nioni per fuggire alla razionalità s'infilzeranno nella tirannia r torneranno nello stesso punto del circolo di !accia a quello che volevano s[ufgire. Cosi il Leonardo divorava se stesso in cinque anni: l'Idealismo col quale s'era lanciato era minacciato dall'occultismo e dalla magia; il misticismo si cri– stallizzava in cattollcismo decadente ed estetico; il pensiero romantico in casistica o solistica. L'uomo che lo guidava. sognava di più: nel 1907. in agosto. l'uccise. quando il successo pareva più: vicino. Breve, intensa vita; dolorosa gloriosa morte. Il modernismo Q UA.. ,Tt>o questo istituto di educazione chiude le porte. nel 1907 è già vivo un altro movimento. che, con il Leonardo. aveva avuto contatti: il modernismo. Sono espressione di questo indirizzo parecchie riviste, che fioriscono e deperiscono. si seguono e sì inseguono, muoiono e rinascono, cercano di soppiantarsi. poche per le ambizioni individuali. troppe per I seguaci: e infine cessano con l'appassirsi e lo sterilirsi della tendenza che rappresentavano. geva. la Chiesa li perseguitava. Sbolll li fermento, qualche tonaca restò fra le ortiche, i più !orli sa– lirono. i più ingenui paearono per gli altri, e il gros– so pubblico non vide nel tutto che l'eterno episodio italiano del prete che vuole sposare la Perpetua. Tuttavia il modernismo hn lasciato qun1che cosa, non è i;tato invano. Intanto ha sottrntto alla Chiesa preziose energie. Ha dimostrato l'impossibilità che essa abbandoni la sua via. E nel pubblico colto ha lasciato il bisogno di studi religiosi, un vivo interesi;e per la fenomenologia della coscienza religiosa. una serie d1 traduzioni e di opere storiche, una numerosa schiera di opere di volgarizzazione. un certo nucleo di persone pronte a sostenere imprese di coltura e di ,·ita reliriosa. ha imposto all'attenzione di tutti pro– blemi che era utile !are tornre a galla: ha rh·elato alcune grandi anime. ha aliargato !"esperienza e la coscienza italiana. No. la sua opera non è stata in– vano. Vogliamo dimenticare i mancamenti, le illu– ~:doni. le ipocrisie, le tempeste in una pila d 1 acqua santa, il solHo puzzo di sacrestia di tutti gli a{fari ec– clesiastici; ma quanta !ede anche. quante torz.e, quanti s[o:zi, quanta nobiltà e serietà. No. io non potrò mal dimenticare d'essere stato accanto a qualche anima di santo ... l l socialismo perché è caduto cooperative, ricco di voti, ferace di po!'-'tidi deputato. e in cariche di segretario e di propagandista e di consulente. I deputali socialisti furono semplice– mente i rappresentanti cli <westa rlsrctta parte di operai e dei loro lnlerc:nl; per fare vincere i quali non esitavano del resto a perdere la loro verginità rivoluzionarla nei cantucci di l\fonteci– torio e nelle anticamere mlnlsterlalf. Al protezionismo borghC'-- che !aceva pagare tutto più caro al paese ed nfTamava il McZ1.ogiomo e cagionava l'emigrazion<>. ('ssl 1-ostltulrono <' z.pt" S§O pa– rallelizzarono il protezionismo operalo. dimentican– do tutte le questioni più gravi, I problemi più ur~enti. le rivendicazioni generali ,e sopratutto la promc. sa di [utura giustizia e di futura rivoluzione. Il sindacalismo S VELARE questa menzoina socialista non potè nep– pure il sindacalismo rivoluz1onario più menzo– gnero forse. in Jtalla, del socialismo. salvo che nelle migliaia di eroici contadini parmensi, che det– tero meraviglioso spettacolo di fibra e di coscienza. Il popolo italiano si rivelò in loro con tutte le sue più grandi qualità; con la sua forza, la sua sobrietà. la sua quieta allegrezza, la sua bontà, la sua civiltà. Quei mesi di guerra sociale nel Parmense sono uno dei più grandi episodi della vita italin.na. Ma un altro sindacalismo. quello deuli intellet– tuali. degli uomini di ca[!