La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 48 - 3 dicembre 1961
LA FIERA LETTERARI Anno XVI - N. 48 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE .ARTI E DELLE SCJENZE Domenica 3 dicembre 1961 SI PUBBLICA LA DOME '!CA Fonclnlo eia UMBEHTO FRACCIIIA * Diref1o cln DIEGO FABBRI QlJK>;TO 'tl\1EIW L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Rom a - V la del Corso. 303 . Te!. 687645 • Amm1nlstrazione Tel. 673015 . PUl:U:5LICITA': Ammlniltraz.ione • LA Jt!ERA LETI'ERARLA it - Via del Corso. 303 . koma • TARlt"'bA L. l50 aJ millimetro • ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semesire lire 2.150 - Trime~tre lire 1100 . E,;tero: Annuo lirf' 7000 Cnpt 8 arretrAla lire l~O Sperllzinne 1n cooto corrente pn•t1le (Gruoon Il) • Conto corr•nte D""l'tale num,.rr.> 1131428 MAROTTA: • I dialoghi * Uno scampolo di autobiografia D. - Apparten"o alla - buona borghesia,., sono redova e ho un bambino da ollecare. Lavoro come i! quando posso. i\'on sono mai stata operaia o arti- 17iana o impiegata. perciò mi riesce difficile trooare una occupa..:ionc fissa . .\la. non mi lagno di questo, mi lagno del mal di denti! L·operaia, i·artigiona, l"impiegala hatino la ''Cassa malattia .. e la ··.,111- tua··: 10 no. 1 medici io debbo pagarmeli 00110 per rolta. ll morbillo del mio bombino mi Ilo costretta (l privarmi di un servizio d"11rge1110 J)er ca1)e. Ura ho mal di dent-i. signor Marorta.: debbo continuare a prendere antinevralgici che non risolvono niente, o vendermi una poltrona? R. - Venda una pcltrona, cara signora. venda ma– gari tutto quello che possiede. Ossia si strappi a una situazione ambigua. insostenibile. c;lalla quale non le deriveranno che umiliazioni e dolore. Io la conobbi a fondo. questa pena, mi lasci perciò essere sincero con lei Non si può rimanere nella « buona borghesia )i, non si può conservare un aspetto distintissimo e signorilissimo. quando non si ha più denaro. :\Teglio vendere per mezza minestra. pe:– quattro soldi. questa amara. questa inutile primo– genitura. Io sono un fervido ammiratore della mia povera mamma. la quale non appena diventò vedova. subito. ripudiò il cappello (a Napoli. allora. lo por– ta,·ano esclusiv_amente le vere signore) e andò a fare la serva. Subilo. in un giorno. dal bell'appar– tamento sulla cui targhetta ornatissimi caratteri del– repoca dicevano: 1( Avvocato Maretta 11 ci trasfe– rimmo in una stanzaccia terrena nei vicoli. Vi abi– tammo io. due mie sorelle. mia nonna e mia madre; non aveva finestre. poteva contenere i nostri letti e basta (perciò mangiavamo seduti sulle coltri e col piatto in grembo); oltre fu.sciolino a vetri che ci dava luce. poi. c'era un giardinetto di pochi melri quadrati nel quale - all'aperto. sotto una piccola tettoia - stava un fornello a carbone: d'inverno. venuta l'ora di nutrirci. mia niadre rientrava dalla cucina in un urlo di vento e di grandine. con gli spaghetti e con la bronchite. Mi spiego'! Ammiro mia madre perchè intuì che nessun ricco (parente. amico. sconosciuto) ci avrebbe aiutati a rion perdere il nostro aspetto signorile e che solo se Dio avesse voluto (per esempio insegnandomi a scrivere) sa– remmo dopo molti anni rientrati nei ranghi della « buona borghesia )1. Per darle coraggio le dico una cosa. cara signora: noi non fummo neppure eccessi– ,·amente infelici: eravamo sulla paglia ma con sin– cerità. quieti. senza obblighi di mentire agli altri e a noi