è e di giornale, era ancora più menzognero del già bugiardo socialismo; nascon· deva troppo spesso irritazioni personali, i;,mania di originalità. odi e ripicchi. letteratura, la solita eterna malattia letteraria italiana. I lupanari dell'intelligenza italiana erano pieni. di sindacalisti quando i contadini di Parma stavano in– torno alle pentole a bollire la zuppa collettiva. e fra un sorso e l'altro. quei sindacalisti da ca!Cè manda– vano all'aria la società borthese. della quale poi era– no spesso a stipendio e rappresentavano nel modo più legittimo costumi e abitudini. Cl SEPPE PREZZOLINI (continua al pn»!lmo numero) Domenica 3 dicembre 1961 ][. ·co~TRll 1I * FI u::u lCK. ·o Moravia e la Svezia ROMA, novembre. "L' Al..TRO giorno lo confidavo a Oe.stu– linR, mentre uava– mo 1cduti davanti ad wt ape.– rith·o in tm bar di Stoccol– ma. C'uano anche altri. Oe· .ftcrlini mi complimc111a,·n per /'11çcita in .'frez,n dc L.i noi.i, m, diceva che da .toro .\0110 11110dtRli ~criuori più lelli t .SCflllill. GI, cou– fcssa,·o, app11mo, c.ltc non pouo davvero lagnurmi dtl succe.s<o ottenuto. \la .~edo· ,·es~i spiegare Qj/e\lO .,ucce< .<o come sia t·c,mto 11011 lo .<apre.i fare. Pos.~o dire elle ho sempre. provato soddisfa– :..ionc a lavorare. Pouo aHi– curare elle l'idt.a di star ne– glio tm'intcra notte a .,cri– .,,.crcmi ha sempre eccitato Tutto qui. Il re;to è venuto da si ... E' Alberto Moravia che parla. Lo fa con ~po,11a11eita lHa11do Wl 10110di l'OCC. bas– .'W, senza accenti .mperbi. So· 110 Il' quindici di ,m pome· riegio di novembre. Da d1r!.• tro le nuvole, in 11110grigia :;~~1t:o::::r1~:::~n~t. d: &a~ i•cfle •, quello che ora i! im– mobile sul piazzale di l'Olo dell'aeroporto di Fiumicino. Una piccola folla si dirige a passi Sl'clti ,·uso l'acr0Ha:10- 11c.Tra gli ult_imi pa.s_seggeri è l'Cnuto a,•at1t1\tora,•10, solo, 01•1•0!10in 1111 paltò grig,o– fcrro. Alcuni fotografi d'agcn– :ia cominciano a fare scat• tare i nasches. C'è anche l'operatore di 1111 ci11eg1orna– le. E per w, po', 1I ron~io della sua macchina rompe 1l B. Dabncy: ,\1oravla (1/e11:..iodi quest o pomerig– gio. 1'ederlo ca.si, per la pr1- 111a1·0I1a, , m mc tle addoHo ,ma certa. soggc:ionc. Lo a,·-. v1c1110,gli spiego percl1e m1 tro,·o 11 con 1111 notes ,n mano. ,mura le/tera/tira, al nostro cinema. Oms11 d1bat1ilf, co– me e ,ma abitudine, erano falli a tJ.omaf!.da. e riçpoHa, sen:a soltloqm. D, queste do– mande, la maggior parte, tendc1,•a110 a cono~ccrc le ori- 1,m del nostro cinema. . .tdcno .)tiamo cammmanuo le111amc11tt hmro il lrtm..sa-_ l/a,11,co del/'auo;1a::.w11e. St a\!\'ICÙIQun'hoHCH e lm11da timida gli c.l1ierl_C' - Profes- 1,.ore. :;.c mi affida 11 paoa– porto, m'mltrtt•O a farlo 1 I\IDre.. - Certo, LCrlO - dice Horavta. - e accompa· tna le parole con ,m I,·,. Rero <orruo. \11chc tm ,m-_ pie.gato della compa~ma ~t fa a,·nnti, lo an·ertt che dei ,uoi baragli .se ne rxcupe.– rmmo loro. /nta,,to 1111 guar– do d'attorno e pe1110 che a conou:erlo. a parlargh. \.1o– ra,•ia si ri,·tla un uomo cor– diale. anche \t co,iscn:a .\tmpre un certo dtslacco dalle co~c ,attcltc ,e non p110 11011 crbare un fenlr> d1 s:c– lo<a ri,cn·atc::a. Gh cluedo 1m'inzpreuionc della St·c:,a - F' un paese come ne c,i– <ttono pochi altri. e·~ una ,·ita cconomica 1110110sod– di}facc11tc. Gli abitanti trat– tano 11 forefllero con cor– dialira Il modernismo reclutava uomini devoti a tre prin– cipali ordini di cultura: uno mistico, uno storico– critico, uno sociale. Il monopolio mistico comunicava ·con l'eterno nu~ eleo crisUano rivoluzionario che la Chiesa deve ser– bare sempre in seno, testimonio della sua origine. ma tenuto in !reno ,imbrigliato ,separato dal mondo perchè non vi porli il Cerro e il fuoco di Cristo. Mi– sticismo cristiano: titolo di gloria e insieme la più assoluta condanna della Chiesa. segreta ferita, eter– namente aperta, eternamente compressa; essa lo porta in seno senza mai lasciarlo !ugeire. senza mal poterlo soffocare. è come un vivo prodotto di furto. che non può mostrare e non vuole uccidere. che le dà vita e nello stesso tempo le !ruca le viscere. M EJ\lTRE questi movimenti religiosi, filosofici. s-or– gevano e morivano o si ampliavano, le !orze sociali italiane subivano pur esse un ·evoluzione importante con non lievi rjpercussioni nella vita po– litica ed anète ideale. Il .!:Ocialismo, dopo i tatti e le condanne del 1898. era arrivato verso il 1900 ad una piena popolarità .tutto ricoperto da una mistica fio– ritura di onestà. indipendenza, sicw.ezza scientifica; pochi deputati, non molto numerosi i:li elettori: ma strapotente per la !orza d'att.uazione e di simpatia che esercitava sui giovani e sui vecchi, sui funzionari e sui professori. sui poeti e sugli scienziati. Anche senza essere socialisti. tutti provavano una specie di com– plicato sentimentaLismo verso il socialismo; le classi borghesi ne erano quasi più intente di quelle prole– tarie. Il trionfo del socialismo ipareva se non immi– nente. certo di non lunga attesa. L"inlima natura de• mocratica del popolo italiano dal centro al setten– tr.onc si prestava mirabilmente a questa penetra– zione. che non incontrava Je barriere di casta. per esempio. della Germania: 1a poca ricchezza raggiun– ta dalla borehesia :faceva sl che non incontrasse le barriere di denaro, per esempio, della Francia. BIBLIOTECA - So che si ~ tralltnuto dal 9 al /5 no,·embre m Sve– :ia. \h nwle dire i motn·i di questo suo v1agg10? - Lm m1 guarda. lo lo euardo. E' n:ro, pcn.(o, c,o clte m'a,·c,·a detto 1111 amico, C' ,·ero elle parlando per I~ prima ,·olla cor: Moravia s1 11a la sc11sa– :..io11edi essergli oHili. Per· eh~ fiHa così, con u11'ana seria. Percl1e nei suoi occhi ci 1·edi galleggiare tutlo il pe:.sim1smo del mondo. Dap– prima non mi risponde. Cre– sce il mio imbara:.:.o. For.5e il rombo dei molori di u,i quadrigt.tlO in parten~a deve aver graffiato dtl tutto la mia ,•oce. Ripeto la domanda. Al· !ora lui: - \li ~0110 recato in Sve:ia .m imiito dt qucl– l'l.stituto Italiano di cultura e della nostra ambasciara. D01•c1·0 tenere una serie d1 111co11tri. In questi g1ofni ;- 11sà10 11t.lle librer,e ,s.,·edes, l'ultimo mio libro. .tdc,so dc.,·o farmi d1r,c qualco.sa .sulracc9gltcn:a n– u~n·a ta a La no1,1, - Sono andato appo.sita,ncntt a S1oc– c:olma - mi riSPotrde - die– tro loro invito. \f'ha,mo spc– ,a,o ancltc del ,·iag~ro. E che io .1ia seguilo con int~– rcuc ho potuto accorf!trm.c- 11e durante la • Scttima11.a del Libro• di Stoccolma. Per tutta 1111a .sera. non ho fallo che firmare copie del ,mo Ja,·oro. Ottre i,z S1:c:ia, ade<– .~o La noia è ~ià uscrta in Germama, Frat1cia, lnghilter· ra e negli Stati Uniti. - Ci erm·amo scdut, .5opra alcune poltroncine. Se getta\.·o un·oc– ch1ala in giro m·accorgc,·o clic attorno a noi u .. na p:c·. cola folla s,Ien=- io.sa. quasr ri.,•erc11te, anda,·a cre.scendn - E' soddisfatto - gli clue– do - dei consensi ottenuti.' - \lora,•ia tace per qualche atlimo. Quando riprende. Io fa .foltanto per dirmi: - L'al· tro giorno lo co,ifrdavo a De.sterling... App,c.,w comin– ciammo a parlare gli ave,o domandato quale font per lui, il segreto di un auten– tico scrittore: • Scr,,.·ere. E di uuo,·o scri,·erc. Solo cosi un roma11~icre può resistere in me::o a tmtt le rcmpc• ste •· Questo m'ha Tliposto. Il misticismo cristiano significa l'anarchia r-eli– giosa. Il regno del1 1 assoluta morale. la rinunzia al mondo. la condanna delle ricchezze e della bellezza e della sanità. l'individualismo che si pone a contatto con Dio stesso e rompe ogni legame di intermediario sociale. La Chie.s>a vive per esso, perché rappresenta quello che in essa di divino pose Cristo: ma deve im· pedlrgll di scatenarsi nel mondo, perché sarebbe quella una lotta in cui uno dei due morrebbe: o Cristo o fl Mondo. La Chiesa veglia perché essi si conservino, è un organfamo di divislone. unn corazza del mondo contro la vita prettamente religiosa, una corazza della