stessi in casa e fuori. senza maschere. Giuseppe Marotta Il figliol prndig·o D. _ La RAI promette infaticabilment~ premi ai propri abbonati. Poichè il compratore. di _un appa– recchio è da pensare che si metta snb1tf in r~gola, immagino che le lusinghe suddette siano r1voltr agli evasori. Domando: è giusto che venga premiato chi ha tra.spredito alla legge? R. - La sua. signor Moscato .. e un_a ~elle più_ anti– che e polverose domande es1stent1: 1 fratelli de) Figliuol Prodigo, per esempio. ci si amm~larono di atrofla gi::illo-acuta. e il toro ?el fegat? _divenne ~n ricciolo che la sottostante vescichetta b1h~re rende, 3 stranamente simile a un p~nto i~terr~gat1vo. In~om· ma come suscitare r.ei d1sonest1. nei peccaton. la imPressione che ,·alga 1 .3 pen~ _di redi~e_r~i? Pe:fi~o il Fisco porge "ai contribuenti 1mp:end1b1h a!"n1st1~. concordati. rateazioni. se non regali e festeggiamen11: « Uccidete 11 vitello grasso! 11. si ordin~ da og':1 p<>rte all°appros.simarsi del Figliuol ~r~d1go; e lui? SI allunga sul mighcre divano. Sbadiglia. 11 E come antipa!StO? 1, dice. Le b,,lfe don.1rn o _ f.' importante per una donna. nascere e co1t– serrarsi b<'lla? R. - Non posso escluderlo. :i,ndiamo. Per n?i ma– schi la bellezza femminile e I argomen~~ degl~ ar_go– menti. lo anteponiamo perfino al12 politica. ~ artlsl~ non si occupa d'altro sulla tela. sulla pagma. ne. marmo. L'uomo comune annuisce alla bellezz_a f~m– minile ~po~undosi giovanissimo._ affollando I eme– ma e i teatri. fuggend<.: a 50 anni con una rag.~zzetta. 0 semplkemente fantasticando. \'~rso _s~ra. Ce sem– pre un·ora del ,c:iorno .. m c.u1 11 miliardario e I? spiantato. il genio e I 1mbec1ll_e_pensa~<, alla _stess,1 cosa: una bianca donna che h i_nten~nsce e li _sgo– menta. Ade~~o. in questo preciso istante. chi sa quanti uomini abba~<>no la voce. co~e in chiesa. per raccontarsi una bella donna; altra. dal ~atto che non stanno più parlando di corpi e di amme fem– minili. si accorgono d1 essere malatj o morti. Sch~r– zo. c'è \a vècrhiaia. c'è pure una stagione della vita m cui ci si riposa un po' delle belle donne. ;.~~; ~- ~/ •\t1.. l''lt l, 1890 ,, , .. / ( \___ ► Seconda dell'inedito PREZZO LINI: talia 1912 Continua la pubblicaz1one dl'l saogio prezzoHnirmo iniziata nel numero scorso. Il giornalismo si tras'nrma grande confusione, che non M ntr?va:e "'" E'le~5o !~ non nel momento della lotta naz1onal"'- O;,ni tesi, del resto, oini campagna òe veramente abbia un interesse profondo. trova "'Cmpre nel Paea,e una co:-– :ispondenza economica: I partiti che meritano ~ ettimanale hanno saltanto un -ettim:male; 11 pa:tl~ di quelli che n.on hanno partito. e ~ru:, oggi i milioni: ha molti qu otidian i prudenti. calmi. che parlano dt tutto. delitti e letteratura. teat:-i Il! r;po:t. d; tutto. ;.alvo. si intende. di quello che puo costnngere a decidersi. a muoversi. a rifa:~1 un'anima ed una '-"O– lontà. ).la la colpa non è dei giornali: è dei :e:to:L In questi giornali, rispetto al re to. bl50gl la ric.ono– i:cere che la letteratura e la critica son trat !a.te :ara– mente con la ~rvilità e con l'ignoranza co n la quale vien trattata la politica. La lettera:u:-a. la critica. l'arte, infatti, toecano intereuf ecnnomici as:.ai mi– no:-i ed assai meno suscettibili. che son quelli politici. Gli affari dei più. ~randi edito:-i di libri e di giomal~ italiani non sono certo paragonabili a quelli degli zuccherieri. dei siderurgici. del Banco di Roma. Carlcllonc dcll,1 Mostra Fu1uri sia di Octrolt M A INSfE).1'E ad un miglioramento intcJlettuale. il giornalismo italiano subisce un"alt:ra. e questa radicale trasformazione: da or2ano di partito. àiventa organisrr.l.) industriale; viene venduto a sca– pito. ma si rifà sugli annunzi; quindi le i~ec sono un accessorio. talvolta ingombrante; la notizia è la co!'