vita religiosa contro ìl mondo este– riore. Il modernismo mistico, espresso nelle teorie dell'azione, significava un 1 aJtra lolla, un'altra lace– raiione interna, un altro dibattersi del prigioniero. un altro lancio dello spirito cristiano contro il mon– do: e la C hiesa ha compiuto anche questa volta il suo ufflc.lo, lTattenendolo. li gruppo critico-storico era un gruppo semplice~ mente non cattolico e non cristiano. mescolatosi per empirjco accidente, aJ corpo della Chiesa. La Chiesa ha sciolto l'imbrorlio: ha condannato e respinto. ha separato, ha tagJiato. le maggiori dete~ioni si s?no avverate in questo campo nel quale la fede, I at– taccamento al corpo ecclesiastico, alla tradizione avevano pochissimo peso: le più numerose defe– zioni e insieme le più brutte, le meno perdonabili, quelle che tradivano di più un dissidio antico na– scosto lungo tempo da una recipra ipocrisia. Il più vasto moviment,o quello sociale. non po– teva dirsi a priori né fuori né dentro la chiesa. La democrazia cristiana fu -forse l'unica idea geniale di Leone X.111. I suoi seguaci, che ebbero a capitano Romolo Murri. poterono diventare il più saldo so· stegno del cattolicismo; il patronato del papa poteva essere Ja mossa più abiJe di tutta Ja Chiesa nel se– colo XIX. li cattolicismo avrebbe avuto uno straor· dinario periodo di rinnovamento e di gioventù. se. con la sua antica funzione democratica. avesse preso la parte di tutti gli umili. in base ad un principio morale e tacendo appello al senso metafisico di ogni uomo, contro le ingiustizie sociali. Ma il cattolicismo. indubbiamente .aveva perduto la sua elasticità. Il movimento sociale poteva in Italia, come ha tatto del resto in America. transigere sulle quesHoni di rito. di tede. di critica, pur di avere movimenti li– beri ed autonomi. L"infallibilità. la gerarchia ,·ati– cana si opposero: il movimento privato dell'oppogglo della Chiesa ricadde troppo debole su sé stesso. la Chiesa perse iJ suo aiuto. Potevano vivere se uniti: separati moriranno. uno praticamente subito. l'altro virtualmente, pur durando all'esterno. Cosi H modernismo talliva. Le competizioni in– terne, I dissidi di idee, le varietà di origine dei capi (plebei e arlstocratici. laici e chierici, frati e mon– dani. eruditi e fideisti), e una grande debolezza di carattere in molti di essi. li disarmò. li legò. li rup– pe. Erano divisi dal popolo, erano lontani dalla \lita moderna. Nella tede troppo complicati, nella scienza troppo arretrati. La donnicciuola non li capiva. il fllo– soto li dJC'!liarava sorpassati. il socialismo li respin- Ebbene: dopo circa dieci anni, tutta questa !orza di simpatia e di penetrazione è in assoluto regresso. I socialisti conservano tutte le loro posizioni raggiunte, hanno lo stesso numero di compagni, più deputati, gli stessi quotidiani .occupano jmpieghi e cattedre; ma l'alone che si stendeva mtorno a loro è completa– mente svanito. Non sono più popolari. non attirano più. non trovano nuovi aderenti. nessun .i:iovane più si ingaggia nelle loro me. Anche qui la guerra di TripoLi è stata soltanto una rivelatrice. il malumore e la dHtidenza sono di vecchia data. EsS(' hannò ori– gine nella conquista socialista e nella sua conseguen– te demoralizzazione. Appena un partito è vicino .il potere. subito tutte le cupiditie vi si rovesciano den– tro; i disillusi. i respinti degli altri partiti, quelli che non hanno potuto mangiare nel piatto degli altri si avventano alla tavola del nuovo venuto. Se questo non ha una solidità, una cora7.zatura di severità e di impeccabilità assai solida, diUicilmente si salva da questo dannoso .impinguimento: invece di corau..e il socialismo ria avuto calamite! Appena ha potuto, ha subito aperto la caccia. Esso non si è dimostrato psicologicamente e moralmente diverso dagli altri vecchi partili italiani. La impie– gomanìa, la trastullomanla, la retorica, H