>a principale; ma la notizia che non produca turba– mento, che non obblighi a polemica, che non co– stringa a pensare. I giornali si complicano con im– prese industriali d'altro genere. riviste d'amena lettura di grande diffusione e di reddito più grande. Essi non si preoccupano di muovere e di educare il pubblico. ma di assecondarlo nella sua pigrizia e di accontentarlo nei suoi piaceri. I vecchi giornali di partito. o debbono trasformarsi chiedendo non più al partito. ma a società industi:-iali, a banche. a gruppi di finanzieri i mezzi costosi per so91.enerc la concor– renz3: o si riducono ad 0 rgani fatti delle persone già convinte, con scarsa diffusione e nessun potere nel pubblico. D'altra parte i finanzieri non concedono l'aiuto ai giornali. che a patto che sostengan campa– gne nel loro interesse. e si vedono giornali democra– tici adibiti a tesi magari clericali. e giornali con~e:– ,·atori che soffiano nel fuoco dell'anarchia e della illegalità. I giornalisti non sono di questo gran che responsabili; essi rispecchiano la vita del Paese. che ha perduto i partiti. che ha in testa e nel cuore una Non c'è da illudersi: gran parte della nostra onesta lette:aria è tessuta di po,·ertà: sfamo più onesti di quel che non saremmo E'? mette~,e conto non esserlo; e pu-e anche questo genere d'one,,\à non è da spre– giar~. Ad e!--SO si deve ~ in Italia una per..-0na che \'Oglia onesJ,amente creare e pen~a:e. non -ente .la oriente necessità di formarsi un organo. o una • pic– cola rivista ,. appartata dal giornalismo e dai g:-andi organismi editoriali. come invece av,.-iene in Francia per il maggior peso degli intere~'!'i l:b:a:i di quel Paese. Giacché siamo tanto piu po,·eri dei f:-ancesi. e le condizioni economiche dei nost:i ~=-1ttori fan pena di fronte a quelli !-tranieri. consnhamoci almeno col piccolo gio,·amento che ce ne ,·iene d·una tolle– ranz::i e d"una libertà ma~giori. Jm·ece di dire: po– veri. ma onesti; diciamo: one.sti pe:ché po,·erl'. lLìETTERA DAGL[ STATI! UN:ITJ * Sturm und Drang del '· Leonardo,, Il Futurismo • in America L E :\fANlFESTAZI0~'1 principali del nuovo spi– rito furono il Leonardo a Firenze. La Critica a ~apoli. uscite contemporaneamente e indipen– dentemente nel gennaio 1903. Esse delineano le due fondamentali correnti della cultura filosofica italiana in questi dieci anni. Basta )·esterno per dipin&erle: il Leonardo nato nel 1903 muo:-e nel 1901. LA Critica. doveva durare dieci anni. nulla accenna oggi che finisca; il Leonardo muta t:e volte di formato. tre ,·olle di domicilio in cinque anni. La Critica. in dieci. è immutabile: il Leonardo ex:e non si sa quando. talor:1 un numero dopo ralt:o in quindici giorni. tz.lora dopo i cinque mesi permes:si dalla legge. La. Critica ogni ·20 dei mesi dispari. Il Leonardo o:a disadorno. ora ornato di disegni neri e a colori. di fregi. di iniziali. di sigle arcaich"' o mode:nizzanti. port::i sulla coperta ora turiboli ora spade. la splca di grano o l'arco. una lotta con una tigre o un Don– chisciotte fra i neri cipressi toscani. La