favoritismo. il camordsmo, le liti personali, il protezionismo di classi e di interessi particolari vi hanno grand.inato. Mentre il socialismo si presentava come una specie di messianismo della classe proletaria intera. jn bre\le tempo diventò unicamente il tutore di una piccola parte del proletariato. e cioè di quello accentrato nel quadrilatero Torino Milano Ravenna. Genova. prole– tariato bene organizzato in leghe. in federazioni. in rv:ii'iiiit\~ .. v oLANT i ·._ .................................................... , . IOL. INS., Messina: Lo dico a _lei, SiiJl':)rina, mn. spc: rando che siano molli a lega:erm,_: attc~1.•0!1c a, lu_t11 . 1 bandi di concorso per nuovi i,oett. l p1rat~ dcli cduona minore non vogliono scoprire ~•oi ma s~opnre le vostre ~r:~:~~~\'Ìfi~rz~iri=·con~~a;;~l~~~ a'Jf:5~epe;~. ~~~~'di~ vi invitano a strapaiarc il 1:1ise~ libf1; t10. che vi ~~an~Pano. Lei. ~ignorinn. (e tutti ! a1.ovan1po.et, d1 quesja rubrichetta) abbia pazienza, fiducia m s_e stco;sa, e ere ?- s~~1g:!:, irete~~ è è d~~~l'O~~~ aJga~jln. P~t~ te;,ut~\• questo, che la poesia è fatalità,.~ <;testino,.e non ~rvono ~é cditoii né quattrini né am1c1 m(!ucnh per. ~1vcotarc rcocJ~tt\~t~~~Ja~~I(~~• S~~ff~'::!~aiit~~~n;.aie~O~lli~ 1 s1J~~~fo~ non tema di restare ignota: la poesia è un mn.lc, ~ mcgho ~lics~ii!~1~~o~~n ~:d:i~e1f~d~~i ~~~~rgSe n~~i 3 :i~~i ~i\~: editoria, qualunque sia la maschera sotto _la quale s1 na– :.condono e nascondono il loro turpe mestiere. E venendo infine alle sue pocsiole, sono tutt'altro che male. mollo :,inccrc, mollo aperte, mn. anche molto. abbandon;ite a .si: stesse, abbandonate al puro estro, al gioco delle. 1mmag.m1 emotive. Si controllo, provi almeno n. contro_llars1, a strin– gere Ja vocaz.ioi:ie i!l un pugnC? stretto,. lasciando colare i \'ersi come sabbia d1 tcm\>o, chicco a t;hicco, dolorosamente. COSMOS, Roma: Grazie della Jct11:;nna,anche ~e pepata. L'altro suo articolo ... chissà dove è n.n~ato .a fimrc.. ~osso tenere da conto tutta la carta che m1 arr1,·a quot1d1 n.na– mente? Certo, l'avevo guardato e ritenuto in~ da t10 per la Fiera Altrimenti l'avrei passato alla rcdaz,ooe, per un ulleri0re giudizio di merito. Saluti. CARONTE Parigi di Aragon A _BERT CAMUS definì i surrealisti e i nichilisti da salollo ,. concedendo al loro e non-conformismo da parala,. come lo definiva, t~~ 13R\~~aai~dilà ~~~~ n.fi~ i-, questi profeti del mondo mo– derno. erano affamati dcll'i: ncdito e del futuro, poso;edu11 in continuità dn una bramo– sia di dis1ruzione crca11ice. L'impresa surrealista. si insc– rl doppiamente nella socicttl: apparentemen te diss olveva il patrimonio umn.no e nello sll!!>SO tempo tentav a In riu– nifica7Jonc e In. ricerca dei ,·alori del singolo nell'inlro· speziane soggctth•a, Le mag– giori audacie dei surrcali:,li erano rivolte, con il con– suelo e humor nero• contro le ~:~i~~:ir:is~?:,ii~7a sra~t glia e lo Stato. Vh-c\'ano in unn. condiz.ionc di belve fe– rite: furono In.•Magna Char– la• del disordine. Svolge,•ano un processo alla società nel– l'ingenuo lentalivo di rista– bilire i valori naturali del– l'uomo. Fu in questo clima che ap– parl n. Parigi nel 1919 Utte– ratura, dfrella da Aragon, Brc1on e Soupnull. L-i rivi– Sia n.ccoglicva scritti di Gi– dc, Valery Larbaud, Julcs Romains. ul numero quat– tro del giornale esplose il movimento Dadnisla: Tzara cd Eluard erano nella bri– gata. A maggior comprensio– ne dei sentimenti di quel gruppo ecco un'opinione del pocln. Hugo Bali: e Noi sof– friamo non soltanlo dcll'epo- ~~~a 1f';i~~a~~f~tid~i d~1~ In nostra attività era il do– lore... 11 dadaismo fu per mc nient'altro che la mes– sa nera per la quale dovc,·o ~~!~aè f;\,f,i~n~l~~e s~aD~fc·~ tro a tuuo, e la burla era soltanlo una finzione della vita. Perché soltanto se si schernisce la vita si può an• che amarla,. Ed ceco il pensiero dello scultore Han,; Arp: e Dada è la nostalgia della fede, la nausea dinan– zi alln. idiota spiegazione r.i– ziooale del mondo,. 1 Il futurismo inAmerica Quando il movimcnlo Dada fu assorbito dal surrealismo, Aragon si mostrò fra i pili impegnati n. distruggere que– sto razionalismo per incor– porarlo poi nella natura. e– guirono per lui anni di espe– rienze politiche e poetiche che fecero maturare il libro che lo rivelò come uno dei casi più interessanti della letteratura francese: Il pae– sano di Parigi, che solo poco tempo fa ha visto la luce in edizione italiana curata da li Saggiatore, a ben trenta· (continua da par, 1) Jlnaire, e rfton'iano in tor– ma di esempio plastico su Boccioni e Carrà o Soffici, il rapporto fra i due movi– menti rivali, l'uno concen– trato sull'analisi oggettiva, l'altro suita sintesi dinami– ca. si può intem:lere. ap– punto come polanzzaz1one delle due tendenze basilari d'ogni arte secondo la teo– ria di \Vorringer. A chi rivendicava un'ascendenza bergsoniana per il cubi– smo, i futuristi replicarono indignati nel primo ante– guerra che la filosofia di Bergson, col suo ripudio dell'intelletto analitico e la sua insistenza sull'intuizio· ne dinamica, era da riven– dicare soltanto per loro: Tanto Taylor che io, nel parlare rispettivamente di arti figurative e di lette– ratura allo lnstitute of Art tra i! 28 e il 29 ottobre, abbiamo sorvolato su g I i aspetti politicJ del futuri– smo perché Il diamo per scontati, Nel Manifesto ma- rinettiano si possono tro– vare gli antecedenti diretti del fascismo, ma anche la esaltazione dell'anarchia: la glorificazione della mac– china, la guerra al chiaro di luna. la propugnata som– mersione dei musei e di– struzione delle biblioteche a furor di fiamme sanno di ingenuo antiromantici– smo, ma nel contempo, quando i firmatari si pro– clamano < ritti sulla cima del mondo> e scagliano la loro sfida alle stelle, essi riecheggiano le parole di Zarathustra, il gesto di Faust. Per parte mia, evi– tand.l di esagerare l"impor– tanza del contributo italia– io al futurismo letterario, ho messo in rilievo come in una cultura periodica– mente insidiata dall'inerzia accademica, dalla schiac– ciante riverenza verso il passato, il gesto futuri~t~ avesse una sua necessita storica, e io l'ho prospet– tato come la risposta di Faust disposto a ricomin· ciare da zero alla < pietas > di Enea che inizia il suo pellegrinaggio verso il fu– turo portandosi il padre Anchise sulle spalJe. Ri– volta e riverenza sono due atteggiamenti antitetici e alterni nella storia della cultura. e fu merito del fu– turismo rendere possibile una maggior libertà di for– me nella poesia italiana Il pubblico americano re3gi favorevolmente al mio esperimento di lettore, tra· duttore estemporaneo e commentatore dei testi di Marinetti, Buzzi, Soffici e Govoni, nonché alle osser– vazioni della pro'!. Vera Dunham Sandomirsky sul futurismo russo e di My– ron Simon sui rapporti fra arte figurativa e arte della parola nel movimento in questione. La recente com– parsa di un geniale libro di Wylie Sypher, From Rococo to Cubi.on, mi per– mise di stabilire nessi plau– sibili fra fl simultanismo futurista e l'ideogramma di Pound. il cinemontaggio ~i~~~edf1G~,~~~ 3 r[rima cdi- di Eisenstein, l'intarsio Aragon, il paesano di Pa– poetico di Eliot, J'e!fusio- rigi, ci conduce con il suo ne multipla dell'espressio- kon,~~og~a~gi~~m~ltsco~foP;~ nismo; giacche la cultura colloqui dell'amore, della italiana è parte integrante morte e della felicità, fra dell'europea, e una pro- uomini immersi nell'amarcz· spettiva provinciale non 7.a che cercano di s1ordirsi farebbe eh e falsificarla. in un istante di evasione, Boccioni è un artista che ~i!eql~~~~ d~1~fvit\ cd~\iv~.\~ va rivalutato, ma se io ):e- venli •• dove l'uomo se ne nere i risultati rimasero , a spesso a bracceuo con il addietro ai tentativi, per Sogno e la Mem•.ogna, na– quanto riguarda vari futu- scosto fra il pubblico dei risti, va anche detto che le ~~~,a~~~Ìrin~Ìe ~~~iinfz~~i avanguardie perdute non dei boulevards. E' un vaga– si devono dimenticare. La bendaggio fra. le confusioni ~;:!