Critica è di stampa sobria, netta. seria. senza una de,·iazione. D AL 17 ottobre al 10 di– cembre le sale del De– troit Institute or Arts ospiiano quella che mi è parsa la migliore mostra di arte futurista mai alle· stita atrestcro e fors'anche in Italia. La mostra. che si e spostata a Detroit. Mi– chigan. dopo una rase di apertura al Museum o( r..todem Art di New York. comprende una raccolta si– nora inedita di abbozzi. ac– queforti e disegni dovuti alla mano inquieta di Um– berto Boccioni Custoditi gelosamente d.illa sorell:i. superstite a Verona. que– sti preziosi documenti del– rarte boccioniana sono sta– ti recentemente acquistati dai signoi-i Winston di Bir– minghom. Michigan. per la loro collezione privata di arte d'avanguardia. e si sa che l'impresa non e stata facile pc:· i volenterosi col– lezionisti nonostante i lau– ti mezzi di cui dispone,·a– no. giacché la sorella dello artista. difficile a persua– dere. guardava più al pro– blema morale che al van– taggio finanziario e· si e staccata d!ll suo insostitui– bile retaggio solo quando ha visto che ciò avrebbe contribuito a ravvivare lo interesse di critici e pub– blico per l'opera del fra– tello. Oltre Atlantico. seb– bene lt1 famosa mostra de!J'Armorv di New York movesse I~ acque fin dal 1913 present,mdo a un pub– blico vergine gli esperi– menti rivoluzionari euro– pei. fossero essi italiani o tedeschi o francesi. cubi– sti o futuristi. espressioni– sti o fauve. l'opera dei futuristi italiani non a\"e– ,·a fatto breccia nell·indif– fcrenza del gran pubblico. rors'anchc perché gli ste– reotipi correnti sulla cul– tura ,talian~ distraevano -gli americani da Ol?ni se– ria attenzione a quanto di modemo e~s!l aveva eia of– frire. Ne fa fede l'articolo di James Gibbon Huneker sulla mostra dell'Armar~•. ora ristampato in un ,·o– lumetto di saggi vari che si legge con piacere per la frescheua de 11 o stile e delle idee. m::i che bistrat– ta i firmatari dcl 1lanifosto di Marinetti mettendone in risalto soltanto la scap1- gliaw e istrionesca chias– sosit:i. Superstili del l\lovimento Oggi. oltre alla l\Iostra di New York e Detroit, cosi bene organizzata. ser– ,•irà a far luce sulla que– stione il libro del prof. Joshua Taylor, teste pub- * di «a.,AUCO CA1UBON proseguendo la esperienza :.compositiva di \"an Gogh e Seura,t. cli tutto il divi– sionismo. in modo da in– trodurre Io spettatore nel centro turbinante della rappresentazione grafica. L'astr3zione :,;orge im·ece quando l'occhio viene co– stretto a porre una tlistan– za oggettivante. Se cosi è. stando a Taylor i tentativi del futurismo italiano co– minciarono da quella che Worringer (e Herbert Read dopo di lui) definì come arte di Einfue11lu11Q o im· medesimazione emotiva. per proiettarsi verso una dsoluzione antitetica nella astrazione (Abstraktion). blicato a cura del i\luscum of i\Iodern Art e ampia· mente documentato dallo autore con materiale at– tinto al suo industre so~– giorno italiano. in cui. so, - venzionat 0 do una Borsa speciale del Governo d·1ta– lia. lo studioso americano poté avvicinare varie figu– re superstiti del movimen– to o ad esso collegate. cn-· mc .?,.,Iargherita Sarfatti e la vedo,·a cli r-.tarinetti. nonché compiere ricerche dirette sulle pubblicazioni c manoscritti dell'epoca. fattisi jn certi casi strana– mente rnri. Avendo con· ,·ersalo a lungo col prof. Tavlor durante un ricevi– mènto offerto rlai signori Winston nella loro villa