~~i~hien ;:~r::t d':;l!~ :~ligi~~:;, ~are~"!\e a~r:~ se nel 1912, era una botti- ::i~nd~lè J~~~idti~on 11;~chi~ ;~i;p:ijlL:~~fo ~~af~aforo~ dello scrittore realista. Poi pericoloso deJin nostra fan- !~~b~f~t~elsig~~~e•si;~~~t 1i~ tasia contemporanea. sia. Aragon percorre la Pa- GLAUCO CAMBON rigi nolluma, una Parigi sen- -----------...1 r:a~~i:mdb;lr.;a J!1~àsc~p1~~= POETI, collaborando arito- tando di abbattere, in una logia POETI DELL'AP- espressa ribellione alla ba- r!~~o~o.(N2i~ol~,ar~:ci~~!:; ~~~!!· iemi~~1f: 1 T~~idof~t~ asse~azionc Lauro Poetico « Non mi piacciono i vestiti 1962.Scrivete oga:i stesso. chiari... Avrei \'Oluto morire io quel momento ..• Lei sten- tcrà n. credermi. .. •· Aragon fugge da qu~to mondo di cui non ,al nemmeno la pe– na di Prc<?CCUparsi della sua. <,orte. Pero bisogna evadere e ribellarsi conceder-si al • nuo,o ,·izio ,, a quella ,·cr– tiaine che e il sur-realismo. Nasce cosl l'esia:cnza di fare ùna lcllcratura che non sia h~~r;;i~f Jd,~o~~t~~)\.~u~da't la rc1orica letteraria. l \'a• gabondaggi per Parigi, la dc– lom1a1.ione del scntimenlo dell'amore, il disgusto per tutta In. commedia. umana, il sentimento lacerato dn.\ln. esperienza, le riunioni al cnffè Ccrtà (:,ullc orme del cabaret Voltaire di Tzn.ra), !10110 tulli cpi:.odi e 1cnta1i,•i dell'uomo per non sentirsi nm:,<,a. Aragon ha in orrore il sentimento. Per questo a:,– :,;i,;tiamo al suo cntusin.smo erotico per le prostitute, per l':iv,·cntura fugace, non dura– tura. e In tutto ciò che è ba,;so \'Ì è qualcosa che mi dispone al piacere,. Egli cer– ca con la minuziosa dcscri- 7ionc dei traili somatici, de– gli occhi, della bocca, delle mani, gli clementi che rac- ~yn::~: /i~a. sl~-i~f.,sodi!Jt~~~ csistcma. Passeggia di notte ,1llc Buttes-Chaumonts fra due ali di panchine, palco– scenico di desideri che lesti– moniano amori squallidi e disperati. E' il desiderio di c,•nsione alln. ricerca. della e sgre1olatczza passeggera ,. l'uomo nell'eterna ricerca di una qualsiasi conquista, chiu- 30 nella sua solitudine e con i sentimenti cosl nobili da non acconlcnlarsi della sua I condizione, Questa ricerca può avvenire nel e Passaggio dell'Opera,, luogo di awcn- 1Urien, boucgai, imbroglioni • e o;ognatori, oppure al caffè C~rt~ nelle riunioni capeg– giale da Brcton e dallo stes– so Aragon celebrando i riti derisori e ribelli che furono il loro limi1e e In.Joro gloria. GIANFRANCO MEZZASOMA Mao poeta D ALL'ANTICO Shih Ching (libro delle Odi), che ri• sale al I 100 n. C., sino ai vcr.~i così pieni di impe– g110 civile di Nuang Tsw,– hsicn, della fine dell'8lXJ, la lirica cinese ha mantenuto in– talla nei secoli la s11a viltl~ lit d, In sua c ostante capacaà lii riflette.re nei suoi aspetti !'i ii i •ari e l a vita sociale del vroprio popolo, il suo intimo legame con una natura aspra e bella. Ma nel nuovo secolo essa sembra cedere il cam– f'O afla narrativa, che si pre– se11ta più agguerrita cd im- 11eg11ata,con scrittori come .\luu Shun, Mao Ttm, Ku.o Mo-jo. la. poesia stema, puì della prosa, a liberarsi della lingua ufficiale dei ma1itfa– rit1i, a cogliere l'eredilà dei gra11di lirici cinesi dt lingua parlata. Non 111anca110però felici eccezioni e fra queste., oltre ad Ai Ts'ing e a Li Clii, pocli di sicuro valore, una di particolare rilievo: .\fao Tse T1mg. I Di lui si co11osccva110già, nella traduzione che 11eave– va fatto Margherita Guidacci per la rivi.sta • II Ponte>, al- ~j~~e o:: t.ie, .,:":J~/'~':;1e "!':li= torialc pa rticolarmente ric- ~i•Rft~1~fi'/wr:e:~~ C~~/;d:~~= colla, dal titolo Diecimila fiumi e mille monlagoe, pub– blicata in Cina nel gennaio ciel /9Sl. La raccolta comprende una parie - la maggiore - di poesie gid pubblicate nel pas– sato Ìfl Cina e iu Francia, e una parie di incdili: la tra– duzione è stata condot1a sul usto on·ginale da Filippo Coccl!i, Edoarda Alasi e Re– nata Pisu. La ,,oesia di Mao si distin– gue per un suo particolare accento di 11eccssi1d e di ::~,;"!!t/J~ffi1;ia uJi•efoo;;::~z~h! all'epos, ma che vuole essere il riflesso di un mondo ricco e multiforme del quale il let– tore diviene partecipe :Solo quando ne hn indn•iduato l'asse idcolog,c.o. I moti,•i i.5piratori delle poc.s,c sono diversi. Ora ricchegg1a110 ri• cordi del passato, nm111a1111 di giovi11cz::.a. nostaJa,e di perdute. felicità-; ora la sua po,c..sie clil con i11cun·e 1111- magini la nawra dei l11oglti cltc il poeta atlra,•ersa: Vento violentissimo d'occi– [dcntc, Alta nel moto l'anatra scl– [rntica chiama la luna crepuscolo di b1ina. La luna, crcpu,colo di (brina, rumore confu:,o di zoccoli - E' soddisfallo del ri.sul· toto di questi incontri. E do,•t sono av,·e,mti? - 111 ,•erittl .lono stati dei diba111ti con degli ,mivcr,;ilan, dc.i professionisti, degli scnttori, tra i quali ricordo soprat– tutlo Llmdqvist. s, . SOIIO Sl'Olti all'w1iversitd di Stoc– colma e in quell'antica d1 Uppsala. Ho potuto com•i11- cer,ni con quale interesse lo. ge11te di là s'imeressa alla GIANNI .\IELLI [di ca\'nlli ... 1.---------------------, 1io;onare di trombe. E a 11essw10 può sfu1u:1re ~~Jfj~~r~17~,~ 1 de/'''.;1:~t 1 '{,~rs~ q11a11do il poeta indugia nel· le deJcrbo11i della natura del suo paese. FERNA DO LUCIANI « ILFALSO TRADITORE » di Alexander Klein Con l'aiu10 della aio,ane moalie e del suo amico prin• cipc Cari Bcrnardo11c, Erick– ,on fondò il movimcnlo e Amici dei nazisti•· Opcran• do sotto la son·egtianza della Gestapo sapc,·a che ogni pas– so falso gli sarebbe cos1a10 la \"ila, La storia della doppia ,·ita di Erickson, mai ri,e– lata finora, è una delle più avvincenti e drammatiche ne– gli annali dello spionaggio. Volume di 432 ,,a1?i11e, L. 1.700 Longanesi e.d. 1961. JOSE' LUI L. ARANGUREX CATTOLICESI\IO t! PR01'EST H ESUIO COME FORME Ili \'IT~ !rad. di E. ~laccagnolo. pp. 284. L. 2000 Il libro del/'Anmi11ren non l un tr.allato d, uologia t "'"ffl• ltl('FIO ,li ..srt1rill, btuc:hi l'AulOTt nt ,,.,11 t drnoftTt una llm• p/Ju1ma i111orma:1ont flonc:d t 111•• non c:oonunt forma::.,on, 1tolo,:1c:a. F,' pwtl0Jt0 w1 10,ro d1 pt•ltlrll11't l11ad1ti. Jo,t m111i~10,it t /0r!JJ 1ptc:1da111,1 si 1tiar10 t por/ano alla /;ice 1.- 11,uuure pr11 ri/t1·antr dtl/a rt/lr10(1tli c:onumpora,ua · ,,.,_ t11i:.io11t!. t /01:.a c/1t hanno t>UTta/o P<drQ lnm ad aff<n11a,< chi!. , mai. dopo Unamuno, 11n laico spai11olo ,,a scritto p~111c cou ptnttrate d1 rtlli1os1tò mU/lttt1udt e d1 ,optrt 1talo11co: mar, doJK' IJolmts, un c:otrolaco Jpa111olo ho <sptorall) -:or1 tatlla .,trtnitò e Jo111ilit:.::.A le profo11d11a dt!la ,•,10: Jptn– tua/t proustot1tt •· MORCELLIA A EDITRICE . BRESCIA LA FIERA LETTERA nel 1962 * l,IIPORTA,\!TE « LA FIERA LETTERARIA» SARA' SUBITO E GRATID– TAMENTE SPEDITA A COLORO CHE VERSERANNO L'I 'TERO nIPORTO DI ABBONAME 'TO PER IL 1962. ABBONAMENTO n.nnuale ABBONAME TO annuale con pagamento semestrale ABBONAMENTO annuale con pagamento trimestrale ESTERO - annuale . Abbonamenti cumulativi annuali LA Fl_ERA LETTERARIA e JL TEMPO per 6 numeri settimanali per 7 numeri settimanali • IL RAGGUAGLIO LIBRARIO ,. HUMA.i.\HTAS L 4.000 • 2,150 • 1.100 • 7.000 L 13.600 • 14.2!0 • 4.770 • 6.300 CHI PROCURERA' CINQUE ABBONAMENTI ANNUI riceverà In omaggio • LA FIERA LETTERARIA • per un anno. I PRESIDI DELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI che lnvl<ranno cinque abbonamenti fra gll studenti e le classi dell'Istituto avranno gratuito Il rtomale •per la Biblioteca scolastica. Si prega vivnmentc di effettuare i pagamenti sul ns. e.e. postale n. 1/31426 .. Via del Corso, 303 • Roma. B . reo DI SANTO SPIRITO DIREZIONE CENTRALE E SEDE: Roma. 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