di Birmingham. e ave 11 do ascoltato la sua conferen– za sull'arte fig:urativa dei futuristi. tenuta al Detroit lnstitute of Art la mattma del 28 ottobre nel q4adro di un e seminario> sul fu– turismo che fa parte di un più va Sto programma di nrnnifcstazioni sull'arte a~tl';illa, mi sono convinto che la caùsa dell'arte ita· liana inoderna non poteva avere miglior campione. Dopo aver letto in tradu– zione inglese l'incendiario Manifesto I futurista del 1909. drammatizzandolo con adeguate , inflessioni vocali, Taylor, che msegna stonò dell'arte all'Univer– sità di Chicago, passò ad illustrare disegni. quadri e sculture salienti con rau– ~ilio di 1111 proiettore che .idi permise di me'ttere in luce; particolari espressivi di ciascuna opera ripro– dotta sullo schermo. Par- 1icolarmente sllggestiva la sua interpretazione del quadro di Cardi. / funerali <lcl/'(111arcllico Galli, in cui lt>· linee di forza sprigio– nantisi dalle figure in mo– ti,· vorticoso finiscono per dissolvere le forme indivi– duali in mulinelli cli ener– ~ia: la ste!-sa cosa avviene in ,·arie opere di Giacomo Balla e cli Umberto Boc– cioni. elci quale Taylor ha analizzato bronzi e quadri, compreso il celebre dipin– to che ritrae la furia co– struttiva di i\tilano. La cit– tà sorge. ora appartenente al J\.Iuseum of Modern Art, e i disegni che studiano folle in movimento, dove si afferma la tendenza di– namica che annulla la fi– gura singola per ann<:gàrla in u1rn rappresentazione J:?r.1.ficncll"I 111010 c-01lc•1t1\'o. Co111111ui1ò delle forme nel• lo spazio. una statua che si può intendere fra l'altro come esaltazione parossi– stica del dinamismo baroc– co ha pure ::ittirato l'at– tenzione esperta del prof. Taylor. il qua I e ritiene giustamente che la morte prematura di Boccioni ab– bia p.rivato !"arte europea rii uno dei suoi più forti maestri in divenire. Im mag·i11azio11e astrnttn Se fosse sopravvissuto ;llla prima Guerra Mon– diale. l'artista avrebbe probabilmente seguito vie nuove. oltre le scontate premesse futuriste. a giu– flicare da saggi cézanniani com~ un ritratto della ma– dre. traCciato a matita con ammirevole fermezza; ma Taylor, che vede tutto il futurismo come un'esplo– sione giovanile, indica ne· gli esperimenti boccioniani un sicuro progresso della immaginazione astratta im– pegnata a cogliere il mo– vimento come essenza. co– me simbolo grafico sgan– ciato dalle particolarità realistiche. e quando si ten– ga conto delle ricerche pa– rallele di Balla, Carril. Russolo, si scorgerà il con– tributo futurista nelle sue vere dimensioni, al di là della sua sconcertante re– ,torica d) programma. 11 punto di partenza. secondo Taylor, era al polo oppo· sto. p e re h é invece di astrarre l'essenza visiva di una scena data i pittori fu– turisti avevano comincia– to con l'intensificarne i va– lori sensoriali e cinetici. Poiché Taylor riconosce resistenza di scambi solle– citanti fra futurismo e cu– bismo. in un circolo d'in– flussi che partono dal ?,.la– nifesto marinettiano pub– blicato a Parigi nel 1909. si espandono su Delaunay. Picasso. Duchamp e Apol- {conllnua a pag. 2) E nel lato .spirituale, lo stesso. Xasce La Critica in una tradizione. si afferma dopo \"a:ie opere ma– gistrali dei compilatori. ossen·a rigidamente dieci anni il programma pubblicato nel primo. non am– mette ~e le proprie idee. pochi collaboratori. i se– condari scompaiono sotto il peso di una unità t:an– quilla. ferma. salda. Il Leonardo nasce senza tradizione, Chi Yi sc:i,·e corregge per la prima volt::i le proprie bozze. I col– laboratori del primo numero. se firmassero. sareb– bero più coperti che dallo pseudonimo di cui si ma– :-cherano: firme di ignoti. Kon si riallacciano. non ,·ogliono rincatenarsi a nulla. Principii. punti: o meglio. quelli di non a,·erne. Non scuola. ~on casa Non bandiera. · E' un miscuglio di filosofia e di arte. di lettere e ài pittu:a, di critica e di lirismo. di roba eccellente e (continua 7 pag. 2) lJ1\1I lJSA1\IZ1I D,1 IUJJlfE1\ 1 /Ji~IUi I:: TJU,iSEt.tJIIU:,' * Keste11 e l'i11 vito al D ELLÉ quattrocento pa– gine che fler111am1 Ke- 1 _.s,en ./rn dedicato . ai Poc111 1 al caftc ( Bomp1a111, '~:}:~rf.~h~, ~~~a~'t ,::~i E1~~; 1 ,~~ e a J\Tew York, wu, 1re11t111a sta1111psotto il titolo d1 Ro– ma. Quando ce nc accor– gemmo, considera{a la com– petem.a dell'Autore {e fio tra– , scorso buona parte della mia vira al caflè, e non ne sono dispiaciuro: per me esso rappresenta 1111' anticamera ~:;~a Ii ~tie~~ ,f, ;r,::~:1 1 t~ ~~;~ cato. 1mr nella loro ri~trcl– , rezz.a, 1111 ncconcio co111ribu• to a que lla circos1a11t.iala •Storia (I.cl caffé lctlerari ita– liani, c he e ia più a,111i, ,wi 11011 abituati frequentatori di cnflè ma accaniti consumato– ri d1 caffè. m1dia1110 i11vmw auspicando. E più ancora lo sperammo quando, i11ol1ra11- doci fiduciosi nella lettura dell'opera e imbatte11doci d, continuo in a11110taz.io11ie confessioni quanto mai st}– pide, dovute all'esperiem .. a di 1111 erndito e brioso saggi.Ha elle da circa mezw secolo s~ ne sta seduro nei caffè a scri– vere e n s'è visto passar da· vanti • fantasmi da febbrici· tante ed allegri eror •, ap– prendemmo che la prefaz.io11e, ispirata e programmatica, éra stata scritta ad 11110 dei ta– volini del • Caffè R osati>, al– lineafl in p1pz.za del Popolo. q111 a Rom a, di fro nte a quel– li del e Cmipva •· * di Ei~IUCO l•'.U,(/{;·t Luogo di riposo e di.vedet– ta, pensatoio e ballatoio, .sa– lotto e palcosceuico, quell'af– follato ritrovo aveva oOerto il destro al Kes1e11 non solo tli rifm1tasticare alla svelta s11ipiù illustri personaggi del tempo antico ch'erano pas– sati o che a,,evauo preso srau:.a in quella stessa pia;:– z.a (da Martin lwero, ospite del com1e11to all'angolo, a Volfango Goethe, caracolla11te .sotto Porta del Popolo), wa altresi di cogliere Moravia (che abita a due metri da li, i11 via dell'Oca) nell'atto di ,,e,1ir avanti e /ischietlando e voltandosi a guardare t111te le do,me •· Non più di w1 ra- 11idissimo segno a mallta sul• la carta, tra mezzo a ce1110 altri di contorno, ma cosi colto dal vivo che c1 diede, ri– petia11101a sverar bene per il cap1tolerto. quan11111q11e .\t1CCii1to, iu onore di Roma. Invece ... Dobbiamo dichiara– re d'essere rimasti delusi: 11 colloquio di Keslen A parte alcune co11s1dera• zioni e generali'", che, preso avv)o dalle attricette e dagli s11obetti di guardia in via l'eneto, trascorrono lungo le piazze e le .(tradc · 4e11a ~ec– chia Roma, trovando dov1m– que caf(é etl osterie e tlo– v1111que ammirando la _più as- sorbila clie11tc/(I: a parte la lieta .scornba11da sulla 3c,a di 1111 odore d'incenso, d'olio cl'olii•a, di mimose, di ,·io– lette e di caflé tostalo uellc im1w11ere1•oli torre/az.10111 o distillato dalle macchine per l'espresso, che basterebbe d,1 solo a far tlisti11g11ere Romu dalle altre grandi c.ittà: a parte ciò, il capitolo ro111a110 si .svolge come 1111°elega111e 1·ariazio11e intorno al collo– quio av1110 dal Kestc11, nel • Caflé ROsat1 • di l'/a Ve• 11eto, cou ciiiq11e tra le f)IÙ li11g11acci11te • statue parla11- 11 ., COI/ ci11q11e l/'a I µti1 .. fa· ~·cti mattacchioni • dell'urbe: Pasquino, Madama L11cre::.1n. \larlorio, l'abate l11!g1 e il Facch1110. Cos1it111tis1 i11 • A.ssoc.ia; :10- 11edei satirici a1101111111 e d e, predicatori di morale• 11cr reagire alfa <:e11,)11rn~ccl~ ,iast,ca m 11ome della li· berrà di pensiero e di parola. 1 cinque fantasmi so,10 co:-,1 so1·raccaricl1i di satire e t,,. ce:..ie e varodie, quali m m1• rico era dato cogliere d1 1111• scosto 11elle caverne e qm;li poi 1•e11irn110 attribuite alfe ~~f•~~~olfoari~~:~~od: d~~~~~{r~ del !(.~te11.. , •. 1111 ~iomale 11mons11co lnm1lle11ano •• re– .so 1riù ilare dai ricluami e dai rafl10111i CO/I i .(eco/i s11c– CC.\S/\'i. Per Chi. e Roma 11011 e 1111 mu.seo: San Pietro e Ora;:io so110 attuali quamo Croce e Ne mu •· Sicché i loro discor.st somiglumo ad una girandola di nom,, che a w1 certo pw110 comi11c,a110 a raggrupparsi in.rorno ai s11- lo11i dt migliore stile (quel!r della Sarrocchi. dell",Hba,n. della P1;::,elli, della Grm,oldi J e ai caffi c!i maggior gndo. Trn i quali il pruno posto 'fJt!tla per tradi;:1011e al • Caffé greco>. I moderni alla s,-elta \la è ltllfa una rie,·oca;:10- 11e storica, de11tro la quflle ricorrono µer.so11ags;1 glo– rio:.,. dei cui nomi si fregia• 110 le lapidi infisse sulle fac– t.·,ate tielle case nella ::.011a- 11t11jeo circostante alla bar– t.accia di pia;:;:a d1 Spagna. \ ulla da eccepire. Q11a1110 dr Pili fulgido sia dato TISCOl/- 11are ne.I Gotha delle lettere e delle arti; quamo di. piu nw,diabile ... Sì, ma a 1101sa– rebbe piaciuto, a noi era balenata la sperau;:a che Ke– .ste11 si soffermasse d1 pro– vos1to ad osservare e disc11- tere e commentare tra la ,:eme lelleraria d'oggi, la– sciado da parte quc, ctitque convitati di pietra, in realtà ,aéccmi come le guide di 1111 museo. Giunto al nostro No– vecento, il Keste11 se la ca,,.., uu•ece con w1 paio d, pag1- 11ctrc tutte spru:..z.ate d1 co- cattè gnomr. dol'e sfideremmo t:lmmque a farsi un'idea an– che approssimatil·a dei luo– ghi, .salotti e caflc meu;:ionati troppo alla S\'elta e troppo alla buona pu non doversi cm1/011dere e li1·ella1e tra loro. Forse 1111 eccesso di corte– sia e di be11e1·ole11::.a verso famb1c11te in cui da qualche a11no si tro,•a piacevolmente a ,•,vere, ha tolto o sconsi– gliato al K.esten di esercitare il giuro della dist111:..io11ee della gradaz.1011e. E non cl1e glie ne mancasse la saga– cia. Re.~ta 11 fatto che, subito dovo una rapida sosta al e D011ey >, Ke.)teu spicca il 1 1 0/0 1•erso la laguna: e le ultime quattro pagine del ca– pitoletto s11 Roma se le la– scia sbocco11cellare a Vene• :,ia dai Goldoni e dai Casa– nova. Anche qui, erudizione e hno a iosa. \fa il Nove– ce11to? Eppure ancor oggi in µ1a:..:a San Marco c·~ da rc– qrellare bei t1p1. Pere/te scar– tarli in blocco? Non e, resta che trarTe una bricioletta di consola;:ione dai Nuo,·i manni di A. F. Do11i, che il Titta Ra.sa Ira rivreso a scalpellare e e/te (nell'Osservatore politico let– terario del setlembre 1961) ha voluto in parte dedicare ai cafftt letterari milanesi.. Dal d:a":i~'!~~o ai~a;/r: t~~~ri~ Screm: 11til1:..;:a11do i ricordi di uno che c1 è stato in mez– zo e 11011 da spettatore.
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